Come si tornerà a scuola a settembre? Ecco il Piano del Ministero

Niente riferimenti a mascherine e plexiglass; turni differenziati e divisioni delle classi in gruppi di studio, anche interclasse. Dove non già previsto si andrà anche di sabato e viene introdotta l’educazione civica obbligatoria. Ampia autonomia lasciata ai presidi. Questi alcuni dei punti cruciali contenuti nella bozza del Piano Scuola 2020-2021 che il ministro dell’Istruzione presenterà alla Conferenza Unificata Stato Regioni che si terrà giovedì prossimo.

Nel documento non c’è alcun riferimento a plexiglass e mascherine, se non quello della mancanza di obbligo per gli alunni della materna. Anche le insegnanti dei bimbi al di sotto dei 6 anni non saranno obbligate a metterle, preferendo le visiere. Proprio sul tema mascherine la discussione si era accesa con le Regioni che avevano chiesto di mantere l’obbligo solo negli spazi comuni e non al banco. Nel piano quindi si “glissa” quasi l’argomento con un generico rimando alle disposizioni fornite nelle linee guida di maggio presentate dal Comitato tecnico scientifico.

Anche le mense e gli spazi di refezione rimangono confermati, ma senza indicazione alcuna su come organizzarle. Rimane ferma che la merenda verrà consumata al banco.

Ma come sarà organizzata la didattica? Come far fronte al problema del sovraffollamento delle classi?

Turni differenziati, gruppi di lavoro in classe , utilizzo degli spazi aperti , a scuola anche il sabato e ricorso alla didattica a distanza come integrazione. Questi alcuni dei punti su cui poi i Presidi dei singoli istituti saranno chiamati a costruire un’organizzazione che riesca a far quadrare tutto e mantenere il giusto distanziamento di almeno un metro previsto.

Parola d’ordine Autonomia

Il documento lascia ampia autonomia ai singoli istituti per adeguarsi a garantire l’organizzazione nel rispetto delle norme anti-contagio in base agli spazi a disposizione. La ripresa delle lezioni, insomma, varierà da scuola a scuola con i Presidi che dovranno decidere come pianificare e adeguare l’offerta didattica. Ma anche gli orari e, soprattutto, il personale, sia docente che ATA: nessun aumento previsto dal documento di insegnati e “bidelli” . In pratica è delegato  ai singoli dirigenti la quasi impossibile quadratura del cerchio.

Anche riuscire a far partire dal prossimo anno scolastico l’insegnamento dell’educazione civica in tutti i gradi dell’istruzione, scuola dell’infanzia inclusa, previsto dalla legge 92 del 2019.

Insomma, al momento rimangono ancora tanti dubbi, a partire da quello di riuscire a garantire un’adeguata offerta a tutti, ma ciò che è certo è che, di sicuro, non sarà la stessa scuola a cui eravamo abituati e lasciata a febbraio/marzo. Soprattutto negli orari: quanti saranno gli istituti che riusciranno a garantire con lo stesso spazio, lo stesso numero di insegnanti e di alunni, le stesse ore di didattica? In molti saranno costretti a fare solo mezza giornata o, una delle cose più temute dai genitori, non riuscire ad accogliere nelle classi i bimbi più piccoli che si accingono a frequentare il primo anno di materna.

Scarica la bozza delle linee guida

 

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