Le elementari nel bosco: ecco come sono andati i primi due mesi di scuola. Intervista al maestro Paolo Mai

L'asilo e le elementari nel bosco di Ostia, un luogo in cui i bambini imparano, a contatto con la Natura. Un “esperimento” gestito dall'Emilio e dall'Associazione Manes e portato avanti da maestri come Paolo Mai

L’asilo e le elementari nel bosco di Ostia, un luogo in cui i bambini imparano, a contatto con la Natura. Un “esperimento” gestito dall’Emilio e dall’Associazione Manes e portato avanti da maestri come Paolo Mai.

Dopo il successo ottenuto dall’asilo, a settembre di quest’anno anche i bambini delle elementari hanno potuto frequentare questa insolita scuola. E i risultati, a due mesi di distanza, sono certamente all’altezza delle aspettative.

A raccontarci i primi due mesi delle elementari nel bosco è proprio il maestro Paolo.

Ciao Paolo, circa due mesi fa sono partite le prime “elementari nel bosco”. Come va? Quanti sono i bambini iscritti?

I bambini iscritti sono 16 e siamo molto contenti di come sta andando.

Cosa pensano i bambini di questi primi due mesi di scuola? E i genitori?

I bambini che vengono dall’asilo nel bosco sono felici e incuriositi della nuova scuola, gli altri provenienti da altre scuole erano molto stupiti nella fase iniziale ed ora fanno parte a tutti gli effetti della famiglia. I genitori per la maggior parte sono entusiasti e partecipi, qualcun altro ancora deve abituarsi al nuovo contesto. C’è anche qualcuno che ha iniziato e poi si è ritirato per diversi motivi.

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Ma questi bambini, sempre in giro, cosa imparano?” Quali sono le materie, se così possiamo chiamarle, in cui i piccoli studenti sono impegnati?

Imparano quello che ci consiglia il ministero con le indicazioni nazionali ma lo fanno attraverso esperienze piacevoli e una una didattica che si prefigge in particolare di stimolare domande. Le materie sono quelle canoniche ma non sono proposte rigidamente, a partire da una singola esperienza che suscita l’interesse dei bambini lavoriamo su più discipline. quando un piccione ferito è caduto davanti alla porta lo abbiamo curato, abbiamo chiamato i ragazzi della Lipu che ci hanno fatto una interessante lezione di scienze, gli abbiamo fatto un ritratto e abbiamo iniziato una scambio epistolare con la mamma del piccione per spiegarle che avremmo portato il piccolo all’ospedale degli animali. La corrispondenza ancora è in corso e i bambini spesso correggono gli errori ortografici della mamma pennuta.

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A breve andremo a trovare il piccione all’oasi Lipu di Ostia. Insomma il piccione ci ha permesso di fare scienze, italiano e molto altro. Il focus nei primi mesi è stato orientato sopratutto sulla Relazione e sulla creazione del clima generale. A tal scopo abbiamo privilegiato momenti di gioco e di dialogo. Abbiamo già iniziato il laboratorio di educazione emozionale che stimola molto i bambini e sono partiti anche quelli di percussioni, danza, teatro yoga, filosofia e fumetto. Abbiamo attivato l’orto e ci prendiamo cura degli animali della fattoria. Il mese prossimo faremo il primo camposcuola e andremo due giorni al Centro di Educazione Ambientale “Panta Rei” a Passignano sul Trasimeno.

Di recente, avete svolto una interessante attività in notturna. Ci racconti di che si tratta?

La prima notte di scuola è stata un’esperienza molto molto intensa che i bambini hanno vissuto con molta emozione e partecipazione. Abbiamo mangiato insieme, abbiamo acceso un fuoco e attraverso di esso spedito una lettera agli antenati, abbiamo giocato, chiacchierato e poi siamo andati a dormire. La mattina alle 8 sono arrivati i genitori e abbiamo fatto colazione tutti insieme. È stata un’esperienza in cui i bambini si sono emozionati molti e hanno potuto vivere momenti di felice autonomia in condivisione con i loro amici. Pensiamo che la scuola debba favorire esperienze ricche e significative e questa lo è stata decisamente.

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Rispetto ai programmi ministeriali, quali sono le differenze rispetto alle elementari nel bosco?

Nessuna differenza rispetto alle discipline su cui lavoriamo, diciamo che alcune cose come la relazione, l’educazione emozionale e quella ambientale sono da noi maggiormente stimolate. La prima e la seconda classe rispetto alla scuola tradizionale vanno un po’ più piano ma al termine del terzo anno già procediamo allineati al programma ministeriale.

Francesca Mancuso

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