Le elementari nel bosco: a Ostia al via la sperimentazione nella scuola pubblica. Intervista a Paolo Mai

Le scienze si studiano nel bosco, la geometria nell'orto. Un'esperienza che sta prendendo definitivamente il volo quella dell'Asilo nel bosco di Ostia Antica, gestito dall'Emilio e dall'Associazione Manes. Dopo il successo della scuola dell'infanzia, gli ideatori hanno pensato di estendere l'iniziativa anche alle elementari, con una sperimentazione all'interno della scuola pubblica

Le scienze si studiano nel bosco, la geometria nell’orto. Un’esperienza che sta prendendo definitivamente il volo quella dell’Asilo nel bosco di Ostia Antica, gestito dall’Emilio e dall’Associazione Manes. Dopo il successo della scuola dell’infanzia, gli ideatori hanno pensato di estendere l’iniziativa anche alle elementari, con una sperimentazione all’interno della scuola pubblica.

Da settembre, dunque, anche i bambini da 6 anni in su potranno imparare divertendosi a contatto con la Natura, sulla base delle stesse idee pedagogiche che hanno animato l’asilo.

Un’esperienza “entusiasmante”, come l’ha definita Paolo Mai, maestro dell’asilo nel Bosco di Ostia Antica. L’università di Bologna e quella della Valle D’Aosta stanno preparando un lavoro di ricerca e osservazione sull’asilo nel bosco, guidato da Michela Schenetti e Fabrizio Bertolino.

Abbiamo chiesto direttamente a Paolo Mai di parlarci di questa bella iniziativa:

Com’è nata l’iniziativa?

L’iniziativa è nata come naturale conseguenza dei risultati molto incoraggianti ottenuti con l’asilo nel bosco dove i bambini sono cresciuti felicemente sviluppando autonomia, autostima, creatività e una socialità molto ricca e poco conflittuale. Il progetto dell’asilo nel bosco è frutto della collaborazione di due diverse realtà operanti nel nostro territorio: “L’Emilio” che gestisce da 15 anni un nido e una scuola dell’infanzia ad Acilia e “Manes” un’associazione di promozione sociale che si occupa del progetto “Maestri d Strada” che lavora per contrastare l’abbandono scolastico. La scuola nel bosco nasce semplicemente dalla volontà di rispondere al meglio ai bisogni dei bambini.

Cosa si fa in una scuola elementare nel bosco?

In una scuola nel bosco si lavora sugli stessi obiettivi richiesti dal Ministero, attraverso una didattica diversa che sfrutta le grandi opportunità che offre il contesto naturale e il diverso rapporto maestro/bambino che non è 1 a 25 come nella scuola tradizionale ma 1 a 8.

È per noi prioritario uno sviluppo del bambino che tenga conto della sua individualità, delle sue attitudini e dei suoi interessi e che non si concentri solo sull’aspetto cognitivo ma che si prenda cura anche delle sue emozioni e della sua creatività. Partendo dal presupposto che nessun bambino è uguale all’altro cerchiamo di creare dei sentieri di apprendimento individuali che rispettino i ritmi di ciascuno di loro. Pensiamo che la curiosità, la piacevolezza con cui si compie un lavoro e l’esperienza diretta siano gli ingredienti fondamentali affinché i processi di apprendimento risultino efficaci, cerchiamo di trasmettere al bambino il messaggio che è bene fare le cose non per far contenti gli adulti ma seguendo le proprie passioni.

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La natura è una grande maestra in quanto stimola la curiosità dei bambini e li stimola a fare delle domande. Per noi la scuola deve fare proprio questo : stimolare le domande e non pretendere delle risposte. La nostra aula sarà la città e cosi’ i bambini studieranno scienze nel bosco, storia agli Scavi di Ostia Antica e in tutto il meraviglioso patrimonio storico di Roma, geometria all’orto. Da noi non ci sono voti e pagelle gli alunni dovranno essere stimolati a fare non in vista del giudizio del maestro ma per piacere della conoscenza. Le giornate prevedono oltre alla parte più propriamente curricolare un momento dedicato alle arti e all’educazione emozionale il nostro obiettivo non è preparare gli alunni al lavoro ma alla vita e il lavoro sulle emozioni è fondamentale. Se un bambino non sa gestire la rabbia o l’ansia difficilmente otterrà successi e gioie nella sua vita.

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In Germania è stato calcolato che questo modello di scuola costa circa l’80% in meno di un istituto pubblico tradizionale. Perché in Italia non decolla?

In Germania il pluralismo educativo è un principio che trova riscontro nella pratica, in Italia no, pensate solo alla difficoltà con cui il metodo Montessori e il Reggio Approach così amati e diffusi in tutto il mondo hanno difficoltà a rientrare nelle opzioni di scelta delle famiglie. Di fatto in Italia la proposta educativa è unica e questo a causa dell’assurda centralizzazione della scuola voluta dalla politica che a parole parla di autonomia e di fatto imbriglia gli operatori del settore in pratiche burocratiche e amministrative per lo più inutili.

Per fortuna ci sono delle presidi coraggiose come quella dell’Istituto Comprensivo Amendola Guttuso che ci permetterà di fare questa sperimentazione all’interno della scuola pubblica. Ma il cambiamento della scuola non può essere delegato all’iniziativa dei singoli ma deve essere sollecitato e incentivato dal legislatore.

L’ultima legge italiana sulla scuola dell’infanzia e sulla primaria è del 1975 e forse è il momento di metterci mano in maniera seria e consapevole. Speriamo proprio che si ripeta la dinamica dell’asilo nel bosco: quest’anno eravamo solo noi e un’esperienza in Alto Adige in tutta Italia, l‘anno prossimo saranno una decina gli asili nel bosco che partiranno nel nostro Belpaese. Bisogna creare delle crepe nel muro del pregiudizio e dell’immobilismo e la luce che filtrerà sarà da stimolo alle molte risorse umane che ci sono in Italia che si è sempre contraddistinta nella storia per l’elaborazione di teorie pedagogiche di successo e per la creazione di scuole veramente efficaci e innovative.

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Per entrare nello specifico della questione dei costi abbiamo a Roma un altro esempio eclatante del fatto che la classe politica è più interessata alla ricerca del consenso che al benessere della comunità: un nido gestito dal comune di Roma costa alle casse pubbliche 1500 euro al mese a bambino, lo stesso servizio e mi sento di dire con una qualità maggiore viene fornito dalle strutture convenzionate dal comune di Roma a 715 euro. È evidente che c’è uno spreco intollerabile di risorse e il motivo per cui non si mette mano alla questione è che non si vuole alterare la suscettibilità dei sindacati che costituiscono un grosso bacino di voti. Questa non è una mia deduzione ma le parole di due diversi assessori ai servizi scolastici del comune di Roma con cui ho parlato negli anni passasti.

Qual è l’aspetto innovativo di questa nostra iniziativa? Secondo voi, può sposarsi con la scuola pubblica?

I vantaggi di questo approccio sono molti e sono stati evidenziati da diverse ricerche oltre che dalla nostra piccola esperienza. Ne partirà una in Italia coordinata dall’Università di Bologna e da quella della Valle d’Aosta e quest’anno ne abbiamo parlato in un Convegno internazionale all’Università Roma Tre. innanzitutto i bambini sono felici di andare a scuola e questo li predispone a costruire relazioni sociali costruttive e ad attivare processi d’apprendimento efficaci.

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Non molti lo sanno ma le neuroscienze dimostrano che quando siamo felici la nostra memoria funziona meglio, cosi’ come la nostra creatività e anche il sistema immunologico funziona a pieno regime. I nostri bambini si ammalano pochissimo e questo oltre che dalla felicità dipende che trascorrere la quotidianità all’aria aperta rinforza il sistema immunitario e rende difficile la diffusione di virus e batteri. La sensibilità verso la natura è un altro tratto che contraddistingue queste scuole, la natura è maestra e compagna di gioco e l’amarla è il primo passo per prendersene cura. In più abbiamo visto che quando vogliamo trasmettere competenze o informazioni se i bambini fanno un’esperienza diretta senza la mediazione del maestro e del libro le acquisiscono in molto meno tempo e rimangono nel loro bagaglio di conoscenze utili per la vita senza che scompaiano presto come accade nell’approccio tradizionale.

Quali sono i vantaggi per i bambini e per i genitori, sia sotto il profilo educativo che sotto quello relazionale?

Il vantaggio per i genitori è che sono parte attiva del processo, non crediamo che l’educazione dei propri figli possa essere delegata e per questo coinvolgiamo i genitori nei processi di progettazione e analisi del lavoro che quotidianamente facciamo.

Francesca Mancuso

Foto: L’asilo nel bosco

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