Lo “sleepinfluencer” è colui che dorme e pubblicizza il marchio o i prodotti in questione tramite social.
C’è un modo nuovo di lavorare ed è quello di dormire e dare opinioni. Un nuovo mestiere a metà strada tra il collaudatore di materassi e l’influencer sui social network
Nell’era degli influencer non poteva mancare chi si serve dei social anche per… dormire: uno che schiaccia un pisolino “solo” per professione e viene pure pagato. Pare si tratti del nuovo ingaggio di cui sono alla ricerca produttori di materassi, albergatori e ospedali, ma anche scienziati e medici per studiare il cervello e le altre attività del corpo.
Galeotta fu l’azienda texana Mattress Firm che , presente da circa trent’anni nel campo della vendita di materassi, avrebbe lanciato per prima la singolare iniziativa, delineando così la figura dello “snoozetern”, un dipendente che, anziché sedersi al pc o fare marketing, si occupa di mettersi a letto nel senso letterale del termine.
La paga? 20 ore settimanali per 200 dollari di compenso.
Da lì a prenderne spunto il passo è breve e a cercare uno “sleepinfluencer” (non solo si dorme ma si deve poi anche pubblicizzare il marchio o i prodotti in questione tramite social), si sono messe parecchie aziende su diversi profili:
Tester letto e materasso
In questo caso si può lavorare come tester per materassi in hotel di lusso e il lavoro consisterebbe nel dormire sul letto in stanze diverse e fornire poi recensioni e blog sull’albergo e sul comfort. Qunar, per esempio, un sito di recensioni di viaggi, assume sleepfluencer per dare opinioni sulle camere e il suo comfort.
Anche le aziende di materassi e piumoni assumono un dormiente professionale per testare i prodotti e dare suggerimenti.
Oggetto di ricerca scientifico / medico
Spesso scienziati e dai ricercatori conducono diverse ricerche sul sonno e sui suoi disturbi per le quali necessitano senza dubbio di “dormiglioni professionisti”. In genere, per fare ciò viene richiesta la capacità di dormire con fili e nastri sul corpo e svariate apparecchiature di ricerca.
Questi studi in genere si concentrano sulla misurazione delle onde cerebrali, sul processo di respirazione, sui cambiamenti nel ritmo cardiaco e sui movimenti dei muscoli.
Lavorare per le aziende che prevedono un pisolino nell’orario di lavoro
Colossi come Google e Facebook mirano a tirare fuori il meglio dei proprio dipendenti anche offrendo loro un buon pisolino durante l’orario di lavoro. Dormono su un’apposita sedia che ha programmi integrati come una voce rilassante che insegna a calmarsi o certi ritmi e musica o vibrazioni provate che possono far addormentare chiunque. Se non è pubblicità questa…
Per ora quella dello sleepinfluecer è una mansione che ha ancora pochi adepti in Italia, avendo avuto un particolare boom solo negli States solo negli ultimi periodi. Ma voi, sareste d’accordo a lavorare dormendo?
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Germana Carillo