Meditazione tibetana per curare il cancro. Al via la sperimentazione a Bologna

La meditazione tibetana Tong Len potrebbe trasformarsi in una nuova arma per la lotta contro il cancro. Essa verrà utilizzata a partire da febbraio 2013. La meditazione tibetani Tong Len verrà introdotta nel reparto di oncologia dell’ospedale Bellaria di Bologna. La sua introduzione ospedaliera verrà effettuata sotto la guida dell’equipe di Gioacchino Pagliaro, direttore del reparto di psicologia clinica dell’ospedale bolognese.

La meditazione tibetana Tong Len potrebbe trasformarsi in una nuova arma per la lotta contro il cancro. Essa verrà utilizzata a partire da febbraio 2013. La meditazione tibetani Tong Len verrà introdotta nel reparto di oncologia dell’ospedale Bellaria di Bologna. La sua introduzione ospedaliera verrà effettuata sotto la guida dell’equipe di Gioacchino Pagliaro, direttore del reparto di psicologia clinica dell’ospedale bolognese.

Per la prima volta, a livello internazionale, un’azienda ospedaliera ha preso la decisione di approvare la sperimentazione di una terapia di meditazione tibetana sui pazienti del reparto di oncologia. Nei prossimi giorni verrà effettuata la scelta degli 80 pazienti che parteciperanno alla sperimentazione.

Al fine di verificare l’efficacia della terapia tibetana, 40 di essi saranno sottoposti alle pratiche di meditazione, mentre i restanti pazienti non dovranno seguire la nuova terapia proposta all’interno del reparto di oncologia, formando un gruppo di controllo. Gli esperti non conosceranno i nomi di coloro che saranno sottoposti al test, ma saranno al corrente del tipo di patologia e di alcuni valori sanguigni.

La terapia tibetana in oggetto prende il nome di “Tong Len”, con il significato di “Prendere e dare”. Essa precede principalmente la pratica della meditazione. Fino ad oggi non esistono prove scientifiche che dimostrino al di fuori di ogni dubbio che dalla pratica della meditazione tibetana Tong Len possano essere tratti dei benefici per la salute salute per i pazienti oncologici e la sperimentazione potrà permettere di comprendere se tale attività possa provocare nei pazienti dei cambiamenti in positivo, alleviando stati di ansia o di tensione e migliorando i valori del sangue.

Marta Albè

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