Shinrin-yoku: il segreto per guarire è nella foresta

Vivere a contatto con la natura ci fa sentire meglio e la scienza lo sta dimostrando uno studio dopo l’altro. Shinrin-yoku è un’espressione giapponese impossibile da tradurre con una sola parola in italiano. La troviamo tra le parole giapponesi quasi intraducibili ma con un significato davvero profondo.

Vivere a contatto con la natura ci fa sentire meglio e la scienza lo sta dimostrando uno studio dopo l’altro. Shinrin-yoku è un’espressione giapponese impossibile da spiegare con una sola parola in italiano. La troviamo tra le parole giapponesi quasi intraducibili ma con un significato davvero profondo.

Shinrin-yoku significa “trarre giovamento dall’atmosfera della foresta” o “bagno nella foresta”. Si tratta insomma di una vera e propria immersione nel verde con l’obiettivo di godere dei benefici della natura per la nostra salute.

In Giappone è comune prescrivere ai pazienti un bel “bagno nella foresta” perché è noto che passeggiare tra gli alberi può essere utile per ridurre lo stress, per rafforzare il sistema immunitario e per ritrovare il buonumore e le energie. Il Governo giapponese invita i cittadini a passeggiare tra gli alberi mettendo a loro disposizione degli esperti che indicano come fare per respirare profondamente, per camminare in consapevolezza nella natura e per sperimentare davvero i benefici di qualche ora passata tra i boschi.

Secondo la psicologia ambientale, è l’ambiente in cui ci troviamo che determina il nostro modo di essere. Gli abitanti delle città, che spesso sono molto stressati, amano andare alla ricerca di un’occasione di fuga nella natura, ad esempio sfruttando un fine settimana per una gita in montagna.

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Jose Antonio Correia, professore di Psicologia Ambientale presso l’Università Autonoma di Madrid, spiega che:

“Con l’avvento della società moderna le città hanno iniziato a rappresentare una sicurezza contro le possibili aggressioni della natura. Ora sappiamo che questo atteggiamento è sbagliato e che possiamo parlare addirittura di disturbi da deficit di natura: aumento dell’obesità, malattie respiratorie, carenza di vitamina D, stress… La città ci offre protezione e comfort, ma il nostro sistema nervoso non si è del tutto adattato all’ambiente urbano e sente dunque la mancanza di una stimolazione da parte dell’ambiente naturale che ha permesso la sopravvivenza della nostra specie”.

A suo parere siamo vittime di un vero e proprio analfabetismo riguardo alla natura e dovremmo ricominciare a vivere nel verde per sentirci meglio. Insomma, dovremmo imitare i giapponesi e cercare di trascorrere più tempo passeggiando in un parco o in un bosco. Possiamo lasciarci incantare dalle meraviglie della natura e recuperare la nostra memoria ancestrale e i nostri istinti primari.

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Secondo Correia, quando non possiamo lasciare la città per raggiungere un bosco possiamo comunque passeggiare in un parco nella nostra zona. Anche i parchi infatti possono avere un’azione terapeutica, soprattutto se ci soffermiamo a contatto con gli elementi naturali che li compongono, magari abbracciando un albero. Senza dimenticare che secondo il filosofo Henry David Thoreau trascorrere del tempo nei boschi ci aiuta a comprendere la vera essenza della vita e a diventare più saggi.

“Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa”, scriveva Thoreau in Walden.

E quando non possiamo uscire di casa? Correia consiglia di recuperare il contatto con la natura grazie all’aromaterapia e agli oli essenziali. Pensiamo, ad esempio, agli oli essenziali di pino, timo o rosmarino: tutti profumi rinvigorenti che possiamo assaporare mentre chiudiamo gli occhi, ci rilassiamo e immaginiamo di essere sdraiati su un prato o di passeggiare in un bosco.

Marta Albè

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