L'insegnamento profondo del Shikata ga nai giapponese: accettare le sfide della vita, riconoscendo come e quando rispondere.
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Forse a molti, se non a tutti, farebbe bene portare un po’ di Shikata ga nai nella propria quotidianità, per sdrammatizzarla e renderla, al tempo stesso, più cosciente. Shikata ga nai è un’espressione tipica della cultura giapponese: ricorda che le cose sono così come sono e che non sempre abbiamo il controllo sulla nostra vita.
Orrore? Sbigottimento e incredulità perché la verità introiettata è che “ottieni tutto quello che vuoi con il pensiero positivo, la visualizzazione creativa, la fiducia in te e quanto sei figo si misura dal successo che hai”?
Più che comprensibile, nel nostro mondo occidentale new-age-izzato e materialista. Ecco perché qualcuno (o più di qualcuno) potrebbe leggere – nel Shikata ga nai – una posizione passiva, remissiva, che rimanda ad un pessimismo annichilito e frustrato, esprime e rafforza un disagio di assenza di capacità di controllo sulla propria vita ma, nella realtà più profonda, non è affatto così.
L’antica saggezza giapponese
Dentro c’è una saggezza antica. Due infatti sono gli aspetti impliciti che è importante sottolineare: il riconoscimento “sereno” della situazione (che implica la capacità di vivere nel qui ed ora, l’accettazione delle sfide che la vita porta anche nelle “spiacevolezze”) e la consapevolezza che NON sempre si è in grado di fare qualcosa, per cambiare la realtà, ma molte volte sì. Bisogna saper cogliere la differenza e, così, andare oltre, andare avanti.
Shikata ga nai permette insomma di dare peso, sforzarsi, impegnarsi, sudare, offrire il meglio di sé là dove merita, dove ha senso ed è utile, costruttivo e al tempo stesso offre la visione saggia per accogliere, lasciando andare, senza opporre resistenza ma fluendo insieme – nel miglior modo possibile – nelle situazioni che non si possono cambiare. Non è mica da poco.
Così facendo, tra le altre cose, si evitano un sacco di sofferenze inutili, di inefficienti sensi di colpa e di accanimenti dolorosi. E, al tempo stesso, si diventa più forti e consapevoli; ci si concentra sull’azione in un’altra direzione (non opposta e contraria alle situazioni spiacevoli, ma alternativa, creativa), nella gestione delle conseguenze, del qui ed ora, quale che sia.
Shikata ga nai è un promemoria; accettarlo è una scelta che va ripetuta, ogni volta. Certo va poi anche digerita, elaborata e interiorizzata nella pratica, attraverso la vita ma fare la scelta riduce automaticamente le tensioni e così apre a nuove possibilità. Vale la pena provarci.
6 passi per praticare Shikata ga nai
Candice Kumai, nel suo libro “L’arte giapponese di nutrire mente, corpo e spirito” (in lingua inglese) suggerisce sei modalità per entrare più facilmente in questa attitudine:
Respirare profondamente
La respirazione profonda, specialmente attraverso il naso, aiuta a sentirsi più radicati a terra, riporta alla realtà. Nel respirare è importante prestare attenzione al corpo, alle tensioni: portare il respiro in quelle zone aiuterà a rilassarle.
Una consapevolezza: il paragone con gli altri non aiuta mai
Paragonare la propria vita a quella degli altri è una pratica senza senso e foriera di frustrazioni. È come se una rosa si paragonasse ad un girasole: qual è il senso? Ognuno ha la sua unicità, la sua storia e il suo compito. Quando ci si ritrova a confrontarsi con qualcun altro meglio staccare la spina; prendersi del tempo per onorare quello che si è, si sa fare, si è fatto, le proprie caratteristiche personali. Diverso è, ovviamente, utilizzare la vita altrui per trarre spunti e insegnamenti che possono essere utili anche per sé.
Prendersi cura di sé
Spesso siamo così orientati a fronteggiare gli impegni e i ritmi che ci vengono imposti che non esistiamo più, davvero, come persone. Siamo solo di corsa, a rincorrere l’orologio per fare tutto. È importante fare degli stop. Prendersi cura di sé in modo serio: del proprio corpo (con cibo sano, biologico o meglio biodinamico); delle proprie emozioni (dedicando e difendendo il proprio tempo di affetti, vita in mezzo alla natura); della propria mente (con buone letture, sano divertimento che porti beneficio a tutti) e del proprio spirito.
Cambiare prospettiva
Le cose spesso sono come sono ma sempre la capacità di guardarle da un altro punto di vista fa la differenza. Come cambiare prospettiva? Staccare, magari con un piccolo viaggio, potrebbe aiutare. Ma più semplicemente si tratta di darsi la possibilità di fare, normalmente, cose diverse. È anche un allenamento che si può fare ogni giorno: prendendo strade nuove per arrivare in un determinato posto, spostandosi di posizione per vedere il panorama da un punto diverso dal solito, visitando città nuove, guardando un documentario, facendo attività che non si erano mai fatte prima. Cogliendo gli stimoli creativi e costruttivi che la vita propone e non si erano mai considerati.
Andare in mezzo alla natura
Trascorrere del tempo nella natura è un modo nuovo di praticare shikata ga nai. Camminare lentamente attraverso i boschi, prendendosi il tempo per contemplare e godere della bellezza e della vita in cui si è immersi, respirare profondamente l’ossigeno fresco, inalare gli oli naturali rilasciati dagli alberi aiuterà ad aprire il cuore. Entrare in relazione con la natura può dare intuizioni, consapevolezze e visioni nuove.
Saper chiedere aiuto
Gli amici si vedono nei momenti di difficoltà. E nei momenti di difficoltà è importante chiedere il sostegno degli amici.
Shikata ga nai non è sempre facile. Si tratta di una “resa” saggia, attiva. Che può essere ancora più serena e forte per chi sente risuonare – negli eventi che incontra nella vita – la mano del mondo spirituale che – al di là di quello che ci può umanamente piacere o no – ci porta sempre soltanto esperienze utili: per la nostra crescita e quella del nostro spirito. Insomma, la vita procede. Noi possiamo e dobbiamo fare la differenza, seguendo il Suo Gioco. Consapevolmente.
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