Lagom, arriva in Italia la ricetta svedese per vivere meglio ed essere felici. In modo sostenibile, nel rispetto di tutti.
![lagom](https://www.greenme.it/wp-content/uploads/2017/09/lagom.jpg)
La perfezione, d’accordo, non esiste ma qualcosa che si avvicina alla “misura giusta” individuale per ogni cosa sì e si riassume in una parola sola: lagom. Niente eccessi, niente sbavature o ridondanze ma neanche mancanze, insufficienza: siamo, insomma, nel concetto chiave che si nasconde nel “qb”, quanto basta, delle nostre ricette di cucina. La dose giusta, perfetta, per i propri gusti e per mettere insieme in modo armonico tutti i pezzi della nostra vita.
“Ricambia con equità, rispondi in base alla domanda”: in questo principio svedese si riassume, in parte, il concetto che sta alla base del lagom. D’altra parte, è svedese pure lui. Ed è raccontato, illustrato e dettagliato nelle possibili applicazioni pratiche quotidiane nel libro, fresco di stampa ed edito da Bur-Rizzoli, “Lagom, la ricetta svedese per vivere con meno ed essere felici“.(linkaffiliazione)
Lagom – secondo l’autrice, Lola Akerström, fotografa e giornalista direttrice del sito di viaggi Slow Travel Stockholm – è “il segreto che spiega uno stile di vita improntato alla consapevolezza sociale, alla moderazione e alla sostenibilità” ed è diventato un trend un po’ ovunque, nell’ultimo anno. C’è chi lo contrappone allo hygge danese (che “ferma” una situazione di calda intimità e relax con se stessi o con persone amate); secondo Elliot Stocks, co-editor e creative director del magazine Lagom, lo “hygge cattura un momento preciso di felicità, mentre lagom è uno stile di vita”, quindi fornisce indicazioni più generali.
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Equilibrio, moderazione: saper cogliere, nel momento e nella situazione che si sta vivendo, che si sta affrontando, quello che serve. Lagom, insomma, incoraggia a seguire ciò che è davvero meglio per se stessi. Niente di più (che non serve), niente di meno (che potrebbe creare una mancanza). Questo implicito “less is more” (meno è meglio) non significa – come sostiene invece Richard Orange, giornalista del Guardian che vive in Svezia – autoprivazione, basse aspettative e bieco conformismo ma – piuttosto – ricerca di armonia. Di saggezza. “La giusta quantità è la migliore”: ricorda un altro proverbio, sempre svedese. Il che – diciamolo – non toglie ovviamente (neanche in Svezia) la possibilità di eccessi ma li rimanda a situazioni eccezionali, particolari.
Concretamente, cosa significa vivere lagom?
In cucina, ad esempio, implica ricette né troppo semplici né molto elaborate. A tavola, ricorda non solo di evitare lo spreco ma invita alla consapevolezza sociale, ovvero ricorda che le nostre azioni individuali sono al servizio del bene collettivo e quindi suggerisce di mangiare in modo sostenibile, etico e a chilometro zero (“è per questo motivo – spiega Lola Akerström – che in Svezia ci sono campagne che incoraggiano, per esempio, a mangiare meno carne e a non consumare il gambero gigante indopacifico, a causa delle pratiche poco sostenibili e dannose per l’ambiente legate a questi cibi”).
Per quanto riguarda il benessere e la salute, la filosofia lagom vuole che la mente si riposi abbastanza, che il corpo faccia sufficiente esercizio e che le anime si ricarichino passando un po’ di tempo in solitudine: senza eccedere né trascurarsi, grazie ad abitudini che possano facilmente diventare una routine personale. E poi, il relax. Evviva. Rilassarsi significa purificare mente e corpo: che sia con un rituale mattutino di cinque minuti o con un week-end solitario ogni mese, ma «scollegarsi» in modo consapevole aiuta a rallentare e ascoltare le nostre esigenze più profonde. Totalmente lagom.
E gli acquisti? Sono utili e versatili (a proposito di moda: “immaginate in quanti modi potreste indossare gli abiti che vedete, completi di accessori più o meno eleganti. Se riuscite a visualizzare almeno cinque look, procedete all’acquisto”: suggerisce l’autrice del libro). Di qualità, perché fatti per durare e piacere.
Secondo Kjell A. Nordström, imprenditore ed economista svedese, il concetto di lagom ha dato vita a “una cultura di correttezza e fiducia. Contiene il consumo e l’egoismo eccessivi e si assicura che tutti i membri della squadra (che si tratti di una scuola, di un’impresa o dell’intero Paese) ottengano ciò che spetta loro”. Non è poco. Vale la pena di portare almeno un po’ di lagom proprio qui, nel nostro Bel Paese dello Stivale. Cominciando ovviamente da noi (a proposito: Lola Akerström, nel suo libro, fornisce chiare istruzioni per l’applicazione in tutti i settori della nostra vita: dal denaro alla vita sociale, dalla casa alla moda, dalla cultura alla natura).
Per finire, una curiosità: lagom viene spesso scritto «lar-gohm» e «lar» suona come «bar», ma in realtà la pronuncia più giusta di questo termine è «laa-gam» (allungando leggermente la prima sillaba e socchiudendo appena le labbra si imita la dizione di un madrelingua svedese). Così, per saperlo… lagom.
Anna Maria Cebrelli