Shrek è esistito davvero e la sua storia vi darà una grande lezione di vita

Tutti conoscono Shrek, il film di animazione di Andrew Adamson e Vicky Jenson e record di incassi, ma pochi sanno che il popolare personaggio forse è esistito davvero.

Basato sulla fiaba omonima del ‘90 di William Steig, il personaggio di Shrek pare sia ispirato da Maurice Tillet, un wrestler che visse nei primi anni del Novecento e che soffriva di acromegalia, una sindrome cronica.

Tillet sviluppa in gioventù questa malattia che porta ad una crescita fuori scala dei tessuti a causa di un eccesso di ormone della crescita. Nato negli Urali da genitori francesi, Tillet si trasferisce a Reims in Francia, durante la rivoluzione.

Ma all’età di 17 anni, iniziano per lui i problemi. Non solo gigantismo al naso, alla testa e alle mani, ma anche dolori come emicranie, artrite e diabete. Nonostante tutto però, Tillet si arruola nella marina francese e durante uno dei suoi viaggi incontra Carl Pojello, un wrestler professionista che lo convince a salire sul ring.

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Abbandona così il sogno di diventare attore e abbraccia quello di lottatore. All’inizio della Seconda guerra mondiale inizia la sua carriera negli Stati Uniti, lottando fino alla sua morte, avvenuta a soli 51 anni.

Un uomo dal cuore grande che amava gli animali e aveva perfino un asino. Soprannominato ‘Angelo francese’, il campione è diventato una leggenda e anche se gli autori di Shrek non hanno mai confermato di essersi ispirati a lui, la somiglianza c’è ed è palese.

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Soprattutto perché, sul ring erano in molti a chiamarlo ‘orco’. Aspetto fisico, soprannome, un asino per amico, come non pensare a Shrek? E proprio come il personaggio animato, Tillet era visto come un mostro, ma in realtà era un guerriero della vita, un uomo che nonostante le difficoltà, non si è arreso, arrivando al traguardo.

La storia di Tillet è una lezione di vita perché è quella di una persona che ha imparato ad accettarsi ed essere se stesso, anche se lontano dagli standard imposti dalla società.

Ad un certo punto, ha smesso di pensare a ciò che gli altri vedevano in lui, convivendo al meglio in quel corpo in cui probabilmente non ci si ritrovava. Ognuno di noi ha il dovere e il diritto di migliorarsi, ma bisogna anche accettarsi per non rimanere intrappolati da paura immaginarie. Solo così facendo l’orco verde riesce a salvare la sua principessa Fiona.

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