Si è spento Marco Diana, malato di cancro, che per anni si è battuto per far riconoscere i danni provocati dall'uranio impoverito
È morto a soli 50 anni Marco Diana, sottufficiale dell’Esercito in pensione, diventato il simbolo della battaglia contro i danni provocati dall’uranio impoverito. Malato di un grave tumore da tempo aveva accusato lo Stato di averlo abbandonato.
Marco Diana aveva combattuto in Somalia e Kosovo e proprio dopo queste missioni aveva scoperto di essere malato di un tumore incurabile al sistema linfatico. Da allora ha lottato contro tutto e tutti, soprattutto contro coloro che non credevano che la malattia che aveva colpito lui (e diversi altri suoi compagni) fosse causata dall’uranio impoverito a cui era stato esposto durante le diverse missioni all’estero.
Il sottufficiale, infatti, era specializzato in missilistica e dunque era spesso a contatto con l’U238, materiale con cui si realizzano i proiettili di artiglieria e che sviluppa temperature molto alte nebulizzando particelle pericolose se inalate o ingerite.
Non è certo l’unico che, dopo le missioni in Afghanistan, Bosnia, Kosovo e Iraq, si è trovato alle prese con una forma tumorale grave. Si parla di circa 400 soldati, alcuni dei quali sono già morti nel corso degli anni.
Grazie alle sue battaglie, gli venne quanto meno riconosciuta la causa di servizio, la pensione e anche un risarcimento, ma sempre troppo poco considerando che aveva perso completamente la salute ed era preda di grandi sofferenze.
Marco ha dovuto combattere per anni per ottenere ciò che gli spettava e più volte si è visto negare i rimborsi per le cure molto costose che doveva affrontare, per questo ha chiesto aiuto a parenti e amici ed è arrivato nel 2013 a dover vendere la sua casa a Villamassargia, nel Sulcis.
L’ex sottufficiale si è sentito completamente abbandonato dallo Stato e più volte ha fatto sentire la sua voce. Qualche anno fa venne anche denunciato insieme alla sorella per vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate e tentata truffa in concorso.
Marco era ricoverato già da qualche giorno al Policlinico di Monserrato dove ieri si è spento.
Fonti: Unione Sarda / Corriere della Sera
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