Armine, la modella di Gucci attaccata e insultata per la sua bellezza 'anticonvenzionale' che ha scatenato molte polemiche.
Il body shaming colpisce ancora e questa volta la vittima è Armine Harutyunyan, modella di Gucci la cui “colpa” è non corrispondere ai canoni di bellezza classici. La sua sfilata alla Fashion Week di settembre a Parigi ha infatti scatenato un mare di insulti.
Una schiera di misogini, e anche razzisti armenofobi, hanno continuato ad attaccarla, denigrandola per il suo aspetto non convenzionale, definendola brutta e inadatta al mondo della moda. Nel suo stesso paese, l’Armenia, purtroppo è stata di vittima di moltissimi haters.
Sui social non sono mancante le derisioni anche da parte di altre donne, come segnala su facebook “Diariodiunmarocchino“, che l’hanno denigrata con commenti vergognosi:
“…Commenti che vertono solo alla denigrazione fisica, alla distruzione psicologica di una donna che sta cercando solo di realizzare il sogno di diventare “Modella”. Senza togliere niente a nessuno.”
https://www.facebook.com/Diariodiunmarocchino/posts/2720781668210454
La sua immagine è circolata accompagnata addirittura dalla domanda: “voi ci uscireste a cena?“
Alessandro Michele, attuale direttore creativo di Gucci, si è fatto da subito riconoscere per le sue scelte estetiche anticonvenzionali che, se per alcuni sono semplice questione di marketing, insomma un modo per stupire fine a se stesso, per altri veicolano una nuova idea di mondo inclusivo e aperto verso la “diversità”.
A prescindere dal marketing e dalle contraddizioni, è comunque interessante che un brand di tale portata proponga modelli alternativi ai classici standard, come nel caso di Armine Harutyunyan, perché è anche attraverso scelte di questo tipo che si contribuisce a cambiare la mentalità, nel caso specifico dimostrando che esistono tanti tipi diversi di bellezza.
E che non corrispondere alla bellezza comunemente intesa, spesso associata a corpi statuari e volti dai lineamenti “armonici”, non è una colpa. Purtroppo non sembra rendersene conto chi deride il corpo altrui perché non rispetta i canoni estetici della cultura in cui vive. Queste persone, consapevoli o meno, alimentano il pericoloso fenomeno del body shaming.
Ma che senso ha continuare a giudicare le persone, a umiliarle e criticarle perché non sono come riteniamo che dovrebbero essere? Con che presunzione ci arroghiamo il diritto di decidere cosa va bene e cosa no, cos’è “davvero” bello e cosa non lo è? Questi soprusi devono finire!
FONTI: Facebook
Ti potrebbe interessare anche:
- “Sono pelata e sono bella”: la storia di Silvia, che accettando l’alopecia ha imparato ad amarsi così com’è
- La modella calva e con una grave malattia che ha sfidato il mondo della moda