Nel Circeo, gli speleologi hanno identificano la grotta "segreta" dove Ulisse, nei racconti Omero, nascose le sue imbarcazioni.
È uno squarcio nel mare blu del Circeo, una fessura nella roccia calcarea. Se Ulisse, nel poema di Omero, nascose da qualche parte il suo carico, probabilmente lo fece proprio in questa splendida fenditura nei pressi di Torre Paola, che conduce a una grotta lunga più di 100 metri. Per gli speleologi sarebbe proprio quella descritta nell’Odissea.
Secondo il mito, infatti, Ulisse entrò con la sua nave nell’odierna Cala dei Pescatori sul lago di Paola, per poi essere ammaliato dalla Maga Circe, il cui profilo è ancora oggi visibile nella sagoma della montagna. Ma dove posizionò il suo carico?
Gli archeo-speleologi sono entrati nella fenditura carsica che si nota ai piedi del promontorio del Circeo, nei pressi di Torre Paola, e hanno accertato la presenza di una grotta gigantesca, la più grande tra quelle scoperte nel promontorio del Circeo, dove tra l’altro vive anche una grossa colonia di pipistrelli non ancora censita.
“Addentrandoci nelle oscure viscere della montagna, siamo riusciti a documentare quelle che con ogni evidenza sembrano essere le ‘cave grotte‘”, racconta il ricercatore Lorenzo Grassi.
Il complesso scavato nella roccia corrisponde insomma con la descrizione e con i riferimenti geografici della narrazione di Omero. E a riprova c’è anche una Carta del Monte Circeo e Circondarj di S. Felice, realizzata da Giovanni Battista Cipriani nel 1830, dove la fenditura è descritta come “due grotte una sopra dell’altra” e si dice che “in quella a mare entrano i bastimenti”.
“Anche considerando il livello del Mediterraneo all’epoca del viaggio di Ulisse – conclude Grassi – risulta possibile il ricovero delle navi e c’erano vasti ambienti ipogei dove poter mettere i carichi al sicuro”.
La fessura, insomma, porta a una grotta enorme lunga oltre 100 metri, larga 30 e alta 25, con una cubatura di 30mila metri cubi. In più, si trova anche un’uscita in alto, vicina alla torre, utilizzata forse un tempo per accedervi da terra.
“L’ipotesi che quella sia la grotta utilizzata da Ulisse – dichiara Paolo Cassola, direttore del Parco Nazionale del Circeo – è indubbiamente interessante e suggestiva”.
Ulisse mise qui le sue navi al sicuro, nel suo lungo e mitico viaggio per ritornare in patria. In questo modo, gli speleologi oggi hanno non solo fatto una eccezionale scoperta ma anche portato a compimento l’indagine e le prime osservazioni condotte 35 anni fa dallo storico Tommaso Lanzuisi.
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Germana Carillo