Il Cammino dei Briganti: 100 km di cammino tra paesi medievali e natura selvaggia dell'Abruzzo e del Lazio, un'esperienza unica da fare da soli o in compagnia
Indice
100 km di cammino tra paesi medievali e la natura selvaggia di Abruzzo e Lazio. È il Cammino dei Briganti che ripercorre appunto, le orme della Banda di Cartore tra la Val de Varri, la Valle del Salto e le pendici del Monte Velino.
Un percorso a quote medie, tra gli 800 e i 1300 metri, che in sette giorni traccia terre, boschi, montagne attraversate ormai oltre 150 anni fa dai briganti. Ieri tra Stato Pontificio e Regno borbonico, oggi tra Abruzzo e Lazio, il cammino parte e arriva a Sante Marie, vicino Tagliacozzo, in provincia dell’Aquila. Sentieri percorsi dai briganti e oggi trasformati in tappe attrezzate e segnate, percorribili a piedi. Qualche mese fa è stata pubblicata anche la Guida ufficiale del Cammino.
https://www.facebook.com/CamminoBriganti/posts/4054314684624553
Vediamo insieme le varie tappe del Cammino dei Briganti, divise giorno per giorno.
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1°giorno
Sante Marie (850 m) a Santo Stefano (1.050 m)
(5,6 km). Dislivelli: in salita 381 m – discesa 156 m
Tappa breve che consente di arrivare a Sante Marie in auto o treno e camminare un po’ per entrare nello spirito del viaggio.
2° giorno
Santo Stefano (1.050 m) a Valdevarri (1.020 m) e a Nesce (850 m)
(13,9 km). Dislivelli: salita 394 m, discesa: 625 m
Si arriva nel bel borgo medievale di Nesce. Si entra in Val de Varri, la valle meno turistica del viaggio, pensate che la strada che la attraversa è stata asfaltata pochi anni fa. Dalla Val de Varri si scavalca e si entra nella Valle del Salto, passando sopra una piccola montagna, e scendendo al paese di Poggiovalle. È il paese dei briganti, da qui venivano alcuni briganti famosi. Sotto il paese scorre il fiume Salto, da una parte c’è Nesce.
3° giorno
Nesce (850 m) – Villerose – Spedino – Cartore (944 m)
(16,6 km). Dislivelli: salita 440 m, discesa 333 m
Si scende il fiume Salto camminandovi a fianco per un tratto. Poi si passa sotto il monte Rose fino a Spedino, poi si percorre la strada sterrata fino al bellissimo villaggio di Cartore, sede di una famosa banda di briganti.
4° giorno
Anello di Cartore – Lago della Duchessa (tappa facoltativa)
Ci sono due possibilità, una più semplice di 12,3 km e una di 15 km, ma molto più lunga come dislivelli e solo per escursionisti esperti. Entrambe le possibilità sono descritte dettagliatamente nell’apposito libro.
* Terza ipotesi (non descritta nella guida) – Da Cartore è possibile effettuare una variante fuori dal Cammino, salendo sul monte Velino (2489 m), dormendo al Rifugio Sebastiani e tornando da un altro sentiero a Santa Maria in Valle, in due giorni di cammino. Variante estiva per camminatori molto allenati e ben preparati a muoversi su sentieri difficili, e poco segnati. Il terreno è di alta montagna, severo e aereo. Per questa variante dovete avere la mappa topografica del Monte Velino, e seguire i sentieri, cercando di non perderli.
5° giorno
Cartore (944 m) – Santa Maria in Valle Porclaneta – Rosciolo (909 m)
(8 km). Dislivelli: salita 270 m, discesa 330 m
Si arriva a Rosciolo, bel borgo medioevale. Da Cartore si risale al Passo Le Forche, sotto il Monte Velino, e si scende a Santa Maria in Valle Porclaneta, altro luogo carico di suggestioni, tra le quali una magnifica chiesa romanica, capolavoro d’arte del X secolo.
6° giorno
Rosciolo – Magliano de’ Marsi – Casale Le Crete (Tagliacozzo) (770 m)
(14,5 km) Dislivelli: salita 260 m, discesa 350 m
Ultima tappa, prima si passa il paese di Magliano, poi si sale il versante del monte San Nicola e si scende al Casale Le Crete. Si può passare da Sorbo o da Scurcola Marsicana.
7° giorno
Casale Le Crete (Tagliacozzo) – Sante Marie (850 m)
(21 km) Dislivelli: salita 560 m, discesa 450 m
Dal Casale si cammina su panoramici stradelli sterrati fino a San Donato, si sale ai ruderi di un antico castello, si scende a Scanzano e poi a Tubione e Sante Marie, per stradelli e sentieri.
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I briganti vivevano sul confine per passare da una parte all’altra a seconda della minaccia. I briganti non erano malviventi, erano più simili ai partigiani, lottavano contro l’invasione dei Sabaudi, che avevano costretto il popolo a entrare nell’esercito. Erano spiriti liberi, che non volevano assoggettarsi ai nuovi padroni, e per questo erano entrati in clandestinità. Una storia fatta anche di rapimenti, riscatti, e tanta violenza, si legge sul sito.
Il cammino, che non necessariamente si deve percorrere nel suo insieme, può essere affrontato sia a piedi che in mountain bike. Si parte da Sante Marie, vicino a Tagliacozzo per proseguire verso Valdevarri nel Lazio, dove le signore ancora lavano il bucato alla fonte e Nesce, dove passò anche San Francesco nei suoi viaggi.
Paesi quasi disabitati e poco conosciuti, si rientra poi in Abruzzo, a Cartore, magico borgo alle pendici del Velino sede dell’omonima banda di briganti, con una puntata al Lago della Duchessa, incastonato nell’ Appennino. Poi Santa Maria in Valle, Rosciolo e Scurcola Marsicana, tra i borghi meglio conservati della Marsica, per poi tornare a Sante Marie.
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