Tutto ciò che serve sapere per partire con un neonato in tutta sicurezza
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È arrivato da poco un bebè in casa e non volete rinunciare alle vacanze estive? Giusto così! Viaggiare con un neonato a seguito, per quanto possa sembrare faticoso, è in realtà possibile e semplice oltre ogni aspettativa. E potrebbe risultare la soluzione idonea per staccare un po’ la spina e risollevarsi dalla stanchezza che il nuovo arrivato ha inevitabilmente portato con sé.
Purché vi ricordiate che il cucciolo ha bisogno di cure costanti anche fuori casa e di comfort, il segreto di un viaggetto in famiglia in tutto relax è uno soltanto: allontanare qualsiasi tipo di ansia da mammine iperprotettive e seguire giusto qualche regola per non ritrovarsi con un pupo lagnoso e sofferente.
A fornirci qualche dritta ci pensa la SIN, Società Italiana di Neonatologia, per scegliere al meglio la meta, il mezzo di trasporto e le cure migliori da dare al piccolo fuori casa. A patto che si cominci a viaggiare dopo la prima decina di giorni di vita, periodo nel quale alcune condizioni (avvio dell’allattamento, calo ponderale, eventuale ittero…) potrebbero essere a volte monitorate con l’aiuto del pediatra scelto, il bimbetto non trarrà che giovamento da una bella vacanza. Ovvio che sarà importante informarsi in anticipo circa i pediatri, le farmacie, la guardia medica e tutto quello di cui potremmo avere improvvisamente bisogno per dei piccoli inconvenienti.
IL MEZZO DI TRASPORTO: con cosa viaggiare?
Il bebè può viaggiare in auto, se vengono garantite tutte le condizioni climatiche favorevoli all’interno dell’abitacolo. Per cui è meglio viaggiare nelle ore più temperate della giornata e posizionare l’auto all’ombra. Ricordatevi inoltre di rispettare tutte le regole del Codice della Strada e che il neonato deve essere alloggiato nel suo “ovetto“, conforme alla normativa europea, opportunamente fissato al sedile e sempre rispettandone le regole di installazione (fino ai 9 chili di peso del bambino, il seggiolino deve essere installato obbligatoriamente in senso contrario a quello di marcia).
Il posto più sicuro per il bambino è il sedile centrale posteriore, più riparato in caso di urto sia frontale che laterale. I dispositivi più recenti sono contrassegnati dalla sigla ECE R44-03 e per legge, sono gli unici che possono essere venduti nei negozi. In auto non abusare con l’aria condizionata, ma posizionarla a temperature non molto inferiori a quelle esterne e comunque non inferiori a 22-23 gradi.
Occorre inoltre prevedere una sosta ogni due ore circa e ogni volta che deve essere alimentato; non lasciarlo mai solo, poiché, ad esempio, la temperatura interna dell’auto potrebbe raggiungere livelli elevati e il piccolo potrebbe disidratarsi con facilità.
Una soluzione senza dubbio comoda è il treno poiché, anche se il neonato non occupa un posto a sedere e quindi potrà viaggiare in braccio alla mamma, c’è sicuramente più spazio per muoversi, per passeggiare e per collocare il passeggino o l’ovetto in caso di necessità.
Proprio se strettamente necessario il neonato può anche viaggiare in aereo (previo contatto con la Compagnia aerea per le indicazioni del caso), ma sarà sottoposto ad uno stress dovuto ad eventuali sbalzi di temperatura, di pressione, a luce e rumori che possono disturbarlo. Inoltre, specie in periodi epidemici per malattie respiratorie, la possibilità di contrarre infezioni respiratorie è sicuramente maggiore. Gli esperti inoltre consigliano di stimolare spesso la suzione del piccolo, riducendo in questo modo la possibilità che la chiusura della comunicazione tra faringe e orecchio medio crei depressione atmosferica in quest’ultimo, in particolare durante decollo e atterraggio, e dunque dolore.
IL LUOGO: dove andare?
Sia mare che montagna o campagna per trascorrere le vacanze con un neonato di poche settimane sono l’ideale!
Nel caso di una località di mare, ricordate di garantire al vostro piccoletto le condizioni climatiche più adatte, che implicano l’uscire nelle ore più fresche, l’essere posto in ambienti temperati e arieggiati, non essere mai esposto direttamente ai raggi solari, soprattutto nelle ore centrali della giornata. Occorre tenere a mente che il neonato risulta particolarmente vulnerabile in caso di temperature troppo elevate e fortemente a rischio di disidratazione, rilevabile attraverso una scarsa emissione di urine (pannolino spesso asciutto), secchezza delle mucose, avvallamento della fontanella anteriore, irritabilità o sopore, talvolta alterazioni della temperatura corporea. È bene ricordare che una corretta dieta lattea, soprattutto se attuata con latte materno, soddisfa tutti i bisogni non solo calorici, ma anche di liquidi necessari a mantenere un adeguato equilibrio idroelettrolitico del neonato. Non occorre quindi somministrare altri liquidi, compresa l’acqua. È preferibile, se lo si vede inquieto, proporgli il seno più frequentemente.
L’ideale è scegliere spiagge “a misura di bambino”, stabilimenti ben attrezzati per la tranquillità dei genitori e la salvaguardia dei piccoli.
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È possibile anche la scelta di una località montana, ma sempre con le dovute precauzioni. Le temperature, che in estate sono generalmente più miti che in città, sono assolutamente idonee ad una vacanza con un piccolo di poche settimane. Tuttavia, è preferibile che non si tratti di periodi così brevi da non permettere quei fisiologici adattamenti richiesti dal cambio di altitudine e dunque di pressione atmosferica. Altezze elevate (superiori a 2000/2500 mt) sono comunque sconsigliabili. È sconsigliabile anche effettuare gite con bambini di poche settimane troppo lunghe e passeggiate impegnative. Ricordare che il neonato non ha una struttura ossea e muscolare adatta ad essere trasportato “a spalla”, cosa invece stimolante per i bambini più grandicelli.
La destinazione ideale è la campagna: il bambino, che dorme ancora per la maggior parte del tempo, ha bisogno di un ritmo regolare e la campagna offre un clima temperato e tutta la calma che si possa desiderare, evitando se si può aree in prossimità di stagni e stalle, nelle quali vi sia una concentrazione eccessiva di insetti così detti “ematofagi” (cioè che si nutrono di sangue) quali zanzare e pappataci, potenziali portatori di malattie anche gravi.
DA METTERE IN VALIGIA
Per i climi caldi e soleggiati, indumenti chiari e leggeri, di fibre naturali, che lascino scoperti gli arti, un cappellino chiaro a falda ampia per proteggere il piccolo da eventuali congiuntiviti da esposizione solare e un maglioncino in filo per tutelarlo dall’umidità delle ore serali. E ancora salviette imbevute, una riserva di pannolini ed una copertina per proteggere il piccolo dall’aria condizionata e dei bavaglini e detergenti antisettici per le suppellettili e gli oggetti che verranno in contatto con lui.
Avere una piccola scorta di prodotti per la sua cura con se’ poi non fa mai male. Aldilà però di soluzione fisiologica per le narici e pomate contro gli arrossamenti della pelle, si può portare con sé un antipiretico (paracetamolo in gocce), ma mai prendere iniziative: solo il neonatologo/pediatra è in grado di prescrivere farmaci ad un bambino di poche settimane e va pertanto sempre consultato. Può essere utile confrontarsi con lui anche prima della partenza, per un ulteriore eventuale consiglio sulla gestione del piccolo.
Ricordatevi inoltre di prevenire assolutamente le scottature: anche se è vero che la miglior prevenzione è una scarsa e mai diretta esposizione solare del neonato, non dimenticatevi creme con filtro fisico, ovvero contenenti minerali quali ossido di zinco o titanio che riflettono i raggi solari impedendone la penetrazione, ad alto potere filtrante e non troppo untuose, per evitare l’occlusione dei pori.
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Contro le punture d’insetto, infine, lungi dall’utilizzo di fornelletti emanatori di sostanze potenzialmente tossiche e scegliete un repellente dall’INCI buono. Anche sostanze profumate vanno evitate, perché possono essere un forte richiamo per gli insetti. La più corretta prevenzione, specie nelle ore serali, è quella fatta con metodi di barriera, quali zanzariere poste su culle, carrozzine e possibilmente anche alle finestre. In linea di massima comunque è preferibile evitare le zone in cui sono presenti molti insetti, come località lacustri o tropicali.
Germana Carillo
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