Tra i patrimoni naturali dell’umanità che l’Unesco ha inserito di recente nella propria lista troviamo le Rock Islands si Palau, in Micronesia, con particolare riferimento alla laguna meridionale, conosciuta anche come Southern Lagoon. Le Rock Islands si trovano a circa 500 chilometri ad Est delle Filippine.
Tra i patrimoni naturali dell’umanità che l’Unesco ha inserito di recente nella propria lista troviamo le Rock Islands di Palau, in Micronesia, con particolare riferimento alla laguna meridionale, conosciuta anche come Southern Lagoon. Le Rock Islands si trovano a circa 500 chilometri ad Est delle Filippine.
La Micronesia è una regione dell’Oceania che conserva patrimoni naturali di elevato valore. La Rock Islands Southern Lagoon si estende su una superficie di 100.200 ettari e comprende 445 isole disabitate di origine vulcanica. Dalle immagini scattate dall’alto possiamo ammirare meravigliose lagune turchesi. Il sito racchiude un sistema di barriere con oltre 385 specie di coralli e numerose tipologie di habitat naturali.
Le isole della laguna ospitano una grande varietà di piante, uccelli e creature marine, con almeno 13 specie di squalo. Troviamo inoltre la più elevata concentrazione di laghi marini, cioè distese d’acqua separate dal mare da barriere di terra. Si tratta della caratteristica principale di queste isole, fondamentale per permettere la sopravvivenza di numerose specie animali e vegetali. Le Rock Islands sono il luogo a più alta concentrazione di laghi marini del mondo.
Nei tempi antichi le Rock Islands erano abitate da piccole comunità, come testimoniano i resti dei villaggi di pietra, i luoghi di sepoltura e i ritrovamenti legati all’arte rupestre. Tra il 17esimo e il 18esimo secolo avvenne un vero e proprio abbandono dei villaggi per via delle conseguenze dei cambiamenti climatici, a causa dell’aumento della popolazione e dei relativi problemi di sussistenza per una società che lotta per sopravvivere in un ambiente marino marginale.
Ora le isole abbandonate rappresentano un esempio eccezionale del modo di vivere delle piccole comunità insulari nate più di 3000 anni fa e della loro dipendenza dalle risorse marine. I siti archeologici e culturali si trovano soprattutto in due gruppi insulari – Ulong e Negmelis, e su tre isole – Ngeruktabel, Ngeanges, e Chomedokl.
L’Unesco indica la Rock Islands Southern Lagoon tra i patrimoni ambientali da salvaguardare con ogni mezzo. Si tratta di un vero e proprio paradiso della biodiversità che rischia di essere minacciato dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento, oltre che dall’impatto antropico. Gran parte delle specie marine delle acque circostanti si trova in via d’estinzione, con particolare riferimento a coralli, squali e mante.
Negli ultimi anni è stato adottato un piano di gestione e di protezione a lungo termine, per evitare gli impatti negativi del turismo sulle isole e per mantenere le restrizioni di accesso alle zone più vulnerabili. L’Unesco si prepara a compiere ulteriori passi avanti per lo sviluppo sostenibile delle piccole isole.
Il World Heritage Center sta infatti organizzando un incontro dedicato al turismo sostenibile e alle decisioni da intraprendere in proposito, in collaborazione con il Ministero delle Risorse Naturali e dell’Ambiente di Palau. Il workshop si terrà a Koror dall’11 al 13 marzo 2014 e sarà rivolto alle autorità governative, ai rappresentanti della comunità di Palau, al settore privato e alle Ong. Palau sarà il sito pilota per i progetti incentrati sull’ecoturismo che rientrano nello Small Islands Developing States Program, un’iniziativa specifica per lo sviluppo sostenibile delle piccole isole.
Marta Albè
Fonte foto: unesco.org
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