Il viaggio di Mauro in Patagonia, lungo la ruta 40 austral tra i ghiacciai più grandi del mondo
Scalo a Buenos Aires, dove, dopo un giro di milonga faccio il biglietto per la ruta 40 austral. Dopo 22 ore e la notte a Bariloche, 1° trek: un circuito a “O” sulla ruta dei 7 Lagos. Cessata la pioggia, apprezzo il paesaggio dipinto di verde, con laghi e fiumi giganteschi. Al ritorno, nella spoglia steppa patagonica, avvisto i guanaco, parenti dei lama.
Trek circuito Chico: zaino in spalla, sentiero facile, panorama limpido dal refugio Frey, con il Cerro Cathedral che domina la Laguna Tonchek.
Il giorno dopo la strada è dura: aggiro la Laguna e risalgo un sentiero pietroso, verso la Laguna Schmoll, il cuoricino del Cerro Cathedral. Salgo su grossi massi fino alla Concha de Futbol. Di qui una stradina ripida dove belle foreste di lenga delimitano il fondovalle erboso. Riprendo a salire fino al passo Brecha Negra, dove si apre la valle sulla Laguna Jakob: su una delle sue sponde sorge il rifugio S. Martin, al fondo di una discesa interminabile dove resto infangato in pozze acquitrinose. Nel rifugio l’accoglienza è ottima.
Una buona colazione davanti al potagé e si parte per la Laguna dei Templanos: un lago indaco, che si fa verde col sole, incastonato tra pareti a picco. Guado il fiume e faccio l’autostop fino al bus per Bariloche. Nell’attesa, passeggiando sulla spiaggia del lago, si avvicinano due coniugi sessantenni discendenti di calabresi e si chiacchiera amabilmente. In serata, a Bariloche, festeggiamo fino a tardi e mi salutano con commozione.
Sveglia alle 5,45, desajuno e spostamento lungo la Ruta 40. Il 1° tratto è costellato da laghi magnifici, poi si fa brullo nella sconfinata steppa.
Ghiacciaio Viedna
Oggi si va sul Viedna, il ghiacciaio più grande del SudAmerica. Incontro Marco: fa piacere condividere emozioni in italiano. Una barca ci conduce sul ghiacciaio tra gli iceberg, poi si va a piedi in fila indiana e sulla superficie gelata mettiamo i ramponi. Il ghiaccio è quasi blu per la pressione. Attraversiamo un tunnel turchese, scaliamo cime, camminiamo sulle creste, emozionante!
Fritz Roy
L’indomani, ore 4,45, con la luce frontale incomincio il trek alla Laguna de Los Tres, ma non son solo. Due coreane mi affiancano e aspettando l’alba mi offrono uova sode in cambio di biscottini e mi regalano un sacchetto di carbone che assorbe calore e lo restituisce al bisogno. Il sole spunta e le montagne si trasformano in fornaci ardenti, non una nuvola, il Fitz Roy padroneggia la scena con maestosità. Proseguo e dopo un’estenuante salita arrivo ai piedi della montagna lambita dalla Laguna de Los Tres. La fatica è dimenticata.
Mirador Maestri
Il mattino dopo vado all’alba sul Cerro Torre, e lo spettacolo non è da meno, fino alla Laguna Torre e il Mirador Maestri. L’aurora li fa risplendere.
Risistemo lo zaino: domani si va a Calafate, al Perito Moreno, il ghiacciaio più famoso del mondo.
Lago Argentino – Perito Moreno
Il Perito Moreno si affaccia su un lago immenso, il lago Argentino, vasto quanto un mare e altre baie s’aprono sullo stesso lago, coi ghiacciai Spegazzini, Uspala ed Onelli: un unico immenso freezer.
Perito Moreno
Prima parada, el Mirador de los suspiros: la vista del ghiacciaio toglie il fiato! Col catamarano si va fino a 300 m dal lato Sud. Che scenografia! Assistiamo al distacco di una sezione di calotta: un “crasch” fragoroso e applauso degli astanti. Sulla terra ferma, 5 km di passerelle permettono una vista privilegiata sulla distesa senza rischi. È un sogno esser qui.
Ritorno con la consapevolezza di aver assistito ad uno spettacolo unico, e ringrazio Dio.
Mauro Beccaria
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