Quando si arriva nella bellissima isola sacra giapponese di Miyajima, a poco meno di un'ora di aliscafo da Hiroshima, i primi a dare il benvenuto sono i cervi, che qui sono liberi di circolare. Sono considerati messaggeri degli Dei e ormai sono talmente addomesticati da chiedere con simpatica insistenza cibo ai turisti. Ma ad oggi sono in grave pericolo: i cervi di Miyajima stanno morendo di fame.
Quando si arriva nella bellissima isola sacra giapponese di Miyajima, a poco meno di un’ora di aliscafo da Hiroshima, i primi a dare il benvenuto sono i cervi, che qui sono liberi di circolare. Sono considerati messaggeri degli Dei e ormai sono talmente addomesticati da chiedere con simpatica insistenza cibo ai turisti. Ma ad oggi sono in grave pericolo: i cervi di Miyajima stanno morendo di fame.
Sopravvissuti negli ultimi decenni anche, e soprattutto, grazie a cracker e altri alimenti forniti dalla gente del posto e dai visitatori, oggi non possono più essere nutriti: nel tentativo di ridurre la loro popolazione, il governo ha deciso di vietare l’alimentazione da parte dell’uomo.
I funzionari della città di Hatsukaichi hanno approvato una legge nel 2008, con lo scopo di riportare gli animali nel loro stato naturale, facendoli tornare selvatici e riducendoli di numero. Ma il problema è che ormai i cervi non sono più in grado di badare a se stessi in un ambiente forestale. A peggiorare le cose, c’è anche la mancanza di vegetazione. Insomma, gli animali sacri e intoccabili non possono più nutrirsi.
Totalmente abituati a essere nutriti dagli esseri umani e privi di piante, si sono rivolti alla spazzatura come loro principale fonte di sostentamento. A volte arrivano a mangiare perfino sassi e sacchetti di plastica. Sono così disperati che divorano qualsiasi cosa – abbigliamento, cinghie delle macchine fotografice, biglietti, mappe e passaporti.
Gli attivisti per i diritti degli animali in tutto il Giappone stanno cercando di ottenere giustizia e un trattamento più compassionevole per queste bellissime creature. Hanno raccolto anche le firme, ma la città ha respinto tutte le petizioni. Alcuni veterinari si sono offerti per sterilizzare o castrare gli animali gratis, ma i funzionari hanno fatto orecchie da mercante a ogni tipo di suggerimento.
L’isola dei cervi non è più un paradiso.
Roberta Ragni
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