Studio senza precedenti scopre 60mila antiche strutture Maya in Guatemala

In Guatemala, prosperava l'antica civiltà maya. E non si tratta di piccoli insediamenti ma di enormi città, situate nel nord del paese, individuate anche grazie all'uso della tecnologia LiDAR

In Guatemala prosperava l’antica civiltà maya. E non si tratta di piccoli insediamenti ma di enormi città, situate nel nord del paese, individuate anche grazie all’uso della tecnologia LiDAR.

La conferma di questa scoperta senza precedenti, avvenuta a febbraio, è appena stata resa nota dagli scienziati della Tulane University, attraverso la pubblicazione su Science della loro ricerca.

Più di 61.000 antiche strutture Maya sono state scoperte in Guatemala da un team composto da 18 ricercatori grazie al laser LiDAR, in grado di arrivare in luoghi dove l’occhio umano non può, come nel cuore della giungla. Il laser inoltre ha permesso di creare una mappa topografica di migliaia di kmq.

Altri segreti svelati di questa affascinante civiltà, finora rimasti nascosti nonostante la loro imponenza.

I primi a documentarne l’esistenza sono stati i ricercatori dell’Università di Tulane, che hanno individuato dozzine di antiche città nel nord del Guatemala attraverso l’uso della tecnologia Lidar. Tra questi, Marcello Canuto, direttore del Middle American Research Institute di Tulane, e Francisco Estrada-Belli, direttore del Holmul Archaeological Project dal 2000.

Partendo dalle prime ricostruzioni, poi, in consorzio di 18 studiosi provenienti da istituzioni statunitensi, europee e guatemalteche hanno analizzato i dati di Lidar riguardanti oltre 2.100 kmq della Riserva della Biosfera Maya. E i risultati, in parte già annunciati a febbraio, sono stupefacenti.

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Si tratta della più grande indagine condotta sulla storia dell’archeologia mesoamericana, che ha permesso di ottenere risultati senza precedenti sui Maya e le loro città.

In particolare, gli scienziati hanno individuato:

  • 61.480 strutture antiche nella regione di rilevamento, con una popolazione stimata tra 7 e 11 milioni nel periodo tardo classico. Le strutture includono case isolate, grandi palazzi, centri cerimoniali e piramidi.
  • 362 chilometri quadrati di terrazzamenti o terreni agricoli modificati e altri 952 chilometri quadrati di terreni agricoli vitali, a dimostrazione di un paesaggio fortemente modificato in funzione di un’agricoltura che potesse sfamare popolazioni numerose per molti secoli.
  • 106 chilometri quadrati di strade rialzate e autostrade sia al di fuori che all’interno delle città, dotate di fortificazioni e in grado di collegare centri urbani anche molto distanti tra loro.

“Visti nel loro insieme, terrazze e canali di irrigazione, bacini idrici, fortificazioni e strade rialzate rivelano una quantità sorprendente di modifiche del terreno fatte dai Maya durante il loro paesaggio, su una scala precedentemente inimmaginabile” ha detto Francisco Estrada-Belli.

“Poiché la tecnologia LiDAR è in grado di penetrare attraverso una fitta foresta e di mappare le caratteristiche della superficie terrestre, può essere utilizzata per produrre mappe del terreno che ci consentono di identificare le caratteristiche umane sul terreno, come muri, strade o edifici” ha aggiunto Canuto.

L’antica e misteriosa civiltà Maya oggi ha meno segreti.

Lo studio è stato pubblicato su Science.

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