Oggi ci sono solo piccole pozze di fango, ma un tempo la laguna Atescatempa aveva più di cinque chilometri quadrati di acqua blu. L’ennesima sconfitta per l’ambiente, data dai cambiamenti climatici.
Oggi ci sono solo piccole pozze di fango, ma un tempo la laguna Atescatempa aveva più di cinque chilometri quadrati di acqua blu. L’ennesima sconfitta per l’ambiente, data dai cambiamenti climatici.
Una volta era un paradiso del Guatemala, adesso vongole e lumache di mare sono incrostate al sole e rappresentano tutto ciò che è rimasto di un ex scrigno naturale di biodiversità.
Un vero e proprio corridoio asciutto che fa riflette sulle conseguenze dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale. La laguna Atescatempa, secondo gli esperti, è vittima della siccità, di canali clandestini ma anche dell’eccessivo sfruttamento delle risorse idriche.
Lo specchio d’acqua blu non esiste più come mostrano queste drammatiche immagini. Da cinque anni a questa parte, in carenza di piogge costanti è iniziato il suo declino, di contorno c’è il Nino che ha prosciugato il bacino dell’America centrale, rendendola della aree più vulnerabili del Pianeta.
In generale, la siccità ha colpito tutto il Gautemala minando la sopravvivenza di tutti coloro che vivono nelle zone rurale. La scorsa estate i funzionari delle Nazioni Unite hanno chiesto un finanziamento di 17 milioni di dollari per aiutare le comunità devastate dal cosiddetto corridoio asciutto.
Secondo José Graziano da Silva, direttore generale della Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite , il problema della siccità non è risolvibile nel breve termine ed è causa di povertà e di insicurezza alimentare.
E pensare che nel 2011 la laguna Atescatempa offriva sostentamento a tutte le comunità vicine che oggi sperano che le pioggie aumentino e portino il bacino agli antichi splendori.
Guardate una foto di quegli anni:
E se prima la laguna Atescatempa era un’attrazione turistica, fonte di proteine e risorse, oggi non è altro che un parcheggio di imbarcazioni ferme, un luogo sofferente, dove i bambini non possono neanche nuotare.
Purtroppo non è l’unica vittima dei cambiamenti climatici:
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Guardate qui:
Dominella Trunfio