Nella Siberia meridionale, il Lago Baikal regalo ogni anno uno meraviglioso spettacolo
Madre Natura l’ha voluto lì, nel bel mezzo della Siberia Meridionale, impervia e desolata, quella meraviglia che porta il nome di Lago Baikal, patrimonio Unesco dal 1996.
Un posto non proprio dietro l’angolo e, forse proprio per questo, ancora miracolosamente intatto. Non solo il Baikal è il lago più antico esistente sulla Terra (si stima abbia tra i 20 e i 25 milioni di anni), ma è anche uno dei più grandi e più profondi al mondo: nella sua conca è contenuto circa un quinto dell’acqua dolce dell’intero Pianeta.
I suoi blocchi di ghiaccio giganti, chiamati anche “hummocks“, si formano attraverso i forti venti e le temperature gelide e possono anche raggiungere un’altezza di 15 metri. Ed è proprio il ghiaccio e il suo lento divenire a rendere questo posto spettacolare.
Durante l’inverno, per circa cinque mesi da gennaio fino a maggio, il lago gela, ma l’acqua rimane così chiara che, dalla superficie, è possibile vedervi sotto per metri e metri. Le sue acque, infatti, mai più calde di 14 °C, lasciano intravedere fino a più di 40 metri di profondità.
Foto: Valery Chernodedov
E ogni anno, con lo sbocciare della primavera, quei blocchi di ghiaccio si trasformano e paiono colorarsi. Di un turchese intenso, colori accesi nel freddo siberiano.
Il forte vento (quello che le popolazioni locali chiamano “sarma” e che può toccare i 150 km/h), le importanti escursioni termiche, il gelo e il sole insieme cominciano a provocare, verso marzo, delle crepe nei lastroni di ghiaccio. Forse a causa della pressione e della temperatura diversa tra il corpo del masso di ghiaccio e l’esterno, i blocchi si staccano a uno a uno e divengono trasparenti, quasi fosse un brillante colore turchese.
Cumuli di ghiaccio dalle più belle tonalità di azzurro: se non è meraviglia questa.
Germana Carillo
Foto: Alexey Trofimov
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