Si trova a a Tulum e unisce Sac Actun (263 chilometri) con il Dos Ojos (83 km), due tratti dove per quasi un anno, sommozzatori hanno lavorato facendo immersioni subacquee e ricerche.
Un labirinto sommerso che potrebbe fare luce sui Maya. In Messico un gruppo di sommozzatori ha scoperto la grotta più lunga del mondo: 347 chilometri di reperti archeologici nella penisola dello Yucatan.
Si trova a a Tulum e unisce Sac Actun (263 chilometri) con il Dos Ojos (83 km), due tratti dove per quasi un anno, sommozzatori hanno lavorato facendo immersioni subacquee e ricerche. Seguendo le regole della speleologia il sistema Sac Actun, più lungo per dimensioni, ha ora assorbito il Dos Ojos.
Il team del Great Maya Aquifer Project (GAM) ha scoperto, dunque, un passaggio naturale che unisce due caverne che finora venivano considerate indipendenti. Angoli remoti della terra e non facilmente attraversabili, in alcuni tratti i sub sono riusciti a passare solo dopo aver tolto le bombole di ossigeno.
Secondo Guillermo de Anda, direttore del progetto GAM e archeologo subacqueo questa scoperta potrebbe adesso aiutare a comprendere meglio la civiltà dei Maya prima dei conquistadores spagnoli.
“Lo studio dei cunicoli sotterranei collegati e dei cenote potrebbe ad esempio aiutare a capire rituali e usi dei grandi insediamenti pre-ispanici che conosciamo. Questa enorme caverna rappresenta il più importante sito archeologico sommerso del mondo, in quanto custodisce al suo interno più di un centinaio di contesti archeologici differenti, dai primi coloni d’America alla fauna estinta passando, naturalmente, per la cultura Maya”, dice Guillermo de Anda alla Reuters.
L’apertura del collegamento dei due sistemi di grotte è avvenuta il 10 gennaio, ma c’è chi inseguiva questa connessione da quasi 15 anni. Come il direttore dell’Exploration Progetto Maya Robert Schmittner, che spiega che questa mappatura è solo l’inizio di una nuova era della speleologia.
Secondo il Quintana Roo Speleological Survey, solo nel nord di Quintana Roo ci sono 358 sistemi di grotte sommerse, che rappresentano circa 1400 chilometri di passaggi di acqua dolce allagati.
Adesso, il passo successivo sarà quello di analizzare la qualità dell’acqua, studiare la biodiversità, insomma un labirinto tutto da scoprire, soprattutto perché la penisola dello Yucatan è costellata dalle meraviglie del popolo Maya.
Dominella Trunfio