La Foresta dei suicidi: il luogo maledetto del Giappone, tra fantasmi e demoni

Ai piedi del Monte Fuji in Giappone si trova un’inquietante foresta, la Aokigahara meglio conosciuta come la Foresta dei suicidi perché questo è un luogo maledetto, dove la gente decide di morire.

Ai piedi del Monte Fuji in Giappone si trova un’inquietante foresta, la Aokigahara meglio conosciuta come la Foresta dei suicidi perché questo è un luogo maledetto, dove la gente decide di morire.

Ogni anno qui, vengono rimossi i corpi di moltissime persone che si impiccano tra la fitta vegetazione, per questo motivo la Foresta è il secondo posto, dopo Golden Gate Bridge di San Francisco, scelto da chi vuole togliersi la vita.

Un luogo inquietante tanto da essere stato set cinematografico dell’horror The Forest, distribuito in America. Aokigahara è un posto sconcertante, 35 chilometri immersi nel silenzio totale senza alcun tipo di fauna, ma solo alberi e piante inermi che contribuiscono a rendere l’atmosfera maledetta.

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Non a caso si trovano cartelli come questo che vedete nella foto, in cui c’è anche un numero da chiamare in caso di bisogno. In tutta la foresta dei suicidi ci sono poi delle cabine telefoniche ma ciò non toglie che il numero dei suicidi rimane quello di un centinaio all’anno.

Si legge:
“La tua vita è un dono prezioso dei tuoi genitori. Pensa a loro e al resto della tua famiglia. Non devi soffrire da solo”.

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Secondo una leggenda, le persone sono attratte da forze innaturali che li inducono alla morte. Alcuni sopravvissuti dicono addirittura di aver avuto la sensazione di essere stati chiamati dalla foresta. Aokigahara, nella tradizione giapponese, è stato sempre un luogo di demoni e fantasmi dove venivano abbandonati, secondo l’usanza ubasute, i malati.

Proprio queste vittime lasciate morire sarebbero diventati fantasmi vendicativi. Le anime prigioniere sono condannate a vivere eternamente intrappolate tra gli alberi, invitando i visitatori a unirsi a loro.

Una foresta, dunque, che avrebbe potuto essere straordinaria a livello paesaggistico, si è trasformata in un luogo di corde appese e corpi in decomposizione. A nulla sono serviti i tentativi di trasformarla chi c’è stato difficilmente vi ha fatto ritorno.

Dominella Trunfio

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