Una foresta galleggiante di mangrovie. È quello che è diventata la nave SS Airfield, utilizzata prima per il trasporto di rifornimenti per le truppe americane nel Pacifico della seconda guerra mondiale e, in seguito, venduta a una compagnia di navigazione per il trasporto del carbone.
Una foresta galleggiante di mangrovie. È quello che è diventata la nave SS Airfield, utilizzata prima per il trasporto di rifornimenti per le truppe americane nel Pacifico della seconda guerra mondiale e, in seguito, venduta a una compagnia di navigazione per il trasporto del carbone.
Nei primi anni ’70, la nave naufragò e fu lasciata ad arrugginire nella Homebush Bay di Sydney. Da allora, è stata lentamente requisita da un nuovo tipo di equipaggio: una foresta galleggiante di mangrovie rigogliose.
Così imponente come deve essere sembrata quando uscì per la prima volta dalla linea di cantiere nel 1911, lo scafo in acciaio oggi testimonia non solo la grandezza dell’ingegno umano, ma anche la facilità con cui la natura può riappropriarsi in qualsiasi momento dei simboli della nostra civiltà. Al giorno d’oggi, infatti, quello che una volta era un pugno nell’occhio, è diventato una delle mete preferite tra i fotografi di tutto il mondo.
Il contrasto tra la ruggine e la lussureggiante vegetazione contro lo skyline della città di Sydnay si presta facilmente a un’allegoria in bilico tra degradazione e rinnovamento. Anche se spesso può sembrare scoraggiante considerare come fugaci le nostre creazioni, è anche rassicurante sapere che, una volta lasciato il timone, non rimarranno a lungo senza vita.
Roberta Ragni