Campeggio nella selva? Ero terrorizzata, ed invece la natura ci ha accolti con amore nel suo grembo ancestrale. Nella penombra, seguendo con attenzione il sentiero sicuro, non c'è pericolo, ma tutto il necessario: stilla latte da radici rosse, scorre acqua in liane cave; foglie di chinino contro la malaria, nidi di formiche spalmabili come repellenti. L'açaì, uva di palma, è fonte di ferro; molto proteica è la castagna amazzonica, di cui son ghiotte le scimmie: si sente in lontananza il loro martellare per romperne i gusci.
Boca do Juma. Con sottili dita indugia sui denti della lampo, gli occhi tondi colpiti dal sole, le vibrisse all’indietro: 10 cm di cicala amazzonica mi son atterrati sullo zaino, evocazione dell’origami di palma, dono di Alan, la nostra guida.
Campeggio nella selva? Ero terrorizzata, ed invece la natura ci ha accolti con amore nel suo grembo ancestrale. Nella penombra, seguendo con attenzione il sentiero sicuro, non c’è pericolo, ma tutto il necessario: stilla latte da radici rosse, scorre acqua in liane cave; foglie di chinino contro la malaria, nidi di formiche spalmabili come repellenti. L’açaì, uva di palma, è fonte di ferro; molto proteica è la castagna amazzonica, di cui son ghiotte le scimmie: si sente in lontananza il loro martellare per romperne i gusci.
Formiche per repellente
Un fuoco acceso: sulle braci le banane, sullo spiedo il pollo, e noi intorno: con Alan l’indio, Mauro ed io, viaggiatori zaino in spalla da anni; Peter e Yumiko da Tokyo, nuovi compagni d’avventura, come Robinson Crusoe e M.me Butterfly.
La notte il mormorio del fiume ci ha cullati sulle amache, protetti nelle zanzariere. Solo il drin di un uccellino notturno come un telefono, oltre al ron ron… di Peter!
L’acqua di Juma è immobile, pare inesistente, tanto fa immaginare il proseguire di tronchi ed alberi riflessi nello specchio immenso. È pulita ma buia, per la profondità del letto del Solimões che origina il Juma Lake. Siamo arrivati qui grazie al gancio con Wilson Neto, un giovanissimo ma già esperto agente di viaggio di Manaus.
Alla pousada di Claide abbiamo soggiornato su palafitte ed oziato al ristorante galleggiante, dove preparano pesce e pollo con verdure fresche. Dal pontile ci siamo tuffati alla ricerca di refrigerio: i piraña qui son piccoli e innocui, ma attirano uccelli (tucani, are, cormorani, martin pescatori), caimani jacaré e delfini rosa d’acqua dolce, i boto. Nella stagione delle piogge il rio sale di oltre 20 m: si vede dal segno sulle cortecce delle radici che sembrano aeree. La luce filtra appena tra le fronde fitte degli alberi di verdi inattesi: smeraldo, vescica, bistro.
Ristorante Galleggiante
Rientrando a Manaus col traghetto solchiamo “o encontro dos rios“, a 10 km dalla città: il chiaro e fresco Solimões, che nasce Ande, a 4-9 km/h incontra il lento Rio Negro, dalle acque acide e calde (25°) discese dalle regioni argillose dall’Equador. Viaggiano fianco a fianco per 6 km verso il mare.
“O Encontro dos Rios”
Ancora osservo l’insetto. All’improvviso la cavalletta si lascia rapire dai flutti: nell’ultima svolta ha addocchiato il verde chiaro dei gigli d’acqua ed ha preso il volo. Come questi giorni.
Quando andare: da luglio a dicembre.
Come: volo da Torino o Milano per Salvador de Bahia o Natal, e volo interno per Manaus; prezzi ok 4-5 mesi prima su opodo, edreams, volagratis.
A Manaus in centro, vicino l’Opera House, hotel 10 Luglio, piccole agenzie offrono escursioni; sul web: www.amazonbrasil.com.br; iguanatour@hotmail.com (Neto); www.jumalakeinn.com.
Angelica Pons
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