Fontane e camelie: la stupenda Villa Aldobrandini nel cuore di Roma

Scopri la bellezza senza tempo della Villa Aldobrandini nel cuore di Roma. Tra fontane che scintillano e giardini fioriti di camelie, immergiti nell'atmosfera rinascimentale di questo gioiello architettonico del XVI secolo.

Era stata chiusa nel 2013 per gli interventi di restauro e la messa in sicurezza, ma nel 2016 è tornata a risplendere nel cuore di Roma. Parliamo di Villa Aldobrandini, il giardino pensile seicentesco, vicino al Rione Monti e in prossimità dei Mercati di Traiano.

Acquisita dagli Aldobrandini, la Villa ospita antichi marmi e notevoli dipinti, ma è sicuramente la ricca vegetazione a dare un tocco in più a questo splendido giardino purtroppo poco conosciuto.

Villa Aldobrandini

Dal 1926, Villa Aldobrandini è proprietà dello Stato, proprio in quegli anni, durante i lavori di rimodernamento fu scoperto un vasto complesso archeologico.

Oggi i suoi cancelli si sono riaperti grazie alla Sovrintendenza Capitolina con il recupero delle antiche fontane da anni senza acqua, il rinnovo degli arredi, il ripristino dell’impianto di irrigazione, il rifacimento della pavimentazione e la sistemazione dei sentieri.

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E ancora il restauro di marmi antichi, delle basi che sorreggono le statue del giardino e il recupero degli elementi architettonici deteriorati dei padiglioni.

Il Servizio giardini si è invece occupato della parte botanica, per anni vittima di incuria e vandalismo. Villa Aldobrandini ospita infatti numerose specie di alberi e fiori, tra cui le camelie piantate da oltre cento anni.

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La storia

La Villa Aldobrandini, situata a Monte Magnanapoli, è un’importante testimonianza dell’architettura e del paesaggismo rinascimentale romano. Costruita nel XVI secolo, la villa ha subito diverse trasformazioni nel corso dei secoli, riflettendo i cambiamenti di proprietà e di gusti architettonici.

Il primo proprietario documentato della villa fu monsignor Giulio Vitelli, che acquistò la tenuta nel 1566. La struttura originale comprendeva un edificio principale, un giardino segreto e un vasto parco che si estendeva fino al palazzo del cardinale Scipione Borghese. Nel corso del tempo, la villa passò attraverso diverse mani, incluso il papato stesso quando papa Clemente VIII la acquistò nel 1600 e la donò al nipote, il cardinale Pietro Aldobrandini.

Sotto la gestione del cardinale Aldobrandini, la villa subì importanti modifiche architettoniche e paesaggistiche. L’architetto Giacomo Della Porta fu incaricato di arricchire la struttura con scale, logge e una facciata continua sul giardino. Il giardino fu adornato con alberi, statue, vasi e altre opere decorative. La villa ospitava anche una pregiata collezione d’arte ereditata dal cardinale, comprensiva di opere lasciate in eredità dalla duchessa di Urbino, Lucrezia d’Este.

Successivamente, la villa passò di mano in mano attraverso le famiglie Pamphilj e Borghese, subendo ulteriori modifiche e ampliamenti. Durante il periodo napoleonico, la villa fu utilizzata come sede del governatore francese a Roma, acquisendo così nuova importanza. Tuttavia, dopo la caduta di Napoleone, la villa tornò nelle mani degli Aldobrandini.

Nel corso del tempo, a causa delle mutate condizioni urbanistiche e della riduzione delle dimensioni della tenuta a causa dell’apertura di via Nazionale, la villa passò infine allo Stato italiano nel 1926. Attualmente, solo il giardino della Villa Aldobrandini è aperto al pubblico, rappresentando un’oasi di bellezza e storia nel cuore di Roma.

Info utili

La Villa Aldobrandini è situata nel cuore di Roma, nel Municipio I e nel Rione I – Monti. Costruita tra il XVI e il XIX secolo, occupa una superficie di circa 8000 metri quadrati. L’ingresso principale della villa si trova al numero 11 di via Mazzarino, con accesso tramite rampe di scale che conducono ai giardini e alla struttura principale.

Dove si trova

Via Mazzarino, 11

ORARI

Il giardino apre dall’alba al tramonto. Si può visitare liberamente. I tre padiglioni, posti nei tre angoli del parco, NON SONO visitabili.

L’edificio patronale a cui si accede da Via Panisperna, è stato concessa in uso dallo Stato all’UNIDROIT e non è visitabile

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