La sentenza del Tar Lazio non lascia spazio ad interpretazioni: la Regione Puglia non può chiedere il blocco del trasferimento degli alberi secolari di ulivo per impedire i lavori di costruzione del gasdotto Tap.
La sentenza del Tar Lazio non lascia spazio ad interpretazioni: la Regione Puglia non può chiedere il blocco del trasferimento degli alberi secolari di ulivo per impedire i lavori di costruzione del gasdotto Tap.
Gli ulivi a Melendugno saranno espiantati tutti per proseguire i lavori del microtunnel del Tap nel Salento. Ad oggi, questa le decisione del Tar del Lazio. E mentre il governatore Michele Emiliano promette ancora battaglia, tornano le barricate davanti al cantiere.
Centinaia di persone continuano a protestare contro il via libera all’espianto degli ulivi decretato dalla sentenza pubblicata giovedì 20 aprile. Questa notte la strada è stata bloccata fino alla località San Basilio.
L’intento è quello di rallentare l’arrivo dei mezzi e di conseguenza dei lavori che vanno ad espiantare gli alberi da trasportare poi allo stoccaggio. I lavoratori Tap segnalano che per impedire il passaggio, sono stati utilizzati pezzi di muretti a secco e bidoni dell’immondizia.
Disordini denunciati anche dal personale della sicurezza dell’Almaroma, come il lancio di pietre e la rottura della recinzione attorno al cantiere. Tutto perché la decisione del Tar non va proprio giù ai manifestanti.
La terza sezione ha decretato che l’opera è strategica e di interesse per lo Stato e quindi il controllo non può che spettare al governo. Nessuna voce in capitolo, dunque, per la Regione Puglia.
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Secondo i giudici amministrativi, i lavori per la realizzazione del gasdotto che traghetterà in Europa il gas proveniente dall’Azerbaijan possono ripartire così come la rimozione degli ulivi di San Foca, contrada San Basilio.
“Andremo avanti perché crediamo fermamente che sia ingiusto che la Tap approdi in una delle spiagge più belle d’Europa e che si debbano costruire chilometri di gasdotto sotto il maggiore giardino di ulivi d’Italia. Continueremo a porre il problema in tutte le sedi, a partire dalla Corte Costituzionale dove pende il giudizio sulla partecipazione della Regione Puglia all’iter decisionale”, ha detto il governatore Emiliano, post sentenza.