Su Sterru: è una delle voragini più profonde d’Europa e si trova in Sardegna

Un vero e proprio abisso al centro di un antichissimo altopiano dell’Ogliastra, nella Sardegna centro-orientale: è la Voragine di Golgo, meglio nota come Su Sterru. Attorno a questo profondissimo inghiottitoio naturale ruotano misteriose storie e leggende

È una delle voragini a campata unica più profonde di tutta l’Europa: stiamo parlando del monumento naturale Su Sterru (in sardo S’Isterru), una gola di origine carsica che si apre all’improvviso sull’altopiano del Golgo di Baunei in Sardegna.

Si trova a 400 metri dal livello del mare e ha 270 metri di profondità con un diametro che va dai 25 ai 40 metri, la parte più superficiale dell’inghiottitoio è formata da rocce nere basaltiche, la restante da rocce bianche calcaree.

Nel corso degli anni, sono stati tantissimi i tentativi di esplorazione di Su Sterru ma sono nel 1957, gli speleologi sono riusciti a raggiungere il fondo. Le caratteristiche della cavità non permettono visite turistiche, solo a esploratori esperti e ben attrezzati è permesso entrarci.

Le pareti sono state fotografate metro per metro da un gruppo di biologi che ne ha studiato la flora e la microfauna, tra quest’ultima ci sono il geotritone sardo, il ragno Porrohomma e i crostacei terrestri del genere Trischoniscus.

In origine si pensava che la voragine fosse la bocca di un vulcano, il suo ingresso era segnalato come Cratere vecchio; si ipotizzava che da qui fosse uscita la lava nera che ricopre il Golgo ma, l’intervento degli speleologi, ha reso noto che essa era stata creata da normali fenomeni di erosione e nello specifico, dal crollo di parte delle pareti basaltiche che sovrastano la roccia calcarea.

Attorno a Su Sterru ruotano poi antiche leggende narrate dalla studiosa Dolores Turchi secondo cui all’interno della grotta viveva un serpente e per placarlo venivano offerte fanciulle. Accanto alla voragine c’è una croce di acciaio posta dal padre di Antonio Carta, il giovane che il 31 luglio del 1976 precipitò nell’inghiottitoio nel tentativo di fotografarne l’interno.

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