Al Pigneto, un quartiere della periferia romana, può capitare che se decidi di sfidare i pusher della zona ricevi addirittura delle ritorsioni meschine.
Al Pigneto, un quartiere della periferia romana, può capitare che se decidi di sfidare i pusher della zona ricevi addirittura delle ritorsioni meschine.
È quello che è successo a Filippo Ruggieri, gelataio di via Pesaro, che per essersi sempre ribellato allo spaccio fuori dal suo negozio, si è visto tagliare nei giorni scorsi la vite che aveva piantato vent’anni fa.
Per protesta il commerciante ha attaccato un cartello sulla pianta recisa: “Sotto attacco mafioso! Oggi la mia gelateria è in lutto! Hanno tagliato la vita alla vite di Pesaro”.
Chi ha compiuto il gesto secondo Filippo, ha voluto lanciare un messaggio chiaro.
Da quattro anni siamo ostaggi degli spacciatori. A venti metri dalla gelateria, abbiamo trovato due che si bucavano, altre quattro o cinque persone che si stavano facendo di crack. Se provo a chiamare la polizia per segnalare che ci sono schiamazzi fortissimi e risse tra spacciatori, mi dicono di chiamare i vigili urbani”, ha raccontato il gelataio a Radio Cusano Campus.
Alla sua vite, Filippo ha dedicato anche un’emozionante poesia:
Lutto.Se questa è una vite! Il prezzo che stanotte ho pagato è molto alto. Dopo 10 anni, questa notte hanno tagliato la vite davanti alla gelateria. Purtroppo sono passare poche ore e la violenza di cui parlavo ieri si è manifestata. Nel modo piu assurdo.Hanno tagliato una Vita. Non li odio per questo.Li odio per il male che si fanno. Piango.
Il Pigneto è purtroppo un quartiere difficile, dove spaccio e delinquenza sono all’ordine del giorno. Filippo e in generale tutti gli abitanti della zona, sono veramente stanchi di una situazione che sta sfuggendo di mano forse un po’ a tutti.
Non mancano proteste pacifiche, buoni propositi e idee per migliorare la vivibilità ma ad oggi il Pigneto – che se “bonificato” sarebbe veramente un gioiellino della periferia – è sempre al centro delle cronache.
Come faccio ad andare avanti così? Mi hanno tagliato la vite che avevo piantato 20 anni fare che era l’orgoglio di via Pesaro. Loro si comportano da mafiosi. Hanno voluto fare una ritorsione vigliacca contro le mie proteste. Proprio come agiscono i mafiosi”, ha continuato sulla stessa emittente il gelataio.
Lo sfogo di Filippo è quello di tanti altri commercianti della zona che la mattina sono costretti a raccogliere siringhe, bottiglie rotte e quant’altro per poter sollevare la saracinesca dei propri negozi. (Basta guardare queste immagini per capire la situazione).
Qui c’è un’organizzazione criminale che utilizza ragazzi spacciatori come se fossero soldatini e che vengono cambiati ogni sei mesi. Stiamo facendo una grossa pressione con il Prefetto, io sono disperato, non voglio lasciare questa gelateria, ci lavorava il mio bisnonno, sono loro a doversene andare, non noi. La verità è questa è una zona a spaccio controllato, secondo me le autorità vogliono tenere gli spacciatori qui per non farli andare da altra parte. In quattro anni ho perso l’80% del fatturato, ha concluso amaramente Filippo.
E mentre il blog “Roma fa schifo” paragona addirittura il Pigneto a Scampia, nel gruppo Facebook “Il Pigneto non è spacciato” i cittadini del quartiere non si arrendono e invadono la bacheca di post come questo: “Non abbiamo fatto la Resistenza per essere succubi della droga, 25 aprile riprendiamo il Pigneto”.
Proprio il 25 aprile tutti i cittadini si incontreranno in piazza per raccogliere le firme da inviare poi al prefetto di Roma Tronca per dire basta con una lettera a questa situazione incresciosa. L’appuntamento per tutti coloro che vorranno sostenere il Pigneto è alle ore 10.
Aiutiamo Filippo e tutto il Pigneto, questo schifo deve finire!
Dominella Trunfio
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