Il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano

È l'ultimo arrivato fra i parchi nazionali italiani. Si trova in Basilicata e abbraccia un frastagliato territorio caratterizzato da natura incontaminata fra possenti montagne, boschi lussureggianti, fertili e dolci valli solcate da fiumi e punteggiate da laghi che creano atmosfere davvero molto suggestive. Un autentico eden per gli sport all'aria aperta ma anche per visitare borghi arroccati come presepi, ricchissime aree archeologiche, testimonianza della presenza dell'uomo in questi luoghi fin dalla Preistoria, e assaporare gustose ricette della ricca e genuina gastronomia locale. Siamo nel Parco Nazionale dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese, istituto nel 2007 con i suoi 69mila ettari, uno dei grandi polmoni verdi della Basilicata nei cui confini ricadono 29 comuni in provincia di Potenza.

È l’ultimo arrivato fra i parchi nazionali italiani. Si trova in Basilicata e abbraccia un frastagliato territorio caratterizzato da natura incontaminata fra possenti montagne, boschi lussureggianti, fertili e dolci valli solcate da fiumi e punteggiate da laghi che creano atmosfere davvero molto suggestive. Un autentico eden per gli sport all’aria aperta ma anche per visitare borghi arroccati come presepi, ricchissime aree archeologiche, testimonianza della presenza dell’uomo in questi luoghi fin dalla Preistoria, e assaporare gustose ricette della ricca e genuina gastronomia locale. Siamo nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano – Val d’Agri – Lagonegrese, istituto nel 2007 con i suoi 69mila ettari, uno dei grandi polmoni verdi della Basilicata nei cui confini ricadono 29 comuni in provincia di Potenza.

Un’apoteosi naturalistica con vette fra le più belle e alte dell’Appennino meridionale come quelle del Massiccio del Sirino, che col Monte Papa raggiunge i 2005 metri di altitudine, e del Volturino (1835 metri). Ai loro piedi si fa largo la valle del fiume Agri a cui si accede, provenendo dal versante jonico, dall’impattante Murgia di S. Oronzo, una gigantesca porta naturale costituita da due torrioni di conglomerati di Castronuovo alti più di cento metri, diventati un po’ il simbolo del parco. Scenari che per certi versi sembrano quelli del Grand Canyon stellestrisce.

Moltissimi i sentieri lungo i quali ci si può cimentare in del sano buon trekking secondo disparati livelli di difficoltà, a portata quindi veramente di tutti. Alcuni attraversano la folta vegetazione, altri scenari brulli e rocciosi, altri ancora costeggiano fiumi e laghi durante i quali ci si può dedicare anche al birdwatching, come per esempio sul bellissimo lago del Pertusillo, circondato da boschi che si spingono fino al pelo dell’acqua. Ricavato negli anni ’50 dalla costruzione di una diga che sbarra il fiume Agri, vi vivono folaghe, germani reali, cavalieri d’Italia e aironi cenerini mentre in tutto il parco si avvistano facilmente anche nibbi reali, poiane, cicogne nere, corvi imperiali, capovaccai, gufi e aquile reali. Fra le altre specie animali che popolano il parco anche lupi appenninici, gatti selvatici, istrici, cinghiali e, lungo i corsi d’acqua, lontre e anfibi rari quali la salamandrina dagli occhiali e la Bombina pachypus (ululone appenninico).

La vegetazione, molto varia, è costituita da leccette, querceti misti, soprattutto roveri e roverelli, cerri e folte faggete alle altitudini maggiori. Molto interessanti sono gli itinerari alla scoperta dei segni che rimandano al periodo preistorico, come per esempio quelli che si snodano intorno ai monti Raparo e Raparello dove proliferano doline, grotte, sorgenti e aree ricche di icnofossili, testimonianza di come questi territori fossero un tempo ricoperti dalle acque. Tutta la valle nel Pleistocene era un enorme bacino lacustre e molti sono, infatti, i resti di animali preistorici ritrovati, soprattutto elefanti (elephas antiquus) ed equidi, custoditi nel Museo Nazionale Archeologico dell’Alta Val d’Agri a Grumento Nova.

Proprio nei pressi della cittadina si trova anche l’area archeologica dell’antica città romana di Grumentum, uno scrigno davvero impedibile per gli amanti dell’archeologia. Oltre al trekking nel parco ci si può cimentare in molti altri sport quali volo sportivo, parapendio, arrampicata, mountain bike, ippoturismo, wild swimming, canottaggio, kayak, torrentismo, e pesca sportiva.

Fra gli altri luoghi simbolo del parco, che rappresenta una sorta di anello di congiunzione fra altri due parchi nazionali di ragguardevole bellezza, il Pollino a sud e il Cilento Vallo di Diano, a sud-est, in terra campana, spicca sicuramente la Riserva Regionale del Lago Laudemio con i suoi scenari preistorici fra faggi, ontani e rare specie vegetali, quali la Vicia sirinicae e l’Astragalus sirinicus. La riserva segna, infatti, il limite meridionale dell’area di espansione dei ghiacciai del periodo Quaternario con il Laudemio che è il lago di origine glaciale più a sud d’Europa. E ancora la Riserva regionale dell’Abetina di Laurenzana con magnifici esemplari di abete bianco con circonferenze anche di quattro metri, il Monte Volturino, che offre uno splendida vista panoramica e a cui conducono bellissimi sentieri fra folte faggete, il bosco di Rifreddo, uno dei più belli del circondario, e la Riserva del Wwf Lago di Pantano, entrambi ricadenti nel territorio del comune di Pignola.

Oltre alla natura fra le attrattive del parco spiccano anche i moltissimi borghi che con castelli, torri di avvistamento e antichi santuari costellano tutto il territorio. Senza poi dimenticare la buonissima gastronomia fatta dei tanti prodotti che qui si coltivano. Fra questi funghi, tartufi, vini Doc, peperoni e fagioli Igp, mele di primissima qualità, oltre a salumi e formaggi che rappresentano una vera apoteosi per gli amanti della buona tavola.

Vincenzo Petraglia

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