Un profumodolciastro, quello di tamerici. Un verde intenso e assoluto silenzio. È questo che colpisce visitando le Gole di Tiberio. Un luogo ancora poco conosciuto, nell'entroterra della provincia di Palermo, non molto lontano dal comune di San Mauro Castelverde. Perché la Sicilia non è solo isole e mare, ma regala scorci inaspettati
Un profumo dolciastro, quello di tamerici. Un verde intenso e assoluto silenzio. È questo che colpisce visitando le Gole di Tiberio. Un luogo ancora poco conosciuto, nell’entroterra della provincia di Palermo, non molto lontano dal comune di San Mauro Castelverde. Perché la Sicilia non è solo isole e mare, ma regala scorci inaspettati.
Siamo nel cuore del Parco delle Madonie. Qui, dal triassico, l’acqua modella e colora la roccia calcarea. Quello all’interno delle Gole di Tiberio è un viaggio nel tempo, in un luogo selvaggio, circondato da Natura incontaminata.
Le gole si percorrono oggi con gommoni e canotti a remi, che permettono di ammirare questo paradiso primordiale che risale a circa 200 milioni di anni fa e che, nonostante la sua veneranda età, resiste ancora oggi e si è integralmente conservato.
Dal 2001 è uno dei siti European Geoparks Network riconosciuto dall’Unesco per le sue valenze geologiche. Le gole si sono formate a seguito della millenaria erosione delle acque del fiume Pollina, che ha trovato spazio fino a scavare questo spettacolare canyon tra i comuni di San Mauro Castelverde e Castelbuono.
Un’apertura lunga circa 250 metri e alta anche fino a 50, con pareti levigate e a strapiombo, in cui vivono indisturbati uccelli e numerose altre specie animali e vegetali: spazio a oleandri, salici, pioppi e giunchi, oltre alle onnipresenti tamerici.
Il corso d’acqua, la cui portata è importante anche durante il periodo primavera-estate, forma una serie di piccole cascate e laghetti in cui è possibile immergersi.
Durante il nostro tragitto, è stato possibile ammirare anche resti fossili di gasteropodi risalenti a circa 150 milioni di anni fa, al Giura-Cretaceo, come mostra l’immagine che segue.
Ci racconta la guida che nelle gole è possibile osservare un particolare punto dove si incontrano varie correnti, detto u Miricu (in dialetto l’ombelico), numerosi nidi di varie specie di uccelli e il particolare masso che fa da ponte naturale sulle gole, su cui in passato, si racconta, passavano i briganti che abitavano le numerose grotte della zona.
Nel cuore delle gole, a dare l’arrivederci ai visitatori, al ritorno dall’escursione in gommone sono gli spettacolari giochi di luce che colorano le pareti verticali cambiando forma ogni istante.
Foto e testo: Francesca Mancuso
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