Venezia regala una varietà di itinerari nascosti, fatti di orti mistici, orti urbani, giardini misteriosi.
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La Laguna, il Ponte di Rialto, il Ponte dei Sospiri, Venezia si rivela una città dalle mille sfaccettature e per chi volesse scoprirne gli angoli inaspettati, lontani dai percorsi battuti dai turisti, questa città regala una varietà di itinerari nascosti, fatti di orti mistici, orti urbani e giardini misteriosi.
Per chi non lo sapesse Venezia un tempo era circondata interamente da campi verdi e pascoli, ma nel corso dei secoli, queste aree sono state gradualmente ricoperte dalla pavimentazione, e oggi sono oltre 500 i piccoli e grandi giardini nascosti dietro le alte mura lungo i canali e le strade in cui ci si può imbattere, anche per caso.
Giardino Mistico dei Carmelitani Scalzi
In uno di questi spazi verdi è stato inaugurato nel 2015 il Giardino mistico dei Carmelitani Scalzi, un progetto d’architettura “biblico-simbolica” articolato in sette aiuole, in cui viene coltivata, secondo la tradizione anche la melissa.
Sette aiuole che simboleggiano le sette dimore del Castello Interiore di Santa Teresa d’Avila, libro scritto dalla studiosa nel 1577, orientato verso una pienezza di vita, di amore e di pace.
Fonte foto: veneziadavivere.com
- La prima aiuola è un prato verde, che richiama la pienezza, la possibilità di conversare, di giocare.
- La seconda aiuola è l’Orto delle erbe officinali, che rappresentano la purificazione del corpo per raggiungere Dio. Qui è piantata la melissa con cui i frati producono la rinomata Acqua di Melissa.
- Nella terza aiuola, simbolo della Trinità, c’è l’Orto alimentare, dove vengono coltivati ortaggi e verdure.
- Un vigneto ricopre la quarta aiuola, dove sono piantati 17 filari (7 + 10 come i sacramenti e i comandamenti).
- Il frutteto dei gusti perduti della quinta aiuola è un invito alla generosità, in cui sono state piantate 40 varietà antiche di frutti.
- L’orto degli ulivi rappresenta l’amicizia ed è il luogo dell’ultima grande tentazione di Gesù e inizio della sua Passione. Gli ulivi sono 13, simboleggiano gli apostoli e Gesù.
- La settima aiuola simboleggia il bosco, l’Aiuola della Passione, dove sono presenti grandi alberi, paragonabili al caos esterno al Castello, dove si è ancora lontani da Dio ma chiamati ad arrivare alla stanza centrale.
Al centro del giardino spicca il melograno, l’albero dai tanti significati, che richiama l’amore sponsale, come descritto nel Cantico dei Cantici e simbolo della Resurrezione di Cristo e dei sacramenti come descritto nel Cantico Spirituale di San Giovanni della Croce, il I° Carmelitano Scalzo: “le melagrane sono simbolo dei misteri di Cristo” e che “come ogni melagrana contiene molti chicchi, così ogni attributo, mistero, giudizio e virtù di Dio contiene in sé una grande moltitudine di effetti e provvidenze meravigliose di Dio” e “il succo di queste melagrane è la fruizione e il diletto dell’amore di Dio che ridonda nell’anima dalla conoscenza di quei misteri.”
È possibile visitare l’orto solo previa prenotazione o in occasione di eventi particolari.
L’orto sinergico della Giudecca
Un orto davvero speciale sia per la sua finalità che per il luogo in cui è stato realizzato, l’orto sorge su un terreno di proprietà dell’Istituto di Ricovero e Educazione IRE e viene curato da Michele Savorgnano, che insieme alla collaborazione di due associazioni, Spiazzi Verdi e Laguna nel Bicchiere, circa otto anni fa, ha trasformato dei terreni incolti e abbandonati trasformandoli in un fantastico orto sinergico, trecento varietà di piante, trentacinque specie di pomodori, quindici di basilico, venti varietà di menta, vigne e alberi da frutto, prugne, susine e albicocche; insieme a moltissime specie di fiori anche edibili: papaveri, salvie, dragoncelli e finocchi, sedani e biete, carciofi e calendule, ibischi e cardi, nasturzi, agli e cipolle rosse. Michele ha studiato la permacultura e l’agricoltura biologica, da cui è partito per dare vita ai nuovi orti.
25 i ristoranti della città che si servono dei prodotti dell’orto, ed è proprio la stagionalità dei prodotti a dettare i menù, ad esempio del ristorante dell’hotel Cipriani; ogni giorno i ragazzi della cucina e lo chef in persona, Davide Bisetto, colgono frutti e ortaggi, imparando di volta in volta le innumerevoli varietà presenti, poiché nessuna delle piante presenta un’etichetta con il nome; l’importante per Michele Savorgnano è che tutti imparino a riconoscere le piante, ma a riconoscerle unicamente al tatto, all’odore e ovviamente alla vista.
Il martedì della Permacultura Urbana a Venezia
Il martedì è il giorno in cui, prenotando in anticipo è possibile visitare l’orto, ma anche imparare a piantare un chiodo, riconoscere e cucinare le erbe spontanee, accendere un fuoco, costruire una tettoia con materiale di recupero, potare un albero, seminare a spaglio, cambiare il manico ad una zappa, fare un buon compost, essiccare un’erba aromatica…
L’orto biologico delle meraviglie
Fonte foto: Rio Terà dei Pensieri
La casa circondariale femminile della Giudecca, carcere femminile di Venezia, sorge in un ex convento con annesso un tipico orto veneziano di oltre 6.000 mq, e offre alle detenute la possibilità di poter stare a contatto con la natura nonostante la reclusione e imparare a coltivare la terra, vendendo poi all’esterno i prodotti raccolti. L’orto delle meraviglie, gestito dal 1994 dalla cooperativa Rio Terà dei Pensieri, realizza una singolare convergenza di intenzioni volte al recupero: un orto è l’attività ideale per favorire un percorso di recupero per le detenute del carcere e ovviamente di recupero ambientale di un’importante e ampia zona verde di Venezia, con la nascita e il rafforzamento del legame tra l’attività interna all’istituzione carceraria e la comunità locale attraverso la vendita degli ortaggi.
Fonte foto: Rio Terà dei Pensieri
L’orto, di 6000 metri quadri, è provvisto di grandi serre e al suo interno si coltiva una grande varietà di frutti e ortaggi, è presente un piccolo uliveto, un frutteto, la zona adibita al compost, il tunnel con i semenzai e una sezione denominata ‘aromantica’, dedicata alle piante officinali e ai peperoncini.
La produzione è abbondante e i frutti e gli ortaggi raccolti vengono venduti al mercatino che si tiene fuori dal carcere ogni giovedì mattina (Fondamenta delle Covertite, Giudecca 712) e quelli in eccedenza finiscono in borse assortite di verdure vendute e distribuite dai gruppi di acquisto solidale della zona, mentre le erbe aromatiche e medicinali, sempre nell’ottica dell’ottimizzazione, vengono usate dal laboratorio di cosmetica per la preparazione di prodotti di bellezza richiesti da alcuni alberghi della laguna.
Fonte foto: Rio Terà dei Pensieri
Il Laboratorio di cosmesi nasce nel 2001 dallo stimolo di utilizzare alcune delle piante aromatiche coltivate nell’orto adiacente. Seguendo preziose ricette, le detenute realizzano oggi cosmetici di alta qualità mantenendo viva l’antica tradizione veneziana della produzione cosmetica artigianale. La produzione odierna si rivolge al pubblico con due linee di prodotti (di cui una certificata Biologica), e agli alberghi con linee di cortesia personalizzate.
L’orto apre al pubblico durante l’annuale Festa dell’Orto, che si svolge generalmente verso la fine di settembre.
Silvia Romano