Civita di Bagnoregio: scopri 10 ragioni imperdibili per visitare questa affascinante città che muore almeno una volta nella vita. Esplora il suo fascino unico, la storia millenaria e l'incredibile panorama che ti lascerà senza fiato
Indice
Civita di Bagnoregio è un suggestivo borgo della provincia viterbese che rischia però di scomparire per sempre a causa dell’erosione. Questo piccolo gioiellino è, infatti, incastonato in un colle tufaceo continuamente tormentato da pioggia e vento.
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Di motivi per visitarla ce ne sarebbero tantissimi, ne abbiamo scelti 10, eccoli:
Perché è anche detta la ‘città che muore’
Il suo destino era forse già stato scritto da Bonaventura Tecchi che l’aveva denominata la “Città che muore”, una sorte che oggi sembra più realistica che mai, perché il colle tufaceo in cui sorge è minato alla base sia dalla continua erosione di due torrentelli che scorrono nelle valli sottostanti che, dalle piogge e dal vento.
Per la sua storia medievale
Per ammirare i calanchi argillosi
Perché non ci sono automobili
Civita di Bagnoregio è raggiungibile solo a piedi, attraverso un suggestivo ponte che conduce tra le viuzze medievali. Un’oasi di pace senza smog.
Per respirare aria di altri tempi
Tutto il borgo ha, infatti, un’impronta medievale e un’atmosfera familiare ferma nel passato: fiori alle finestre, frantoi rinascimentali, strette viuzze.
Per visitare la Chiesa di San Donato
Lo scenario è arricchito dalla Chiesa di San Donato, che si affaccia sulla piazza principale e custodisce al suo interno il Crocifisso ligneo quattrocentesco, ritenuto miracoloso, cui è legata la processione del Cristo morto.
Per assistere a una suggestiva processione
La sera del venerdì santo la scultura viene portata in processione a Bagnoregio ma la tradizione vuole che essa ritorni assolutamente entro mezzanotte a Civita, pena la sua acquisizione della stessa dai bagnoresi.
Per vedere la Porta di Santa Maria
La Porta di Santa Maria attribuita al Vignola composta da due bassorilievi che raffigurano un leone che tiene un uomo con gli artigli, metafora della cacciata dei Monaldeschi.
Per vedere il Palazzo vescovile e non solo
Il Palazzo vescovile, un antico mulino del XVI secolo e la casa natale di San Bonaventura. Un territorio che non può e non deve scomparire.
Per conoscere da vicino la storia del suo abbandono
Dopo gli Etruschi furono i romani ad abitare il piccolo borgo che, già all’epoca, faceva i conti con terremoti e smottamenti. Ci furono poi i barbari, Carlo Magno e la Santa Sede. Un terribile terremoto nel 1695 fece franare mezzo paese e crollare l’unica via che lo collegava a quello che oggi è Civita di Bagnoregio.
Civita di Bagnoregio, come arrivare
Percorrendo la A1, da nord si può uscire al casello di Orvieto e da lì prendere la direzione per Bagnoregio (18 km); se si arriva da sud si può uscire al casello di Orte, poi direzione Viterbo (superstrada), prendere l‘uscita Bagnaia-Montefiascone e percorrere la strada provinciale Teverina che porta diretto a Bagnoregio.
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