Le isole Faroe, le stesse a noi “care” per la caccia alle balene, sono pronte a chiudere per un po’ per dare spazio a diversi progetti di manutenzione.
Un’isola può chiudere per qualche giorno per preservare i suoi ecosistemi? Evidentemente sì. Le isole Faroe, le stesse a noi “care” per la caccia alle balene, sono proprio pronte a chiudere i battenti per un po’ per dare spazio a diversi progetti di manutenzione.
Le Isole Faroe, a metà strada tra la Norvegia e l’Islanda, saranno chiuse ai turisti e accoglieranno i volontari solo dal 15 al 17 aprile 2020.
Il territorio, un arcipelago controllato dalla Danimarca, ha visto in effetti negli ultimi anni un vero e proprio boom di turisti: mentre nel 2013 si sono contate poco meno di 70mila presenze, l’anno scorso il numero di visitatori è arrivato a 110.000, il doppio della popolazione delle isole.
Turisti che arrivano da ogni parte del mondo per la ammirare la bellezza di questi posti, tra oceano blu, scogliere verticali sul mare, montagne verdi e una pittoresca valle. Ma un simile boom turistico ha causato paura tra le autorità locali, preoccupate per gli effetti che potrebbe causare sugli ecosistemi locali. Hanno così trovato una soluzione, chiamando i volontari un paio di volte all’anno per chiedere aiuto su diversi progetti, dalla manutenzione delle strade al ripristino dei siti che il crescente afflusso di ospiti ha compromesso.
“Per noi, il turismo non è solo una questione di numeri – ha dichiarato alla CNN Guðrið Højgaard, direttore di Visit Faroe Islands. Diamo il benvenuto ai visitatori delle isole ogni anno, ma abbiamo anche una responsabilità nei confronti della nostra comunità e del nostro bellissimo ambiente e il nostro obiettivo è preservare e proteggere le isole, garantendo una crescita sostenibile e responsabile”.
Ben detto, Mister Højgaard, una crescita sostenibile e responsabile prima di tutto, ma non crede faccia un po’ a cazzotti con le centinaia di cetacei che su queste isole vengono macellati ogni anno?
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