Visitare l’Islanda costerà di più: l’isola introduce una tassa di soggiorno per preservare la sua natura incontaminata

Chi intende visitare l'Islanda dovrà pagare una tassa di soggiorno: così il Governo punta a combattere il turismo di massa, proteggendo i suoi tesori naturali incontaminati

Quando si pensa all’Islanda vengono subito in mente maestose cascate, vulcani, sorgenti termali e potenti geyser. È una terra selvaggia e incontaminata, dove la Natura è la protagonista indiscussa. Attirati da queste bellezze mozzafiato, ogni anno oltre un milione di persone giunge su questa enorme isola per visitarla e fare esperienze indimenticabili.

Negli ultimi anni qui la presenza di turisti è diventata davvero massiccia: secondo quanto riferito dall’Ente Islandese per il Turismo Ferðamálastofa soltanto nel 2022 sono arrivati sul territorio nazionale circa 1,7 milioni di visitatori, quasi un milione in più rispetto al 2021.

turisti islanda

@Ferðamálastofa

E questi numeri notevoli rischiano di compromettere ecosistemi molto delicati. Alla luce di ciò, il Governo islandese ha deciso di provare a mettere un freno al turismo di massa, introducendo una tassa di soggiorno.

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“Il turismo è cresciuto in modo esponenziale in Islanda nell’ultimo decennio. La maggior parte degli ospiti che vengono da noi visitano la natura incontaminata e ovviamente questo crea pressione” ha dichiarato la premier islandese Katrín Jakobsdóttir, intervistata da Bloomerg.

Ma quanto si pagherà per soggiornare la nazione di ghiaccio e di fuoco? Al momento non è stato chiarito a quanto ammonterà la tassa di soggiorno, ma durante l’intervista la prima ministra ha assicurato che i costi non saranno elevati, almeno in una prima fase.

Il settore turistico genera circa il 6% PIL del Paese del Nord Europa, che ha intrapreso un percorso virtuoso per combattere concretamente l’inquinamento ; fra gli obiettivi green più ambiziosi che si è posta l’Islanda, che sta investendo nell’utilizzo del calore geotermico per produrre energia, spicca quello di diventare carbon neutral entro il 2040.

Molte aziende che lavorano nel settore del turismo stanno trovando il modo di passare davvero all’economia circolare – ha chiarito la premier Katrín Jakobsdóttir – Quindi il cambiamento sta avvenendo, ma è una sfida.

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Fonti: Bloomerg/Ferðamálastofa

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