Un museo di arte contemporanea sul fondo dell’oceano: è il Museo Atlantico di Lanzarote, situato a 14 metri di profondità, sotto le acque cristalline dell’isola più nord-orientale dell’arcipelago delle Canarie. Lo ha realizzato un artista britannico di fama internazionale, Jason deCaires Taylor, autore di numerose installazioni sottomarine.
Un museo di arte contemporanea sul fondo dell’oceano: è il Museo Atlantico di Lanzarote, situato a 14 metri di profondità, sotto le acque cristalline dell’isola più nord-orientale dell’arcipelago delle Canarie. Lo ha realizzato un artista britannico di fama internazionale, Jason deCaires Taylor, autore di numerose installazioni sottomarine.
Dopo il museo sottomarino dedicato alla storia sovietica realizzato in Crimea, una nuova iniziativa che coniuga arte e acqua sta vedendo la luce a largo delle coste di Lanzarote, nell’Oceano Atlantico. L’ambizioso e originale progetto del Museo Atlantico comprende sculture che affrontano temi globali di stringente attualità, come il dramma dell’immigrazione e delle morti in mare, oltre che un orto botanico sottomarino, con l’intento di celebrare il connubio tra arte e natura e di accrescere nell’opinione pubblica la consapevolezza dei rischi a cui sono esposti gli ecosistemi oceanici.
La prime sculture sono state depositate sul fondale oceanico lo scorso 31 gennaio e, dal prossimo 25 febbraio, l’area sarà aperta agli appassionati di immersioni e snorkeling.
Le installazioni già calate in acqua sono The Rubicon, un complesso di 35 figure umane in abiti contemporanei, dotate di zaini, smartphone e tablet, che camminano in direzione di un muro (che può essere inteso sia come un punto di non ritorno che come un portale che si spalanca su un nuovo mondo), e The Raft of Lampedusa (La zattera di Lampedusa), che presenta 13 figure disperate e sofferenti su un barcone, in attesa di ricevere aiuto, e che si richiama esplicitamente a La zattera della Medusa, il capolavoro di Thédore Géricault.
“L’opera non è da intendere come un omaggio o un memoriale alle tante vite perdute” – spiega l’artista – “ma come un duro monito, che chiama in causa la responsabilità collettiva della nostra comunità ormai globale.”
Seguiranno altre installazioni, a coprire un’area complessiva di circa 2500 mq, con l’intento di creare un’ampia scogliera artificiale per le specie ittiche locali e di aumentare la biomassa marina. Le statue, così realistiche da risultare quasi inquietanti, sono destinate ad essere modellate e modificate dall’azione congiunta dell’acqua e del tempo, che finirà per trasformarle da oggetti inerti ad elementi “viventi”, costitutivi del paesaggio marino e parte integrante dell’ecosistema locale.
Non è la prima volta che Jason deCaires Taylor, artista appena quarantenne e con la passione per le immersioni, realizza delle imponenti installazioni sottomarine: ad esempio, nel 2006 ha contribuito con le sue opere alla creazione di un parco di sculture a largo dell’isola di Grenada, nei Caraibi, mentre nel 2009 ha co-fondato un museo marino a largo di Cancun, in Messico.
Lisa Vagnozzi
Photo Credits: Jason deCaires Taylor
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