Scopri cosa vedere e le esperienze più sostenibili da fare anche fuori stagione a Minorca, la perla delle Baleari che è riuscita negli anni a coniugare il turismo balneare legato alle sue spiagge paradisiache con un'attenzione alla tutela dei paesaggi e delle tradizioni , connotandosi come una delle isole più sostenibili del Mediterraneo
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Minorca, definita anche la perla delle Baleari, è una delle poche isole del Mediterraneo che è riuscita negli anni a superare la dicotomia turismo vs natura trasformandola in uno dei suoi principali punti di forza. Patrimonio della Biodiversità dal 1993 è, ad oggi, una delle mete imprescindibili per chi è alla ricerca di un’esperienza di viaggio più slow e sostenibile. Anche fuori stagione.
Lontano dal frastuono di Ibiza, dalla mondanità di Formentera e dallo sfarzo di Majorca, quest’isola è stata, infatti, in grado di limitare lo sviluppo turistico eccessivo e di preservare tutta la sua autenticità, coniugando al meglio il turismo con la tutela del suo enorme patrimonio naturale, storico, gastronomico e culturale. Basti pensare che sull’isola che si estende per 690 chilometri quadrati (con una lunghezza di circa 48 KM e una larghezza di 16 km) vi abitano oltre 90.0000 persone che d’estate diventano circa il doppio, 180.000, contro le vicine isole di Majorca o Ibiza che arrivano a quintuplicare le presenze nei mesi estivi.
Un icerberg green nel cuore del Mediterraneo
Minorca – Menorca in catalano- è la più selvaggia e la meno urbanizzata dell’arcipelago spagnolo e, per lungo tempo, probabilmente, anche la più sottovalutata delle Baleari. Oggi, però, in un momento in cui la sostenibilità è entrata di fatto tra i valori sempre più ricercati dai turisti, è pronta per la sua rivincita, pienamente in grado di offrire esperienze imperdibili a chi vuole andare oltre le sue spiagge, comunque di un turchese che lascia senza fiato.
Come un piccolo iceberg nel cuore del Mediterraneo, infatti, Minorca è molto di più di quello che è possibile osservare a prima vista, riservando le sue tantissime ricchezze nascoste solo a coloro che provano a scoprirne essenza. Così, se le cale e le spiagge incontaminate rimangono indiscutibilmente l’attrazione più grande e apprezzata, visibile a tutti, basta cercare un po’ più in profondità – spingendosi anche nell’entroterra – per immergersi in attività ed esperienze uniche, capaci di trasmetterne i valori più veri. Perché come un prezioso scrigno, Minorca riesce a concentrare in 700 chilometri quadrati, un impressionante mosaico naturale di paesaggi, ma anche di antiche tradizioni, frutto di una storia ricca di sedimenti e contaminazioni proprie di un’isola così centrale e strategica nel mare più importante d’Europa.
Minorca, Riserva della Biosfera: marchio UNESCO e certificazione di sostenibilità
Grazie a questo stretto rapporto tra l’uomo e il territorio l’isola è stata dichiarata dall’UNESCO Riserva della Biosfera a ottobre del 1993 riconoscendo in tal modo la sua eccezionale importanza dal punto di vista biologico e ambientale. Un riconoscimento prestigioso, ma anche un impegno da parte delle autorità locali e della comunità per preservare e proteggere l’ecosistema unico di Minorca.
Un impegno che ha certamente lusingato gli abitanti, ma che, dall’altra parte ha messo un freno allo sviluppo turistico che stava modellando e facendo la fortuna delle isole vicine. Le rigide regole di conservazione paesaggistica imposte se, inizialmente potevano sembrare come un limite, oggi, a distanza di 30 anni, si sono rivelate il vero valore aggiunto.
Minorca ha così mantenuto una grande parte del suo territorio rurale intatto, con ampie aree di campi agricoli, foreste e zone costiere protette. Le restrizioni sui permessi di costruzione, l’implementazione del Piano di Protezione del Territorio e la creazione di riserve naturali, hanno svolto un ruolo fondamentale nel mantenere l’isola relativamente incontaminata e a superare le grandi difficoltà che implica il fatto di essere, contemporaneamente, un’isola turistica e una riserva naturale mondiale, rendendo, in questo modo compatibili lo sviluppo socio-economico con la tutela dell’ambiente naturale.
Nel 2019 poi, Riserva della Biosfera è diventato anche un marchio proprio dell’isola: il Consell Insular de Menorca, infatti, ha lanciato una vera e propria certificazione di sostenibilità per produttori, artigiani e imprenditori del turismo che “svolgono la loro attività economica sull’isola con particolare attenzione all’ambiente, alla cultura e alla società di Minorca”. Un marchio ad hoc, insomma, destinato a quei professionisti e a quelle realtà imprenditoriali in grado di portare avanti la loro attività coniugando al meglio business e territorio, promuovendo così un turismo di qualità più che di quantità. Ad oggi sono circa 70 le realtà (qui la lista) diversissime tra loro che possono vantarlo: dalle strutture ricettive, alle guide turistiche, dalle aziende agricole a quelle di noleggio bici o barche.
Oggi, quindi, per Minorca e per chi ci vive, il distintivo di Riserva della Biosfera è molto più che un marchio o un semplice contrassegno, è diventato un vero e proprio stile di vita, un modo di pensare, di lavorare, di sentire l’isola e di fare le cose in maniera diversa, anche e soprattutto per le generazioni future, affinché possano continuare a godere della sua unicità e bellezza.
Quando visitare Minorca: qual è il periodo migliore?
Ma qual è dunque, il periodo migliore per visitare Minorca? Sicuramente dipende da ciò che state cercando (e dalle vostre ferie), ma se volete carpirne davvero l’essenza e rimanere al di fuori del periodo di massima affluenza turistica, i mesi di maggio e giugno o quelli di settembre e ottobre, sono di certo quelli ideali per visitare l’isola. La primavera e l’autunno, infatti, offrono un ottimo equilibrio tra clima piacevole, minore affollamento e opportunità di esplorare l’isola in tutta la sua bellezza. Oltre che colori pazzeschi e prezzi più contenuti.
Io ho avuto la fortuna di visitare Minorca per qualche giorno ad aprile, un periodo in cui, effettivamente, le temperature non permettono ancora di godere appieno delle sue rinomate acque turchesi, ma che, di contro, regalano odori e colori mozzafiato che solo la macchia mediterranea in fiore può donare. Un tripudio di verde e di tonalità pastello incastonate , a mo’ di quadri, nei caratteristici muretti in pietra sapientemente innalzati per contrare i venti di tramontana che sfrecciano tutto l’anno. Ma anche per delimitare le proprietà, intervallandosi con gli altrettanto tipici cancelli in legno, i cosiddetti “portals“, con cui formano una rete di divisioni perfettamente integrate con il paesaggio naturale e conferiscono quel peculiare fascino rustico all’isola.
L’estate (da luglio a agosto) è la stagione più affollata a Minorca, con un aumento del turismo e delle temperature che possono superare i 30°C. Se ti piace il caldo intenso e l’atmosfera vivace, questo periodo potrebbe essere la scelta migliore. Tuttavia, è importante considerare che le spiagge e le attrazioni turistiche potrebbero essere più affollate oltre che i prezzi più alti e le disponibilità più limitate. Questo perché negli ultimi anni è cresciuto notevolmente l’interesse verso la destinazione di Minorca, ma non può crescere l’offerta quantitativa delle strutture ricettive che, di contro, stanno tutte puntando, come detto, sulla qualità e la sostenibilità. Se decidete di partire in questi due mesi, dunque, vi consiglio di prenotare con largo anticipo.
Minorca poi mantiene il suo fascino anche l’inverno: da novembre a marzo è relativamente tranquilla, con temperature più fresche che si aggirano tra i 10°C e i 16°C. Sebbene l’isola sia ancora molto piacevole da visitare, alcune attività potrebbero essere limitate e diversi ristoranti e hotel potrebbero essere chiusi o avere orari ridotti.
Per la scelta del periodo tenete presente anche che i voli diretti dall’Italia ci sono solo da giugno a settembre, negli altri mesi bisognerà prenotare facendo scalo a Madrid o Barcellona.
Non solo spiagge: 10 esperienze green da fare a Minorca
Minorca, forte della sua coscienza ambientale, sta promuovendo un turismo sempre più sostenibile e offrendo una varietà sempre maggiore di attività rispettose dell’ambiente, come l’escursionismo, il cicloturismo o il turismo naturalistico. Ma cosa fare e vedere a Minorca? Quali sono le esperienze green da non perdere? Essendo io stata solo per pochi giorni provo a riassumervi quelle che secondo me vale la pena assolutamente di fare.
Il primo consiglio è quello di visitare il Museo di Maò che, aperto tutto l’anno, permette un’esperienza immersiva nella storia e nella cultura di Minorca, un luogo imperdibile per esplorare le radici dell’isola e scoprire le sue tradizioni uniche, ma anche per pianificare meglio cosa si vuole effettivamente visitare: all’interno, infatti è letteralmente condensato tutto il patrimonio storico, culturale, ma anche gastronomico dell’isola, oltre che una piantina interattiva di tutte le spiagge e i percorsi naturalistici.
Di seguito le 10 esperienze che ho selezionato io e che è possibile fare a Minorca anche fuori stagione, molte delle quali anche quando piove o il tempo non è dei migliori.
Cami de Cavalls: percorrere a piedi il cammino dei cavalli
Il Cami de Cavalls è un antico sentiero lungo più di 18o chilometri che circonda tutta l’ isola e che è possibile percorrere interamente a piedi – per alcuni tratti, anche in bicicletta – attraversando una grande varietà di ecosistemi e di panorami mozzafiato. Un’esperienza indimenticabile per gli amanti del trekking e della natura: l’atmosfera tranquilla e incontaminata che si respira lungo il percorso, unita alla bellezza naturale che circonda l’isola, offre un’opportunità unica di connessione con l’ambiente circostante.
Si suddivide in 20 tappe perfettamente segnalate mediante pali di legno che indicano il percorso da seguire e cartelli informativi presso le uscite di ogni tragitto. Per percorrerlo tutto occorrono circa 8/10 giorni, ma è possibile decidere di affrontarlo solo in parte, in base alle preferenze e alla capacità degli escursionisti. Ogni tappa offre panorami spettacolari, passando per spiagge incontaminate, scogliere maestose, campagne idilliache e foreste lussureggianti. Sono disponibili guide e mappe per orientarsi lungo il percorso e diverse strutture ricettive lungo il cammino offrono alloggi e servizi per i visitatori. Per maggiori informazioni: www.camidecavalls.com
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Tour enologici: visitare le cantine sostenibili
A Minorca il vino è cosa seria. E negli anni sono sempre di più le cantine che stanno puntando su metodi di produzione sostenibili in grado di riflettere l’autenticità dell’isola e di preservarne la biodiversità. Ai pesticidi si sostituiscono tecniche di coltivazione biologica o biodinamica che prediligono che sfruttano la biodiversità per mantenere la qualità del suolo e la salute del vigneto, con i caratteristici filari a forma di T che garantiscono un’esposizione costante dei grappoli per preservare la corretta umidità e prevenire funghi o muffe. Attualmente sono almeno 5 le cantine che hanno scelto questo approccio, ma una delle più famose, che è riuscita in pochi anni ad ottenere diversi premi e riconoscimenti, è la Binitord, situata nella zona di Alaior. Con la sua giovanissima proprietaria che accoglie direttamente i visitatori, la cantina offre esperienze di degustazione e visite guidate dove è possibile apprendere di più sulle pratiche sostenibili adottate nella produzione dei loro vini, esplorare i vigneti e, assaporare i loro prodotti. Se siete fortunati potreste imbattervi nel piccolo rapace adottato da un rifugio per proteggere l’uva da insetti e uccelli
Tour gastronomici: gustare i sapori dei prodotti tipici
Minorca è un’isola ricca anche dal punto di vista gastronomico con prodotti tipici della tradizione mediterranea, da scoprire e assaporare direttamente nelle aziende agricole che li producono. Dall’olio extravergine al formaggio, dal miele allo zafferano, è possibile organizzare delle visite guidate nelle fattorie o nei laboratori dei produttori che sapranno deliziarvi con degustazioni sensoriali ad hoc , oltre che spiegarvi nel dettaglio l’intero processo di produzione. Ma soprattutto sapranno trasmettervi tutto l’amore e il rispetto per la loro terra. Se volete prenotare una o più visite, vi consiglio di dare un’occhiata sul sito della Sa Cooperativa del Camp che raccoglie più di 600 piccole aziende e artigiani locali. Oltre a prevedere Gruppi di Acquisto e box di prodotti tipici da acquistare, saprà sicuramente organizzare le esperienze migliori per voi, anche originali e divertenti come i laboratori di cosmesi naturali o di arte con frutta e verdura.
Noi abbiamo visitato, ad esempio, il caseificio del famoso formaggio di Mahon prodotto con latte di mucche al pascolo; vestiti da apicoltori abbiamo ammirato da vicino il meraviglioso mondo delle api e gustato il profumato miele tipico dell’isola; degustato l’olio dopo aver visitato gli uliveti e il frantoio dove viene prodotto.
Visitare l’Isla dei Rei, strappata al degrado
L’Isla del Rey, isola del re, è situata nella lunga baia dove sorge il porto di Mahon. Utilizzata fin dall’epoca romana per scopi militari, durante il dominio britannico divenne un importante base navale con depositi di approvvigionamento e, soprattutto, il grande ospedale dove venivano curati soldati e marinai o ricoverati i malati in quarantena (non a caso è chiamata anche l’isola del Lazzaretto). Dopo gli anni ’50 , cadde in uno stato di progressivo e costante abbandono con la vegetazione che invadeva gli edifici e la totale mancanza di sorveglianza o manutenzione. Negli ultimi anni, tuttavia, grazie soprattutto all’opera di volontari, sono stati fatti sforzi significativi per il recupero dell’isola e il ripristino dei suoi edifici storici, in particolare dell’ex ospedale militare adibito ora a museo, la farmacia divenuta adesso una prestigiosa galleria d’arte e le case degli ufficiali, completamente restaurate.
Oggi, grazie soprattutto alla costante opera dell’associazione Amics de l’Illa de l’Rei l’isola è tornata a rifiorire – letteralmente e non – diventando un centro culturale e di intrattenimento cruciale di Mahon e di Minorca tutta, con concerti e mostre d’arte prestigiose. Vi consiglio dunque di prendere il piccolo catamarano che parte dal porto e organizzare una giornata su questo isolotto tornato a essere un fulcro della vita minorchina grazie soprattutto al lavoro e alla perseveranza dei volontari e della comunità locale. Qui potrete farvi raccontare la suggestiva storia degli oltre 1800 marinai italiani rimasti confinati qui per più di 16 mesi dopo l’affondamento della Corazzata Roma durante la seconda guerra mondiale:
Sull’isola del Re è possibile anche mangiare e rilassarsi nel ristorante (vi consiglio di informarvi prima su orari e disponibilità) che offre una varietà di piatti locali utilizzando ingredienti freschi e locali oltre alla possibilità di consumarli all’aperto ammirando la vista sull’isola e sulla baia di Mahon.
Itinerari botanici: perdersi nel labirinto degli orti creato nella cava abbandonata
Nei pressi di Ciutadella c’è un sito unico e affascinante che vale davvero la pena di visitare, soprattutto se siete amanti dei labirinti e della loro misteriosa simbologia. Qui a Lithica, da un’ex cava di arenaria abbandonata, attraverso una spettacolare opera di riqualificazione, è stata realizzata un’attrazione unica nel suo genere, diventata anche polo culturale dell’isola.
All’interno è stato ricreato un labirinto di pietra che rappresenta, ad oggi, la destinazione più nota e popolare, ma anche un meraviglioso parco pubblico nel cuore delle vecchie cave, un vero e proprio museo all’aria aperta in cui spicca un altro labirinto fatto però di erbe della macchia mediterranea che è possibile toccare e annusare seguendo il percorso circolare, ispirato anch’esso all’antico labirinto cretese. Nasce da piante aromatiche che crescono al ritmo delle stagioni, invitandoci ad avanzare con lentezza e consapevolezza lungo tutto il sentiero, sfiorando le foglie delle varie specie per sprigionare il loro intenso profumo.
Questo non è l’unico labirinto vegetale dell’isola. Se volete continuare a perdervi tra ginepri, alloro e cespugli di timo, vi consigliamo anche di visitare il “Labirinto verde” di San Patrici, composto da siepi basse e curate, con sentieri che conducono al centro del labirinto. È un luogo ideale per rilassarsi e godersi una passeggiata immersi nella natura. Come del resto anche il labirinto di Algendar, vicino Ferreries, un luogo pittoresco e affascinante che offre una sfida divertente per chi ama perdersi tra i sentieri
Esplorare i Parchi e le riserve Naturali
A Minorca, ci sono diverse aree protette, parchi naturali e riserve che offrono l’opportunità di esplorare la bellezza naturale dell’isola, a partire dal cuore della riserva della biosfera Unesco, il Parco Naturale della Zona Umida di s’Albufera des Grau, una laguna peculiare di 70 ettari che comprende una vasta area di paesaggi costieri, laghi, spiagge e boschi, ed è sede di una grande varietà di fauna e flora, inclusi uccelli migratori.
Se siete amanti delle spiagge, non potete perdere il parco naturale di Es Grau dalla quale potete arrivare all’isola di Colom in kayak. Se invece il trekking in alta quota fa più al caso vostro, è d’obbligo un salto nel Parco Naturale del Monte Toro, la collina più alta di Minorca dalla quale potete ammirare viste panoramiche uniche sull’isola.
Itinerari archeologici: lasciarsi rapire dal mistero dei siti preistorici dell’era talaiotica
Minorca offre ai visitatori anche un affascinante viaggio nel tempo con i suoi siti archeologici preistorici unici al mondo, risalenti alla cosiddetta era talaiotica e non a caso candidati a diventare Patrimonio dell’umanità. Sparsi per tutto il territorio, infatti, si ergono più di 1.600 monumenti di 2000 anni fa che godono di un magnifico stato di conservazione. Se siete, dunque appassionati di Dolmen e Menhir , qui a Minorca rimarrete a bocca aperta nell’ammirare gli oltre 300 talaiots –grandi torri di pietra costruite con tecniche impressionanti, che fungevano da abitazioni, fortificazioni o luoghi di culto – distribuiti in varie parti dell’isola. Oppure dalle navetes, strutture funerarie collettive a forma di nave che si trovano principalmente nel centro dell’isola o, ancora, da le taulas, le tavole con le loro enormi pietre orizzontali e verticali utilizzate come santuari per rituali e sacrifici animali.
Tutti questi resti archeologici unici sono perfettamente integrati nel paesaggio e visibili gratuitamente creando un itinerario personalizzato o avvalendosi delle visite guidate. Noi abbiamo visitato il villaggio di Trepucò, vicino Mahòn, ma c’è davvero l’imbrazzo della scelta, basta informarsi e armarsi di spirito di iniziativa
Trekking urbano: perdersi nei vicoli di Mahon e di Ciutadella
A Minorca, in qualsiasi periodo si decida di andare, è imprescindibile una visita nelle due principali città dell’isola, Mahon e Ciutadella, camminando nelle loro strade pittoresche e esplorando i caratteristici vicoli tortuosi. Entrambe offrono una ricca storia, architettura affascinante e un’atmosfera unica. Il trekking urbano – che altro non è che passeggiare con calma lasciandosi guidare dalla curiosità – ti permetterà di immergerti completamente in queste meravigliose destinazioni, scoprendo angoli nascosti e vivendo l’autentica vita cittadina di Minorca.
Gironzolando a Mahon, la capitale, storicamente popolata dalla borghesia dell’isola, è possibile ammirare i maestosi palazzi, le chiese storiche e le case dai colori vivaci lungo il porto. Una tappa va assolutamente fatta al suggestivo Mercat Claustre del Carme, un mercato coperto che offre una varietà di prodotti locali freschi, solo dopo esserti perso nei suoi odori e rumori puoi proseguire e raggiungere il Forte di La Mola, una fortezza imponente situata sulla punta dell’isola dalla quale ammirare la suggestiva vista panoramica del porto e delle acque turchesi circostanti.
Una passeggiata a Ciutadella, la ex capitale dove da sempre risiede l’aristocrazia dell’isola, attraverso le stradine acciottolate del centro storico, permette di immergersi completamente nell’atmosfera medievale della città. Proseguendo a passo lento è possibile ammirare gli eleganti palazzi nobiliari e le chiese storiche, come la Cattedrale di Santa Maria, con la sua splendida facciata gotica. Durante il trekking urbano a Ciutadella, è d’obbligo esplorare anche il suggestivo porto naturale, con le sue barche pittoresche e le terrazze affollate di ristoranti e caffè.
Dormire in un hotel rurale ecosostenibile
Dove dormire a Minorca? Se ne volete davvero carpire l’essenza, sicuramente in uno degli hotel rurali – i nostri agriturismi – strutture che si trovano solitamente in fattorie ristrutturate e che offrono un’esperienza autentica, immersa nella natura dell’isola e, ormai, sempre più votati alla sostenibilità. Noi abbiamo alloggiato all’Hotel Rural Binissaida, una delle caratteristiche strutture ricettive che può vantare il marchio di riserva della biosfera per l’attenzione che rivolge alla riduzione degli sprechi e all’ottimizzazione delle risorse. Qui ogni minimo dettaglio, dalla colazione all’arredamento delle camere, trasuda sostenibilità e un’attenzione affatto scontata per l’ambiente. Pannelli solari e fotovoltaici riescono a far fronte a quasi il 70% del fabbisogno energetico e un sofisticato sistema di raccolta e riciclo dell’acqua alimenta l’irrigazione degli orti e degli uliveti. Il ristorante interno serve tutti prodotti a chilometro zero per lo più provenienti dalla produzione interna. Bandita la plastica e i prodotti monouso: nelle camere innovativi dosatori distribuiscono detergenti per corpo e capelli tutti provenienti da laboratori di cosmesi naturale dell’isola e ai tavoli marmellate, miele e salse vengono servite in barattolini di vetro monoporzione riutilizzabili. Nel 1994 è stata compiuta una vera e propria opera di riforestazione degli ulivi delle varietà autoctone in oltre 12 ettari di terreno circostante e nel 2021 è stato installato il frantoio in cui viene prodotto l’olio di tutta la zona nei dintorni di Mahòn. L’hotel è sostenibile anche nel prezzo, soprattutto in bassa stagione, ma è consigliata la prenotazione con largo anticipo.
Ammirare le stelle
Minorca è un ottimo luogo per ammirare le stelle grazie al suo scarso inquinamento luminoso e alla sua bellezza naturale, non a caso l’isola è stata riconosciuta come una delle migliori destinazioni per l’osservazione delle stelle, in particolare la Riserva Starlight situata nella regione del Parco Naturale dell’Isola del Nord, lontano dalle luci della città o all’interno di Torre d’en Galmés, il villaggio preistorico più importante delle Baleari e considerato la Stonehenge dell’isola, che offre l’opportunità di ammirare il cielo dalle sue rovine preistoriche. Diverse agenzie di viaggio e tour operator organizzano escursioni guidate di osservazione delle stelle e, inoltre, alcuni agriturismi o hotel rurali offrono questa esperienza tra i loro servizi.
5 Cose che devi assolutamente assaggiare a Menorca
Se visiti Minorca, ci sono alcuni cibi e bevande locali che devi assolutamente assaggiare per immergerti nella cultura culinaria dell’isola. Qui la mia personale selezione di “imperdibili:”
- La birra talaiotica di Grahame Pearce ispirata alla cultura preistorica di Minorca e prodotta utilizzando gli stessi ingredienti – orzo, grano ed erbe aromatiche – individuate dopo l’analisi su uno degli oggetti più emblematici della cultura talaiotica: il vaso a fondo alto rinvenuto su un “tavolo” preistorico minorchino. La birra, lanciata circa due anni fa è esposta anche al museo di Minorca ed è possibile assaggiarla nei bar, ristoranti e locali più caratteristici.
- La salsa Maò (maionese) di cui Minorca rivendica le origini qui è preparata secondo la tradizione con solo tre ingredienti (tuorlo d’uova, olio d’oliva e sale) a cui poi si aggiungono quelli per “personalizzarla” come aglio, capperi o peperoni. Vederla preparare nei caratteristici mortai con i beccucci per dosare l’olio è uno spettacolo da non perdere
- La vera cucina tradizionale e a km zero preparata dalla chef Sílvia Anglada, nell’unico ristorante Slow food di Minorca: Es Tast de na Silvia a Ciutadella. Un’esperienza gastronomica veramente unica e sostenibile che coinvolge tutti i sensi. Solo una raccomandazione: non osate ordinare Coca Cola ! Se volete bere qualcosa di caratteristico chiedete il Tè Matcha sapientemente preparato in casa, dissetante e buonissimo. E’ consigliabile la prenotazione con largo anticipo perché sempre pieno, soprattutto in alta stagione.
- La Pomada, un cocktail tradizionale preparato con il rinomato gin di Minorca e limonata, una combinazione che lo rende una bevanda rinfrescante perfetta per i caldi giorni estivi e, servito in piccoli shot, un evento conviviale perfetto se si è in gruppo.
- La “confitura de figa“, ovvero la confettura di fichi preparata utilizzando fichi maturi, zucchero e talvolta aggiungendo spezie come cannella o limone per dare un tocco di sapore extra. È un prodotto delizioso e versatile che può essere spalmato su pane tostato e ovviamente sul “Queso de Mahon”, il formaggio più famoso dell’isola. Se non gradite i fichi potete optare per la confettura di zucca, altrettanto golosa .
Per concludere, la cosa più importante da fare a Minorca rimane una: quella di continuare a stupirsi e a guardarla con gli occhi di un bambino, perché è davvero un’isola che ti ruba il cuore.
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