Casa Batlló: un restauro da record

Un restauro a tempo di record, e soprattutto completamente alla luce del sole quello di casa Batllo

Un restauro a tempo di record, e soprattutto completamente alla luce del sole, sotto gli occhi del pubblico, sia dal vivo che online: è questa la sfida accettata, alcuni mesi fa, dal team capitanato dall’architetto Joan Olona e composto dal collega Xavier Villanueva, dall’ingegnere civile Ignasi Villanueva e dall’architetto tecnico Mireia Bosch.

Una sfida che appare già improba di per sé, ma che si configura come ancora più impervia se si considera che l’oggetto del restauro è uno degli edifici più complessi e al tempo stesso più architettonicamente arditi d’Europa: Casa Batlló, a Barcellona, dal 2005 patrimonio dell’UNESCO.

Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la capitale catalana e i suoi monumenti, oppure abbia avuto modo di studiare (anche solo sui libri) le brillanti creazioni di quell’autentico poeta rivoluzionario della progettazione architettonica che fu Antoni Gaudí, sa di cosa stiamo parlando.

Questo edificio, ubicato al numero 43 di Passeig de Gràcia, rappresenta una delle vette assolute del genio catalano, come e forse persino più della celebratissima Sagrada Familia. Di sicuro, si tratta di una delle più insolite e coraggiose “reinvenzioni” architettoniche del Vecchio Continente.

Sì, perché non tutti sanno che Casa Batlló, così come è stata conosciuta dagli appassionati di arte di tutto il mondo, è a sua volta un esempio di restauro tanto radicale quanto riuscito, operato da Gaudí su un edificio già esistente. Infatti, quando nel 1903 il magnate dell’industria tessile Josep Batlló i Casanovas acquistò lo stabile, si trovò a gestire un modesto palazzo edificato nel 1875 su progetto di Emilio Sala Cortés (curiosamente futuro insegnante di Gaudí nel corso dei suoi studi accademici) e precocemente caduto in disarmo.

L’anno successivo, il potente industriale, desideroso di farne una residenza degna del suo nome (e di figurare all’interno dei più prestigiosi edifici del quartiere dell’Eixample), affidò la sua ristrutturazione all’allora cinquantaduenne Gaudí, all’epoca architetto rampante reduce da alcune delle sue più importanti creazioni, in particolare quelle realizzate per un altro industriale illuminato, quell’Eusebi Güell i Bacigalupi che fu negli anni il suo principale mecenate.

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L’intento iniziale di Batlló era quello di ricostruire l’edificio da zero, ma Gaudí propose una sfida ancora più coraggiosa: mantenere lo scheletro del palazzo e riconfigurarne radicalmente gli interni e gli esterni. Così, da quella che pareva – soprattutto per le tecnologie a disposizione all’epoca – una missione impossibile, il genio catalano ricavò una delle opere più rappresentative del suo estro e della sua peculiare declinazione di modernismo architettonico.

Un edificio in cui la tensione verso l’alto tipicamente gaudiana (alla costruzione iniziale vennero aggiunti altri due piani) si sposa magnificamente con la ricchezza di dettagli, finiture e decorazioni caratteristica delle sue opere più mature. In particolare la facciata esterna, con le sue migliaia di decorazioni nei materiali più eterocliti (legno, vetro, ceramica, pietra, stucco, ferro e ghisa), e l’iconico tetto “a squame”, a simulare il dorso di un animale, rappresentano due esempi “da manuale” della creatività gaudiana. I lavori di ristrutturazione terminarono nel 1907.

Entrando nello specifico, il restauro di Casa Batlló tuttora in corso (il primo da 18 anni a questa parte) ha interessato in linea di massima tutto l’edificio ma si è concentrato soprattutto su due aree principali. La summenzionata facciata, per cui è stata effettuata un’operazione di recupero di materiali e forme originari, e lungo la quale è stata allestita una passerella sospesa a 30 metri di altezza, destinata a percorrerla da un’estremità all’altra consentendo ai visitatori di ammirare da vicino ogni singola finitura.

E il cosiddetto piano nobile, ovvero il primo piano adibito a residenza della famiglia Batlló, con i suoi 450 metri quadri riccamente arredati e decorati (il piano terra, originariamente destinato da Gaudí alle scuderie, divenne negli anni un’area multifunzionale, con spazi espositivi e sale convegni, mentre i piani superiori sono tuttora affittati a peso d’oro a facoltosi inquilini).

Come già accennato, l’edificio non è mai stato chiuso al pubblico.

Anzi, la direzione del palazzo-museo (tale deve essere considerata la parte più bassa dell’edificio, quella appunto costituita da ex-scuderie e piano nobile) ha trasformato il restauro in un vero e proprio evento turistico, dando la possibilità ai visitatori di seguire dal vivo i lavori e persino di ammirarne i dettagli online grazie al tour virtuale messo a disposizione sul sito ufficiale di Casa Batlló. Per chi si recherà in loco, invece, sarà possibile persino dialogare direttamente con i restauratori, pronti a illustrare gli estremi del loro lavoro e a soddisfare le curiosità degli appassionati.

Un’altra possibilità messa a disposizione dei turisti interessati a visitare Casa Batlló è quella che sullo stesso sito e sui materiali promozionali viene definita Be the First.

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Si tratta di una sorta di ingresso prioritario anticipato alle 8:30 del mattino (l’orario di apertura canonico è alle 9:00), grazie al quale un numero ridotto di visitatori, in cambio di un non troppo oneroso sovrapprezzo (39 euro anziché 25), potranno aggirarsi per le stanze della casa al riparo da folle e assembramenti. Il modo migliore per conoscere da vicino le meraviglie di questo autentico gioiello dell’architettura novecentesca.

Per 37 euro, invece, sarà possibile prenotare una visita teatralizzata, in cui a fare da guida sarà un attore che impersona Gaudí o un’attrice che recita la parte della signora Ramoneta, domestica della famiglia Batlló.

Il termine del restauro degli interni è stato fissato per giugno 2019, ma per la facciata i tempi dovrebbero essere molto più ristretti. La direzione, infatti, intende smontare le impalcature che danno direttamente su Passeig de Gràcia in tempo per il 23 aprile, data in cui si celebra Sant Jordi (San Giorgio), patrono della Catalogna, la cui effigie troneggia anche sulla sommità della stessa facciata di Casa Batlló. L’intento è ovviamente quello di intercettare il maggior numero di turisti possibile, complice la vicinanza con le vacanze pasquali.

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