Avebury, il misterioso monumento quadrato scoperto a due passi da Stonehenge (FOTO)

Nuova scoperta ad Avebury, sito noto per custodire il più grande cerchio di pietre d’Europa. Degli archeologi hanno infatti trovato nascosto sotto terra un monumento molto antico ma stavolta (sorpresa!) è di forma quadrata!

Nuova scoperta ad Avebury, sito noto per custodire il più grande cerchio di pietre d’Europa. Degli archeologi hanno infatti trovato nascosto sotto terra un monumento molto antico ma stavolta (sorpresa!) è di forma quadrata!

Un monumento quadrato impressionante e molto singolare costruito circa 3.500 anni fa è stato trovato nascosto sotto Avebury, il sito archeologico di Wiltshire a pochi chilometri da Stonehenge.

Le pietre, sepolte migliaia di anni fa, sono state scoperte da un gruppo di ricerca guidato dall’Università di Leicester e dall’Università di Southampton che ha utilizzato la tecnologia radar per valutare cambiamenti nella composizione e nella struttura del suolo con l’obiettivo di capire se sotto la superficie già nota potesse nascondersi qualcosa di interessante. Ed effettivamente è apparsa la sorpresa.

Gli archeologi hanno trovato una serie di pietre disposte in una forma quadrata che circondavano una casa neolitica, che si presume preceda la costruzione del resto del sito di almeno 500 anni. Aggiungono inoltre gli esperti che l’antica casa scoperta potrebbe essere stata la prima costruzione di un vasto insediamento neolitico nell’Inghilterra sud-occidentale.

Utilizzando i risultati dell’indagine con i radar, gli studiosi sono riusciti a realizzare una mappa illustrativa del sottosuolo grazie alla quale si è notata la disposizione delle pietre a forma di piazza. L’indagine si è svolta all’interno del Circolo interno del Sud.

avebury radar
avebury piantina

Per chi non lo conoscesse ancora, il circolo di pietra di Avebury (patrimonio mondiale dell’Umanità) è stato costruito più di 2.500 anni fa ed è una delle più grandi meraviglie della Gran Bretagna preistorica, un luogo di incontro sacro per i nostri antenati. Contiene tre cerchi in pietra, tra i quali il più grande cerchio in pietra d’Europa, che è alto 330 metri ed è composto da circa 100 pietre enormi.

Fino ad oggi questo è tutto quello che si conosceva, ma adesso come dichiarato da Mark Gillings, direttore della scuola di archeologia dell’Università di Leicester:

“La nostra ricerca ha rivelato dei megaliti precedentemente sconosciuti all’interno del cerchio di pietra di Avebury, famoso in tutto il mondo. Abbiamo individuato e mappato una serie di pietre preistoriche che furono successivamente nascoste e sepolte, insieme alle posizioni di altre probabilmente distrutte tra il XVII e il XVIII secolo. Insieme, questi rivelano un impressionante e apparentemente unico monumento megalitico quadrato all’interno dei cerchi di Avebury che ha il potenziale di essere una delle prime strutture in questo sito notevole”

Nick Snashall, archeologo della National Trust di Avebury, ha aggiunto anche:

Per questa scoperta ci sono voluti quasi 80 anni ma è valsa la pena aspettare. Il completamento dell’opera iniziata da Keiller (archeologo che inizio gli scavi n.d.r) negli anni ‘30 ha rivelato un nuovo tipo di monumento nel cuore del più grande cerchio di pietra preistorica del mondo, utilizzando tecniche che lui non ha mai sognato. Dimostra quanto ancora deve essere scoperto ad Avebury se facciamo ‘le domande giuste’ “.

avebury altoFoto: English heritage

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Ma qual era lo scopo di questa costruzione? Un’ipotesi, ancora tutta da confermare, ritiene che la piccola casa al centro sia stata costruita dai padri fondatori di Avebury e nel tempo sia diventata un simbolo importante della nascita della comunità, per cui i discendenti vi hanno poi costruito intorno una piazza monumentale fiancheggiata da pietre massicce che racchiudevano un obelisco gigante alto circa 6 metri. Nei secoli che seguirono, la piazza fu smantellata e le pietre vennero utilizzate per costruire i tre imponenti cerchi che ancora oggi possiamo vedere nel sito archeologico.

Francesca Biagioli

Foto: University of Leicester

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