Le spiagge nel mondo stanno scomparendo. La mappa delle coste sabbiose più a rischio erosione in Italia

Secondo uno studio del Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea, entro il 2050 perderemo 36mila km di spiagge

Quasi la metà delle spiagge di sabbia di tutto il mondo potrebbero sparire entro la fine del secolo. Tutta colpa delle inondazioni costiere e dell’erosione, generate dall’intervento umano e dai cambiamenti climatici. Ma non solo. Tra 30 anni, l’erosione avrà distrutto oltre 36mila km di coste.

A lanciare l’allarme è un nuovo studio dell’Ue, pubblicato su Nature. Secondo l’analisi, entro i prossimi tre decenni spariranno 36.097 km di coste sabbiose, pari al 13,6% di quelle identificate dalle immagini satellitari dagli scienziati del Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea. E la situazione non può che peggiorare nella seconda metà del secolo, quando verranno spazzati via altri 95.061 km pari al 25,7% delle spiagge della Terra.

Purtroppo per noi si tratta di una previsione ottimistica. Ciò significa che nella migliore delle ipotesi è questo ciò che accadrà nel 2050 e nel 2100. Le stime infatti si basano su uno scenario dell’Ipcc abbastanza verosimile noto come RCP4.5, secondo il quale a causa dello scioglimento della calotta di ghiaccio dei poli, gli oceani loro malgrado si innalzeranno di 50 cm entro il 2100.

Potrebbe anche andare peggio: se il mondo continuerà a emettere emissioni inquinanti al ritmo attuale, i livelli del mare aumenteranno di circa 80 cm. In questo caso a finire sott’acqua saranno 131.745 km di spiagge sabbiose.

Per giungere a tale conclusione, gli scienziati del JRC hanno combinato 35 anni di osservazioni costiere satellitari con 82 anni di previsioni climatiche e di innalzamento del livello del mare usando diversi modelli climatici. Hanno anche simulato più di 100 milioni di eventi meteo e misurato la conseguente erosione costiera globale.

Ma c’è anche una piccola buona notizia: la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra potrebbe impedire il 40% dell’erosione prevista. In ogni caso, anche nella migliore delle ipotesi, gli stati del mondo dovranno prepararsi a proteggere meglio dall’erosione le spiagge sabbiose.

Le zone del mondo più colpite

Secondo lo scenario più ottimistico, i paesi più colpiti saranno l’Australia (14.849 km persi) e il Canada (14.425 km), seguiti da Cile (6.659 km), Messico (5.488 km), Cina (5.440 km) e Stati Uniti (5.530 km). Male anche il Regno Unito che perderà 1.531 km o il 27,7% della propria costa sabbiosa e 2.415 km (43,7%) nel caso peggiore. Situazione drammatica in Gambia e Guinea-Bissau che perderanno entrambe perderanno più del 60% delle loro spiagge.

L’Italia

Il nostro paese, nonostante i quasi 8mila km di coste (7.914 km) di cui la maggior parte sabbiose non sembra tra quelli più a rischio come mostra la mappa che segue. A correre i pericoli maggiori saranno le spiagge più piccole. Anche se la perdita attuale finora non è drammatica, alcune zone sono più a rischio: tra queste la Liguria, le piccole isole, le coste settentrionali e occidentali della Sicilia e quelle della Puglia e della Calabria.

mappa perdite coste

©JCR

Le conseguenze

Lo studio mostra che senza mitigazione e adattamento climatico quasi la metà delle spiagge sabbiose del mondo rischiano di sparire entro la fine del secolo. Oltre alla perdita di preziosi ecosistemi, le implicazioni socioeconomiche possono essere gravi, specialmente nelle comunità più povere e dipendenti dal turismo in cui le spiagge sabbiose sono la principale attrazione turistica.

Possiamo solo sperare che gli interventi riescano a ridurre al minimo i danni.

QUI la mappa interattiva

Fonti di riferimento: Jrc, The Guardian, Nature

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