Un team di architetti ha progettato una nuova soluzione per andare in spiaggia: le cupole in bamboo che rispettano le distanze di sicurezza
Che ne sarà dell’estate in spiaggia ai tempi del coronavirus? Riusciremo a fare un bagno al mare o a prendere un po’ di tintarella? A fornire una nuova soluzione è un team di architetti che ha ideato delle cupole in bamboo, facilmente assemblabili, più sostenibili e meno impattanti (e calde) delle barriere in plexiglass, che hanno fatto il giro dei social proprio in questi giorni.
Questa volta la soluzione sembra più a misura d’uomo e a fornirla è stato il team di professionisti dello studio Obicua Architettura che, insieme all’architetto greco Sofia Tsagadopoulou, hanno messo su carta un progetto basato su un materiale naturale, il bamboo.
La squadra, composta da Lucia Catenacci, Valerio Campi e Massimiliano Brugia, ha progettato delle cupole 5 metri x 5, semi private ossia in grado di ospitare una famiglia. Più simili a tende da campeggio, esse sperano di conquistare cittadini e balneari, a differenza dei box in plexiglass.
Nei giorni scorsi si è spesso parlato della riconversione degli stabilimenti balneari italiani dopo l'emergenza…
Posted by Obicua on Friday, April 17, 2020
“L’idea di base nasce dal concetto di rispetto delle distanze di sicurezza ma cercando di mantenere quel senso di libertà che i bagnanti ricercano in una giornata da passare in spiaggia”, spiega l’architetto Campi in un intervista a il Tempo. “Vedendo quelle gabbie in plexiglass, ci è venuto in mente di creare una struttura più friendly. Come se fosse una tenda da campeggio più strutturata. Abbiamo pensato per la zona protetta ad una forma semplice a cupola, che si assembla facilmente con moduli triangolari ed è per sua stessa forma autoportante. I materiali utilizzati sono bamboo e alluminio. Per la copertura, poi, tessuti leggeri, resistenti e facilmente trasportabili il che permette la variazione della forma da sistemare sull’arenile come meglio si crede. Inoltre, posizionando le cupole in obliquo si potrà vedere il mare, creando così corridoi ed evitando anche gli assembramenti”.
I triangoli di tessuto della cupola, inoltre, possono essere rimosse come “se fossero le tende di casa” spiega l’architetto.
Una soluzione fattibile? Probabilmente sì, anche se non mancano i dubbi. Ad esempio, la disposizione obliqua volta a garantire il distanziamento (2 metri di distanza tra una cupola e l’altra) ruberebbe molto spazio. Senza contare che il costo per ogni cupola dovrebbe aggirarsi intorno ai 500 euro.
La realizzazione appare piuttosto semplice, con un assemblaggio che richiederà solo pochi giorni:
“L’idea è quella, appunto, di creare un luogo confortevole e non delle gabbie” prosegue Campi. “Abbiamo anche pensato a delle cupole più accessoriate, anche con delle docce all’interno sempre per evitare poi il problema dell’affilamento. L’idea è quella di utilizzare delle vasche di acqua salata filtrata interne alle cupole, con delle docce che diffondono acqua marina”.
Una sorta di campeggio “di lusso” in spiaggia. Sicuramente più incoraggiante dei pannelli di plexiglass.
Fonti di riferimento: Obicua
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