Realizzato da un designer messicano il concept di una tenda alimentata da celle solari, particolarmente utile in caso di situazioni di emergenza
Una tenda per il campeggio, certo, ma come purtroppo capita, subito dopo catastrofi naturali come terremoti, inondazioni e tsunami, il primo problema che si pone, dopo il salvataggio e la messa in sicurezza delle persone, è il loro ricovero in strutture provvisorie di emergenza. È ancora fresca nella nostra memoria la tendopoli allestita a L’Aquila. Originale è la trovata di un designer di origini messicane, Diego Alatorre, che ha ideato Bitle, il concept della prima tenda alimentata dall’energia solare.
In grado di generare fino a 360 Wh al giorno, la tenda potrebbe rivelarsi particolarmente utile in situazioni d’emergenza, laddove, dopo una disastro, mancano gli alloggi e la corrente. Il rifugio protegge l’utente dagli effetti nocivi dei raggi solari, ma al tempo stesso assorbe l’energia solare e la converte in energia elettrica conservandola e mettendola a disposizione degli utenti per il caricamento dei dispositivi elettronici con vari adattatori.
Basti pensare che la quantità di energia prodotta ogni giorno da Bitle sarebbe sufficiente per caricare più di 30 telefoni, 14 iPod o per la riproduzione di musica per oltre 10 ore.
“Il progetto è stato sviluppato seguendo i principi della progettazione sostenibile – ha spiegato sul suo sito l’ideatore Alatorre – generando un relazione utente-oggetto all’interno di un ambiente sano. La priorità è stata data all’efficienza della tecnologia e all’uso di materiali e processi con il minimo impatto ambientale”.
Grazie alla batteria integrata e al motore, la tenda è sempre orientata in posizione perpendicolare rispetto alla incidenza della luce solare assicurando fino al 40% di energia in più rispetto ad un impianto fotovoltaico fisso. Il tutto grazie a 1,9 m2 di celle fotovoltaiche flessibili Sanyo, poste sulla superficie esterna della tenda.
Al di là del nobile fine per cui è stata pensata da Alatorre, Bitle potrebbe rivelarsi particolarmente utile anche quando si va in campeggio. Non credete?
Francesca Mancuso