Basilicata: uno scrigno incontaminato di bellezza tutto da scoprire

Mare cristallino, montagne mozzafiato, dolci colline, pianure verdeggianti, arte e borghi appesi a costoni rocciosi, vulcani, fiumi e laghi, boschi e foreste incontaminate, e perfino un deserto, nel suo cuore più impenetrabile. È tutto questo la Basilicata, scrigno di incredibili bellezze a cui fanno da sfondo il fascino di terre vergini non ancora prese d'assalto dal turismo di massa.

Mare cristallino, montagne mozzafiato, dolci colline, pianure verdeggianti, arte e borghi appesi a costoni rocciosi, vulcani, fiumi e laghi, boschi e foreste incontaminate, e perfino un deserto, nel suo cuore più impenetrabile. È tutto questo la Basilicata, la piccola regione che forse in pochi conoscono, se non per esserci transitati per raggiungere altre e più note mete turistiche del nostro Sud, scrigno di incredibili bellezze a cui fanno da sfondo il fascino di terre vergini non ancora prese d’assalto dal turismo di massa e forse proprio questo ne rappresenta la più grande ricchezza!

Un’ospitalità che affonda le sue radici nella secolare, sincera, genuina cultura contadina grazie alla quale resiste ancora una sorta di spontanea sacralità dell’ospite. Ma la Basilicata – che uno splendido libro di fotografia da poco pubblicato, Basilicata vista dal cielo realizzato dal noto fotografo Guido Alberto Rossi, documenta in tutta la sua bellezza – è anche gastronomia, con i suoi gusti intensi e genuini, colori sgargianti, con gli azzurri dei suoi limpidi cieli e delle acque dello Ionio e del Tirreno che ne lambiscono le coste, e i verdi intensi delle foreste che la ricoprono. E ancora orizzonti sconfinati e paesaggi in cui perdersi con lo sguardo e coccolarsi con un turismo lento, capace di riconciliare veramente con se stessi e la natura.

E non a caso la Lucania (terra dei boschi, dal latino lucus, bosco, come la chiamarono gli antichi romani), l’altro nome con cui è conosciuta questa regione, è stata spesso scelta da importanti registi come location per i loro set cinematografici. Questo perché, pur essendo una piccola regione, custodisce al suo interno un universo fatto di tanti microcosmi fra loro a volte diversissimi che a guardarli, ignari del luogo in cui ci si trova, potrebbero tranquillamente far pensare a terre esotiche e lontane. Qualche esempio? I Calanchi Lucani, una serie incredibile di lande desertiche, canyon e guglie d’argilla che richiamano i paesaggi aridi della Cappadocia o dell’Arizona. Qui sono stati girati film come King David (1985) di Bruce Beresford, La lupa (1996) di Gabriele Lavia, Terra bruciata (1999) di Fabio Segatori, fino al più recente La passione di Cristo (2004) di Mel Gibson. I parchi e le aree protette sono svariate. Ve ne proponiamo quindi solo alcune mentre per tutte le altre informazioni si può far riferimento al sito molto ben fatto dell’Apt.

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Il Parco nazionale del Pollino

A cavallo fra Basilicata e Calabria è il più esteso fra i parchi italiani con i suoi ben 192mila ettari ricoperti di boschi lussureggianti. È il regno incontrastato del rarissimo e millenario pino loricato (si trova soltanto qui e in alcune zone della Serbia), autentico paradiso per trekking, passeggiate a cavallo o in mountain bike, rafting (sul fiume Lao), canyoning (fra le Gole del Raganello), arrampicata. Qui fra giugno e settembre si celebrano inoltre strani “matrimoni” dove a sposarsi non sono esseri umani ma alberi che si uniscono secondo affascinanti rituali le cui origini si perdono nella notte dei tempi.

Maestosi riti arborei propiziatori per invocare la fecondità della terra che rimandano per molti versi a quelli celtici. Cerimonie tanto suggestive da togliere il fiato fra spedizioni notturne nelle folte foreste alla ricerca degli “sposi”, abbattimento, a colpi d’ascia, di questi colossi della natura (un abete e un faggio che poi vengono innestati nel rito “matrimoniale”), il trasporto con i buoi nei rispettivi paesi (Rotonda, Viggianello, Terranova del Pollino, Castelsaraceno). Il Parco è un bellissimo spettacolo naturale con stupende vette, boschi rigogliosi, paesaggi che spaziano dalla macchia mediterranea alle faggete fino alle praterie d’alta quota con le loro splendide fioriture, e un patrimonio faunistico fra i più vari e interessanti del sud dell’Italia, fra cui spicca la presenza del lupo.

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Il Parco regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti lucane

Con i suoi oltre 4mila ettari è uno dei parchi naturali più belli e caratteristici della Basilicata con la sua lussureggiante foresta di latifoglie, ceduo semplice, roverella e cerro e il suo ricchissimo sottobosco abitato da tassi, lupi, faine, donnole, lepri, istrici, oltre a cinciallegre, usignoli, picchi, falchi, gufi, barbagianni. Fra questo immenso “mare” verde si innalzano verso il cielo le Dolomiti Lucane, pinnacoli di arenaria risalenti a 15 milioni di anni fa, che per le loro forme bizzarre ricordano i più noti paesaggi dolomitici trentini. Proprio qui è possibile sperimentare un’emozione che per ora rimane unica in Italia (qualcosa di simile in Europa, infatti, anche se con dislivelli molto meno accentuati, esiste soltanto in Francia), il cosiddetto Volo dell’angelo in cui si ha letteralmente, a differenza per esempio del bungee jumping, la sensazione di volare.

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Un minuto e trenta secondi a 120 km/h sospesi a 400 metri dal suolo, imbracati a pancia in giù a un cavo d’acciaio sorvolando rocce e profondi dirupi, ma anche foreste impenetrabili e paesini (Castelmezzano e Pietrapertosa) incastonati come gemme fra le rocce e per questo inseriti fra i borghi più belli d’Italia, un tempo covo di chi fra queste alture cercava riparo o punti d’avvistamento per controllare i dintorni, dai saraceni ai monaci fino ai briganti nel periodo del brigantaggio lucano.

E proprio nei dintorni è possibile rivivere le gesta dei briganti grazie al Parco storico rurale e ambientale della Basilicata, anche noto come Parco della Grancia, dal nome della foresta che lo ospita, nel comune di Brindisi di Montagna, a dodici chilometri dal capoluogo di regione, Potenza, che ha come fulcro il cinespettacolo “La storia bandita”, la più grande performance multimediale italiana di teatro popolare. Un’ora e mezza fra cinema e teatro che con l’ausilio delle più moderne tecnologie ed effetti speciali che simulano esplosioni, battaglie, incendi, dà allo spettatore la sensazione di partecipare in prima persona alla scena, in una sorta di film dal vivo che prende forma sotto i suoi occhi.

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I Calanchi lucani

Profondi canyon, aride dune bianche che si sbriciolano sotto il peso degli agenti atmosferici, pinnacoli naturali ed enormi sculture di argilla che i secoli hanno modellato conferendogli le forme più strane e fantasiose. È lo scenario nel quale ci si imbatte visitando uno degli angoli più remoti, e forse per questo più magici della Basilicata, quello dei Calanchi lucani. Si trovano nel cuore della parte sud-orientale della regione, quella chiusa tra i boschi delle montagne appenniniche e le fertili pianure del litorale ionico, nella provincia di Matera, e rappresentano forme di erosione innescate dall’azione combinata del sole (surriscaldando la parte superficiale dell’argilla provoca lo screpolamento attraverso numerose fessure) e dell’acqua piovana che per infiltrazione provoca l’erosione delle argille. I Calanchi offrono scorci inusuali per la nostra Penisola che si assaporano percorrendo stradine lente e tortuose che con le loro suggestioni hanno ispirato poeti, pittori, registi e scrittori, fra cui Carlo Levi che qui trascorse fra il 1935 e il ’36 il suo periodo di confino scrivendo “Cristo si è fermato a Eboli”.

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Fra gli altri luoghi naturalistici della regione da non perdere il Parco nazionale della Val d’Agri, che con la sua valle apre uno squarcio in quel tratto d’Appennino che è l’autentico polmone verde della Basilicata, l’area del Vulture, patria del buonissimo vino Aglianico, con il suo vulcano spento, il Monte Vulture appunto, e i suggestivi laghi di Monticchio, il Parco regionale della Murgia Materana con le sue brulle lande, l’Oasi WWF Bosco Pantano di Policoro una riserva con una fitta vegetazione boschiva che si spinge fino al mar Ionio, popolata da tartarughe marine, lontre, gallinelle d’acqua, aironi, cormorani, coleotteri, falchi di palude, martin pescatori, la Riserva dell’Abetina di Laurenzana con i suoi magnifici esemplari di abete bianco con circonferenze anche di 4 metri, il Lago del Pertusillo e l’Oasi naturalistica WWF Pantano di Pignola per gli amanti del birdwatching. Per chi ama invece il mare incontaminato incastonato fra vegetazione e scogliere che precipitano a picco nell’azzurro dell’acqua sicuramente Maratea, sulla costa tirrenica, oppure Metaponto, Policoro e Scanzano sulla costa ionica per chi preferisce invece le ampie spiagge sabbiose.

Vincenzo Petraglia

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