La diga edificata nel 1964 aveva riempito la vallata. Quando l'acqua viene fatta defluire riappare come in questi giorni il vecchio edificio.
Un territorio montuoso, tra antiche mulattiere e sentieri di faggi e carpini: qui, in questo pezzo di terra lombarda, c’è un posto remoto che vale la pena visitare. Il perché è presto detto: la vecchia dogana nel lago di Valvestino riaffiora periodicamente e offre una spettacolare immagine.
Siamo nella provincia di Brescia, proprio nella meravigliosa Val Vestino: alla località di Lignago, nel comune di Gargnano, ci si giungeva un tempo attraverso percorsi aspri e inerpicati. “Te pasaré da Lignàc” (passerai da Lignago), dicevano un tempo, a significare che qui e per forza bisognava passare, tra il Garda e le valli circostanti, per andare dall’una all’altra parte.
Per secoli questo è stato di fatto un luogo di confine, dove le mulattiere e i sentieri incrociavano un passaggio obbligato in quel periodo storico in cui la Valvestino apparteneva all’Impero d’Austria. La zona del Bresciano, invece, era già terra italiana, per questo motivo per tantissimo tempo ci furono dogane che controllavano e amministravano il traffico di merci e uomini di passaggio tra le due frontiere.
Una di queste è emersa proprio in questi giorni dalle acque del lago artificiale, creato dalla diga eretta nel 1964. Quando il pompaggio è quasi assente, il livello del lago artificiale si abbassa e coloro che si trovano sulla Strada Provinciale 9 dal Garda verso la Valvestino hanno dinanzi uno spettacolo davvero unico, costituito dai muri dell’edificio della dogana di Lignago che riemergono a ricordarci il tempo che fu. Una meraviglia per gli occhi.
Se vi trovate da quelle parti in questi giorni fateci un salto!
Fonte: Qui Brescia
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