Alpi svizzere: il nuovo comprensorio sciistico Andermatt-Sedrun non s’ha da fare!

Un gigantesco comprensorio sciistico con 18 impianti di risalita in grado di raddoppiare la frequenza attuale, fino ad arrivare agli 800 mila sciatori al giorno, sta per essere realizzato proprio nel cuore delle immacolate Alpi Svizzere, precisamente tra Sedrun e Andermatt, al confine tra i Cantoni Uri e Grigioni. Ma per le associazioni ambientaliste questo progetto supera “i limiti della ragionevolezza” in termini di sostenibilità ambientale oltre che presentare lacune dal punto di vista economico.

Un gigantesco comprensorio sciistico con 18 impianti di risalita in grado di raddoppiare la frequenza attuale, fino ad arrivare agli 800 mila sciatori al giorno, sta per essere realizzato proprio nel cuore delle immacolate Alpi Svizzere, precisamente tra Sedrun e Andermatt, al confine tra i Cantoni Uri e Grigioni. Ma per le associazioni ambientaliste questo progetto supera “i limiti della ragionevolezza” in termini di sostenibilità ambientale oltre che presentare lacune dal punto di vista economico.

Pro Natura, Wwf Suisse, l’ETA, Mountain Wilderness e la Fondazione svizzera per la protezione del paesaggio contestano il nuovo comprensorio, paragonabile per dimensione agli impianti di Zermatt, Verbier o St. Moritz e che sarà collegato ai 6 grandi hotel di lusso e ai 500 appartamenti del resort turistico che l’imprenditore egiziano Samih Sawiris sta realizzando ad Andermatt.

Perché? Assorbirebbe troppa acqua ed energia per l’innevamento e occuperebbe aree naturali attualmente intatte. E così denunciano in un comunicato congiunto le carenze e le lacune del rapporto ambientale e del business case, perché “tale realizzazione comporterebbe la distruzione irreversibile dei valori naturali su vasta scala e del paesaggio. Inoltre, la necessità di acqua ed energia per innevare una così ampia superficie sarebbe sproporzionata”.

Si sta per creare una vasto comprensorio sciistico pianificato in fretta, senza alcun riguardo per la natura e il paesaggio. Questo è ciò a cui ci opponiamo”, ha detto Pia Tresch dei ProNatura. Senza contare che tutto ciò comporterebbe anche una spesa maggiore da parte dei fruitori dell’impianto, con un biglietto giornaliero il cui costo lieviterà fino ai 70 franchi (circa 56 Euro), e che verrà realizzato con una parte di fondi pubblici, pari a oltre 73 milioni di franchi. “Vogliono far pagare ai contribuenti un comprensorio sciistico che andrà a beneficio solo un paio di appaltatori principali, che costano ai contribuenti circa 30 franchi aggiuntivi sul biglietto giornaliero. Sarà la gente del posto a pagarne le spese!”, dice Pia Tresch.

Le associazioni ambientaliste, che nel comunicato denunciano anche l’eccessiva condiscendenza dei cantoni Uri e Grigioni, lo scorso 18 ottobre hanno interposto ricorso all’Ufficio federale dei trasporti, lamentando proprio una pianificazione insufficiente del progetto, auspicando un esame di impatto ambientale privo di errori e lacune. I promotori, dal canto loro, sembrano non aver escluso almeno un ridimensionamento, visto che già a settembre i principali investitori, la società Andermatt Swiss Alps di Sawiris e il gruppo svedese Skistar AB, avevano indicato di voler riesaminare il progetto.

Roberta Ragni

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