Il robot origami biodegradabile che cura le ferite, somministra i farmaci e rimuove i corpi estrane (VIDEO)

Alcuni studiosi hanno inventato un piccolissimo robot da ingerire che si rinchiude come un origami per svolgere alcuni delicate funzioni nel nostro orgamismo.

Biotecnologie: un robot biodegradabile ripiegato come un origami sarà in grado di curare ferite, somministrare farmaci e rimuovere corpi estranei. Dopo averlo inghiottito.

È l’ultima trovata degli scienziati del MIT, che, insieme con quelli dell’Università di Sheffield e del Tokyo Institute of Technology, hanno inventato un piccolissimo robot da ingerire che si rinchiude come un origami (ci sono i giapponesi per lo mezzo!).

Il micro-robot altro non è che un involucro in materiale biodegradabile piegato come un origami e un piccolo magnete. Una volta ingerito, la protezione esterna si apre per liberare il contenuto, che agirà guidato da strumenti esterni che interagiranno con il magnete permettendo loro di utilizzarlo per portare a termine un lavoro (come somministrare localmente un medicinale o spingere fuori un oggetto estraneo).

Secondo gli studiosi, una volta messo a punto, il robot dovrà essere capace di guidare fuori dallo stomaco e dall’intestino piccoli oggetti ingeriti accidentalmente, ricucire lesioni interne o anche dare dei farmaci.

La ricerca sarà presentata in occasione della Conferenza internazionale sulla robotica e automazione (IEEE) che si terrà a Stoccolma fino al 21 maggio. Daniela Rus, direttore del Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory (CSAIL) del MIT e co-ideatore del robot, spiega che “per le applicazioni all’interno del corpo c’è bisogno di un piccolo sistema robotizzato controllabile e senza fili“.

Da dove è nata l’idea? Si pensi solo che negli Stati Uniti circa 3.500 volte l’anno qualcuno inghiotte una batteria a bottone. Se lasciata nello stomaco o nell’esofago è ovvio che può creare dei danni ai tessuti: è per questo che i ricercatori credono che un robot come questo possa guidare il corpo estraneo verso il colon per l’evacuazione.

Il passo successivo, spiega Rus, sarà “aggiungere sensori al robot e riprogettarlo per fare sì che possa agire da solo, senza la necessità di un campo magnetico esterno”.
Insomma, interventi super veloci e al millimetro e possibilità di essere più che precisi in sala operatoria. Staremo a vedere dove ci porterà la medicina del futuro.

Germana Carillo

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