Le temperature iniziano a scendere ed è in questi giorni che si raccoglie nel cuneese la mela grigia di Torriana.
Dimentichiamoci delle mele dalla buccia lucida e dai colori vivaci. La grigia di Torriana ha un colore giallo ruggine. In Piemonte era soprannominata “pum rusnent”, che in dialetto significa “mela arrugginita”.
Regina delle mele da cuocere in forno, la grigia di Torriana deve il suo nome a una frazione del comune di Barge (Cn).
Il frutto è tondeggiante e leggermente schiacciato, dalla polpa bianco-crema, soda, sugosa e dolcissima.
Alla fine dell’Ottocento la varietà era coltivata ed esportata in grandi quantità anche in Germania e in Inghilterra; verso gli anni ’60, però, venne abbandonata, colpevole di essere grigia in un’epoca in cui si vendono frutti dai colori omogenei e accesi, e di essere adatta, in particolare, alla cottura.
Questa mela dalle origini antiche offre un’elevata quantità di vitamine e sali minerali ed è un toccasana per affrontare il cambio di stagione e i rigori dell’inverno.
La pianta resiste bene alle avversità climatiche e si presta benissimo alla coltivazione biologica. Dopo la raccolta, nella seconda decade di ottobre, il frutto si conserva a lungo fuori frigo, anche fino a marzo.
Per salvaguardare questa varietà tradizionale, Slow Food l’ha inserita nel catalogo dell’Arca del Gusto e nel Presidio delle vecchie varietà di mele piemontesi.
Per saperne di più, visita il sito www.fondazioneslowfood.it
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