Rimettere il paesaggio, la sua tutela e la sua trasformazione, al centro del dibattito ambientale e culturale in Italia e in tutto il mondo. Il paesaggio infatti è un elemento integrante dello sviluppo di un Paese: migliora la qualità di vita, rende più attrattivi i territori e dunque ne favorisce il loro sviluppo economico.
Con questo importante obiettivo è iniziato il 53° Congresso Mondiale IFLA – International Federation of LandscapeArchitects, che si tiene a Torino in questi giorni e che ha richiamato oltre 2000 tra architetti e altri professionisti, insieme a politici e amministratori.
Il tema scelto è Tasting the Landscape; un invito ad assaporare, gustare, provare, un richiamo alla dimensione sensibile dei luoghi, un invito a non dimenticare gli aspetti emozionali e percettivi del paesaggio. “Il titolo – spiegano gli organizzatori – pone l’accento sul progetto di paesaggio come strumento di produzione di qualità, di benessere, di risorse, di beni comuni e sul ruolo centrale del paesaggista nei processi di qualificazione e rigenerazione di luoghi e territori“.
Il Feng Shui e l’architettura: in Italia non è come negli Usa
A fronte di questo approccio significativo, innovativo, il programma – ricco di ospiti e di iniziative – non prevede però alcun intervento sul ruolo del Feng Shui. Eppure in questa antica disciplina ci sono proprio tutte le conoscenze, pure avanzate, degli argomenti del convegno.
“Non c’è molto da stupirsi anche se il Feng Shui è stato accettato da tempo a livello culturale in Europa (ma solo da poco in Italia), siamo ancora lontani dal concepire la possibilità di utilizzarlo a livello pubblico, per esempio per la progettazione e la modificazione delle città e del territorio – osserva Stefan Vettori, fondatore di Creative Feng Shui e insegnante di questa affascinante disciplina -. Questo è vero in particolare in Italia, anche perchè, da parte degli architetti, a livello professionale probabilmente il Feng Shui viene percepito come un “concorrente”: a livello nazionale, per esempio, pare che abbiano stabilito il fatto che “il Feng Shui non fa parte dell’architettura”. Ma non ovunque è così: in altri stati, per esempio negli USA, pur con molte deformazioni commerciali, il Feng Shui si è affermato in modo diverso e viene ormai tenuto in considerazione anche a livello pubblico. E, per dirla tutta, al momento, chi si avvantaggia veramente del Feng Shui sono però solo le grandi aziende e multinazionali: lo utilizzano praticamente tutte!“
La scienza giustifica le basi del Feng Shui
Il convegno è intitolato “Tasting the landscape”; in che modo un approccio che contemplasse anche il Feng Shui consentirebbe di “assaporare”, vivere il paesaggio e il territorio?
“Negli ultimi anni, sofisticati esperimenti di neuroscienze hanno permesso di confermare e giustificare le basi di antichissime teorie. Solo 10 anni fa, affermare che lavorare alla scrivania in una posizione con la porta dietro le spalle non è favorevole e disturba la concentrazione poteva scatenare sorrisi di imbarazzo e di sufficienza; qualche volta di disprezzo. Oggi, tramite alcuni esperimenti, sappiamo che questa posizione aumenta il livello degli ormoni dello stress nel sangue e che questa alterazione puo portare, nel medio-lungo periodo, a squilibri più gravi, comportamentali, psicologici o somatici.
Bisogna dare atto che la tendenza attuale a integrare le neuroscienze e lo studio della fisiologia e del comportamento umano con le altre discipline sta portando lentamente a conoscenze paragonabili al Feng Shui. La stessa cosa si può dire con nuove discipline come la psicologia ambientale, la prossemica, il bio-urbanismo e cosi via”: sottolinea Stefan Vettori.
Un valore aggiunto del Feng Shui: considerare anche le “energie sottili”
“Tuttavia, a mio parere, ignorare migliaia di anni di studi (anche se condotti in modo non rigorosamente scientifico) è davvero uno spreco, senza considerare che al momento, a livello scientifico, noi possiamo valutare solamente ciò che gli strumenti ci permettono di percepire e misurare; mentre nel Feng Shui vengono valutate anche energie più sottili, per esempio l’influenza delle direzioni e della posizione del sole rispetto al sito che si esamina.
Dal punto di vista del Feng Shui, il territorio insomma non è qualcosa di morto e neutro, su cui si deve costruire o intervenire ma è vivo e dialoga col nostro cervello enterico e con la nostra componente animale profonda. Possiamo percepire un ambiente come favorevole o sfavorevole, gradevole o sgradevole, anche se non siamo assolutamente in grado di darne una ragione logica.
Il punto cruciale è che l’essere umano legge l’ambiente e lo interpreta in base ai suoi bisogni e necessità, in sostanza in base alla sua matrice biologica. Ignorare la matrice biologica nella progettazione degli edifici e, più in generale, nella gestione del territorio, è un errore molto grande“.
Continuiamo a parlarne qui.
(Foto: IFLA, Pixabay.com)