Stop al bracconaggio! E sì al rispetto della natura

Sempre più specie animali e vegetali a rischio estinzione: bracconaggio, deforestazione, inquinamento dei mari e dell'atmosfera. Poca sensibilità dell'uomo?

Ieri, 5 giugno 2016, è stata la giornata anti-bracconaggio, giornata di sensibilizzazione contro una pratica che stermina decine e decine di animali ogni anno. Ma è anche di questi ultimi giorni la bella notizia che il Panda Gigante, logo del WWF e quindi della lotta per la salvaguardia di tante specie animali, non è più a rischio estinzione.

Elefanti e rinoceronti africani vengono abbattuti per alimentare il commercio illegale mondiale di avorio, oltre a soddisfare assurde credenze asiatiche per le quali il corno di rinoceronte è utile a fini terapeutici. In Kenya a fine aprile sono state bruciate 105 tonnellate di zanne di elefante rendendone simbolicamente nullo il valore, come segno di lotta a questo tipo di traffico. Il presidente kenyano Uhuru Kenyatta ha proclamato “L’unico avorio buono è quello attaccato ad un elefante vivo”.

Il ghepardo, il mammifero più veloce della Terra, è a rischio estinzione (dei 100mila esemplari esistenti all’inizio del secolo scorso, oggi ne sono rimasti circa 7000 esemplari): ogni anno circa 300 cuccioli vengono catturati per seguire rotte del traffico illecito verso l’Arabia Saudita, il Quatar e gli Emirati Arabi per essere poi allevati come animali domestici (e molti cuccioli muoiono poco dopo la cattura).

Il gorilla delle montagne, che conta ormai solo poche centinaia di esemplari, è stato enormemente cacciato in quanto la sua carne (bushmeat) fa gola a molti.

E così altri animali sono a rischio di estinzione per bracconaggio…ma non solo…

Quello del panda è un risultato più che positivo, possiamo dire un successo visto il grande rischio che correva questa specie, da decenni (cautela però, perchè si è trattato solo di sostituire l’etichetta “in pericolo” con una indicante “vulnerabile”). Ma la mia vena pessimistica purtroppo mi porta a dire “Non basta, è ancora troppo poco”, e questo non tanto considerando il numero delle tante specie a rischio in se stesso, già comunque grande fonte di preoccupazione perchè in calo anno dopo anno. Il problema sostanziale è la mentalità dell’uomo, della sua “sindrome di superiorità e possesso” di tutto ciò che può essere sfruttato a proprio vantaggio o piacere: surriscaldamento climatico, inquinamento dei mari, deforestazione, bracconaggio, estinzione sia di specie animali che vegetali…stiamo mettendo a rischio l’intero ecosistema. Finché l’uomo continuerà a pensare che la Terra gli appartiene e a non considerarsi invece uno dei tanti esseri che la abitano, uno dei milioni di tasselli che compongono la natura, il rischio continuerà a persistere, e non per una due tre…dieci…cento specie animali/vegetali, ma per l’intero pianeta. Ma sembra che l’uomo non avverta tutto questo, come se fosse solo una notizia da telegiornale o da rivista o documentario e che si esaurisca nel momento stesso in cui viene spento il televisore o chiuso il giornale. Importanti sono le campagne di sensibilizzazione per far conoscere la vera entità del problema, ottimo il lavoro di tante associazioni che hanno come fine la salvaguardia dell’ecosistema e della biodiversità, ma secondo me la questione è ancora più a monte; ma quello che allora mi chiedo è: si può agire sulla sensibilità dell’uomo? Come fargli vedere con occhi diversi la natura che lo circonda, una bellezza e un patrimonio da salvaguardare?

OGNI ESSERE VIVENTE HA SI’ UN PROPRIO VALORE, MA SOLO PER IL SEMPLICE FATTO DI ESISTERE; CREDO CHE NULLA PRESENTE SULLA TERRA SIA SUPERFLUO.

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