Ce lo dicono in tutte le salse, l’acqua è una risorsa preziosa e non va sprecata.
Giusto, vero, sempre più vero ora che – come sembra – i cambiamenti climatici si fanno sentire anche dalle nostre parti, alterando i normali cicli di pioggia/siccità e allargando le zone aride che si spingono sempre più a nord lungo lo stivale. Ma dove vivo io ancora questo problema non c’è, e di certo, se risparmio acqua a casa mia, non vuol dire che qualcun altro che vive nelle zone veramente aride o desertiche del pianeta potrà averne di più a disposizione per i suoi bisogni, giusto? E allora perché preoccuparmene?
Ottima domanda.
Altro argomento gettonato: il vantaggio economico. Ci dicono sempre: risparmia l’acqua e pagherai meno di bolletta. Facciamo due conti e vediamo se è vero. A casa mia ho i riduttori di flusso, non ho la tanto criticata vasca da bagno (ahimè … un bagnetto rilassante a lume di candela ogni tanto mi farebbe bene…), non tengo aperto il rubinetto mentre mi lavo i denti o i piatti, uso la lavatrice a pienissimo carico e, udite udite, raccolgo in un secchio l’acqua fredda che esce dalla doccia in attesa che diventi calda per riutilizzarla nel gabinetto all’occorrenza. Dopo un anno così, la mia bolletta dell’acqua è diminuita di poco più di una ventina di euro rispetto all’inquilino precedente a me. Non mi risolvono il bilancio mensile, ma non li butto nemmeno via.
(A discapito della non esaltante performance economica devo dire che purtroppo pago l’acqua insieme alle spese condominiali, e oltre all’acqua registrata come mio personale consumo si aggiunge quella usata dalla signora del primo piano per bagnare le piante in giardino o dall’impresa delle pulizie per le pulizie, appunto. Sul loro essere parsimoniosi o meno non ho purtroppo notizie, ma temo per il peggio).
E allora? Tutti questi accorgimenti sono un po’ fastidiosi, il risparmio economico non è stratosferico, e non posso regalare l’acqua che risparmio a nessun altro. Eppure non mi importa e vado avanti. Sono stata in paesi dove l’acqua è razionata e usata con il contagocce, una idea me la sono fatta. Avere acqua pulita direttamente in casa e in abbondanza è un privilegio che non mi sento di calpestare o sprecare. Anzi, ne sono così contenta che la bevo, in grandi quantità, preferendola decisamente a quella in bottiglia (forse per questo che il mio bilancio idrico non è stato così nettamente inferiore rispetto a chi mi ha preceduto in quella casa?). Se penso al lavoro che c’è dietro a quel rubinetto, di prelievo dell’acqua, di trasporto nelle tubature, di controllo e analisi da parte degli acquedotti, mi stupisco anzi che me la facciano pagare così poco. E trovo decisamente assurdo che tutto questo lavoro venga, letteralmente, buttato nel gabinetto.
È una questione di rispetto, anzi no, di cultura. Ritengo che fare attenzione a non buttare via acqua inutilmente ci aiuti a sviluppare più attenzione e più consapevolezza del nostro ruolo e del nostro impatto sulle risorse naturali. Anche se nessuno ci vede, il nostro spreco si somma a quello di tanti altri, anche se magari tutti in buona fede (come noi, giusto?). E con i cambiamenti climatici che si fanno sentire sempre di più, meglio imparare il prima possibile a non intaccare inutilmente le riserve idriche a disposizione. Le risorse naturali non sono illimitate, acqua o altro che sia, e tanto, alla fin fine, se non stiamo attenti chi ci rimette siamo sempre e solo noi.