Avete mai fatto caso a quanti fiori finiscono nei nostri piatti? Anche quando mangio (essendo io fissata con la botanica), penso sempre a quale parte della pianta ho davanti… Di solito i fiori si mangiano quando sono ancora in boccio, quindi è difficile riconoscerli, mentre altri si consumano perfettamente fioriti e danno un tocco di sapore, oltre che di colore alle ricette di tutti i giorni, magari coltivandoli noi stessi. Ecco qui qualche curiosità e idee da sperimentare.
Broccoli e cavolfiori: infiorescenze in boccio
Avete mai pensato che un broccolo è una specie di mazzo di fiori? Se invece di metterli in pentola li lasciassimo fiorire mettendoli a bagno in acqua, sboccerebbero tanti fiorellini con 4 petali disposti a croce comuni a tutte le piante della famiglia delle Cruciferae, o Brassicaceae. Se osservate il fiore di tutti i cavoli, della rucola, delle rape, delle cime di rapa, del rafano, della senape…, avranno queste caratteristiche: 4 petali disposti a croce.
Carciofi: infiorescenze in boccio
I carciofi sono grossi gruppi di fiori, e si mangiano le brattee carnose che formano il bocciolo e proteggono i fiori ancora chiusi. È della stessa famiglia di Dente di Leone (un grosso piscialetto, e infatti come lui ha forti proprietà depurative). Se si lascia maturare troppo il cuore del carciofo diventa immangiabile, si riempie di una specie di paglia pungente, che non è altro che l’inizio dello sviluppo di un grosso soffione. I frutti sono delle piccole noci, chiamate acheni, attaccate a dei piumini (pappi) che le aiutano a distribuirsi grazie al vento.
Capperi: fiori in boccio
I capperi, che troviamo sia sotto sale, che sotto aceto, quando sbocciano sono degli appariscenti fiori bianchi e rosati. La tradizione popolare indica i capperi sottaceto come calmanti per il mal di stomaco, mentre i boccioli freschi come lassativi. Per chi vive in zone troppo fredde per coltivare i capperi, ci sono diverse alternative: ad esempio, raccogliere i boccioli di tarassaco, calendula, nasturzio e metterli sottaceto. Quelli di calendula e nasturzio sono anche leggermente piccanti e l’aceto in cui stanno in infusione sarà aromatico e buono da utilizzare per condire le insalate.
Zafferano: gli stimmi (la parte femminile del fiore, che viene fecondata dal polline per dare il frutto)
Questa costosissima spezia si ottiene dai fiori del Crocus sativus, e servono tantissimi di questi fiori per ottenere pochi grammi di prodotto. Un sostituto meno costoso? La polvere ottenuta essiccando e polverizzando i petali dei fiori di secchi di calendula, come facevano gli Antichi Romani, che tra l’altro sono un toccasana per l’apparato digerente.
Fiori di zucca e di zucchine
Beh, qui c’è poco da spiegare: imbottiti, fritti, o semplicemente saltati in padella e usati per condire la pasta sono buonissimi. Ma se li raccogliamo restiamo senza zucche e zucchini? No, se raccogliamo i fiori maschili: le zucchine hanno fiori maschio e femmina separati, che crescono sulla stessa pianta, quindi basta scegliere i fiori maschili, lasciarne qualcuno per l’impollinazione e lasciare infiori femminili a produrre il frutto. O addirittura impollinare voi il fiore femmina strofinando gli stimmi col polline, e mangiarvi subito il maschio. Come riconoscerli? Beh, il fiore maschio ha uno stelo più sottile e al centro ha gli stami ricoperto di polline. Riconoscete quello femmina perché lo stelo è molto più spesso e ad un certo punto alla base del fiore inizia ad ingrossarsi per produrre la zucchina, mentre gli stimmi sono privi di polline e fatti come in foto.
Fiori di Nasturzio
Il nasturzio (Tropaeolum majus) è un fiore Originario del Perù, di colore dal giallo, a un bell’arancio carico, al rosso, bello cicciotto, dal sapore di peperone e piccantino. Si mangia crudo in insalata Ed è facile da coltivare, sia in vaso che in terra. I boccioli possono essere preparati come i capperi.